Sommario
Biografia
Giovanni Faure (Foix, 1806 – Roma, 1867), pittore francese, giunge per la prima volta in Italia all’età di diciassette anni, nel 1823. Si stabilisce a Roma con l’intenzione di perfezionare la sua formazione già iniziata in Francia, precisamente a Tolosa.
Quello che doveva essere un breve soggiorno si trasforma invece nella decisione di prendere residenza stabile nella città papalina, dove Giovanni Faure rimane fino alla sua morte. La sua produzione è rivolta soprattutto ai viaggiatori del Grand Tour, per cui realizza numerose vedute di Roma che immortalano i luoghi più significativi e di rilevanza storico-artistica.
Il successo e il mercato europeo
Il mercato internazionale e i collezionisti in viaggio a Roma garantiscono un immediato successo al pittore francese. Una parte della sua produzione è conservata presso la Galleria Nazionale di Roma e presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, in cui è confluita tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, grazie alla vendita da parte del figlio Alessandro (1849-1870), anch’egli pittore.
A cominciare dalla metà degli anni Venti, numerose vedute di Giovanni Faure vengono tradotte in incisione e diffuse nel mercato. Tutto ciò testimonia la precocissima attività pittorica dell’artista, subito seguita da un notevole successo di pubblico, quando ancora non ha compiuto i vent’anni.
È interprete di una veduta ampia e luminosa, che spesso è in grado di restituirci il volto di una Roma sparita o di una Roma piena di interventi di restauro voluti dai papi nella prima metà dell’Ottocento.
Le opere di Giovanni Faure sono caratterizzate da una grande precisione prospettica, che risulta sempre esatta ed accurata, colta dal vero e rielaborata in studio, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione di punti di vista su monumenti come il Colosseo, il Foro, il Palatino, il Portico d’Ottavia, soggetti prediletti dell’autore.
Le sue vedute e le sue prospettive d’interni più significative vengono realizzate tra gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, ma la sua attività si spinge fino agli anni Cinquanta, momento in cui si dedica anche alla narrazione di episodi legati alla Repubblica Romana e alla distruzione di diversi luoghi della città, interessati da battaglie e scontri a fuoco.
Poche sono le notizie biografiche che ci sono pervenute sull’autore, ma è certo che abbia esercitato una notevole influenza sul figlio Alessandro, vedutista come lui. Muore a Roma nel 1867, all’età di sessantuno anni.
Giovanni Faure: la veduta prospettica a Roma
Come accennato, Giovanni Faure esercita l’attività di vedutista e pittore prospettico sin dal suo arrivo a Roma, ancora molto giovane. Interno di san Paolo fuori le mura dopo l’incendio, tela conservata alla Galleria Nazionale di Roma risale al 1823, anno in cui il pittore giunge a Roma.
Si rende testimone, infatti, degli effetti dell’incendio di San Paolo avvenuto proprio nello stesso anno. Il suo punto di vista proviene dall’abside e ci mostra la devastazione dell’accaduto, inquadrando il Ciborio di Arnolfo che si è miracolosamente salvato.
Tra le altre famose vedute di Giovanni Faure è da segnalare Il ponte Palatino (Ponte rotto), del 1830. Si tratta di una tela caratterizzata da una spiccata componente disegnativa che si nota dalla precisione nella resa delle arcate, e della prospettiva romana sullo sfondo, tra cupole, tetti e campanili dell’Isola Tiberina.
La veduta è presa sicuramente da una delle sponde del Tevere e ci ricorda lo stato del fiume prima della creazione degli alti muraglioni. Il debito nei confronti della veduta prospettica di Gaspar Van Wittel (1653-1736) è evidente, anche se la tavolozza del pittore francese risulta più vivace, così come si nota anche dal Colosseo, veduta del 1835.
Realizzata dall’ingresso ovest è particolarmente significativa per l’utilizzo della luce e di una prospettiva ampia e rigorosa che inquadra l’interno dell’Anfiteatro in tutta la sua bellezza.
Tra le vedute più famose di Giovanni Faure vi è quella del Foro Romano, tema classico del Gran Tour in cui il pittore inserisce la massima perizia prospettica: al centro vi sono le colonne rimaste dal Tempio di Vespasiano, a sinistra l’Arco di Settimio Severo e a destra le colonne del Tempio di Saturno, il tutto visto dalla discesa del Campidoglio.
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