Giovanni Maria Benzoni

Giovanni Maria Benzoni. In Fuga da Pompei. Scultura in marmo
In Fuga da Pompei. Scultura in marmo

Biografia

Giovanni Maria Benzoni (Songavazzo, 1809 – Roma, 1873) nasce nella provincia di Bergamo da una famiglia di umili condizioni. Il suo approccio con la scultura inizia quando, ancora ragazzo, viene messo a bottega dallo zio falegname. Qui, comincia a studiare l’intaglio e a realizzare le prime sculture in legno.

Notato dal conte Tadini, che diventerà suo protettore e mecenate, viene incoraggiato ad iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Lovere. È proprio nel contesto accademico che Giovanni Maria Benzoni inizia a ricevere i primi riconoscimenti per le sue sculture in gesso di gusto neoclassico.

Il trasferimento a Roma

Nel 1828, il giovane scultore compie un soggiorno di studio a Roma, sempre grazie al finanziamento del conte Tadini. Qui, entra nell’Accademia di San Luca, dove avviene il suo perfezionamento. Gradualmente, Giovanni Maria Benzoni, diviene uno dei maggiori scultori rappresentati dell’accademismo romano, erede del linguaggio di Antonio Canova (1757-1822).

Apre uno studio in via sant’Isidoro, dove inizia la sua incessante attività. Conosciuto da tutti i collezionisti e i committenti più importanti di ambito romano con il soprannome di “novello Canova”, lavora a sculture private di carattere mitologico o letterario, a ritratti, busti e monumenti pubblici e funerari.

Il successo a Roma

Data la quantità di incarichi che riceve dai committenti romani, Giovanni Maria Benzoni è costretto a trasferirsi in uno studio più grande, prima in via del Borghetto e poi in via del Babuino. La sua fama raggiunge ben presto anche l’Inghilterra, la Francia e l’Olanda, dove ha modo di esporre nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta.

Nel corso della sua carriera, il famoso scultore e animatore della cultura romana del tempo, ha prodotto una grandissima quantità di soggetti, tra statue, busti, allegorie, monumenti, mettendo su quasi una “industria” scultorea portata avanti anche con l’aiuto di numerosi apprendisti e allievi.

Mentre nelle opere ufficiali e di grandi dimensioni sembra aderire perfettamente al linguaggio canoviano, nelle opere private e di minore grandezza, si abbandona a composizioni intime e dal linguaggio più libero da accademismi e legato all’osservazione del vero.

Ancora nel pieno della fama, muore a Roma nel 1873, a sessantaquattro anni. Viene sepolto al Verano, in un monumento funebre da lui stesso progettato.

Giovanni Maria Benzoni: il gusto neoclassico di uno scultore bergamasco a Roma

Tra le prime testimonianze artistiche di Giovanni Maria Benzoni vi sono le sculture in legno e in marmo realizzate durante la sua formazione accademica a Lovere. Tra di esse, la Primavera, l’Inverno, la copia del Trionfo dell’Agricoltura di Canova e il suo primo bassorilievo in marmo del Marte dormiente.

Giunto a Roma, una delle prime opere conosciute, realizzate come saggio all’Accademia di San Luca è l’Amore silenzioso, scultura che gli permette di farsi notare da collezionisti e committenti dell’alta società capitolina.

Da questo momento in poi, il suo studio è continuamente invaso da senatori, deputati, legati di altri paesi che lo incaricano di realizzare allegorie, soggetti sacri, piccole opere decorative, ma anche e soprattutto statue celebrative e funerarie.

Tra le opere degli anni Trenta compaiono soprattutto soggetti classici, mitologici ed allegorie, tra cui la Venere dormiente e la Musa Euterpe. Sono invece degli anni Quaranta i primi ritratti come Busto di Gaetano Donizetti, Busto di Alberico da Rosciate e Abata Agostino Salvioli.

Ma risale al 1846 anche uno dei gruppi più famosi di Giovanni Maria Benzoni, l’Amore e Psiche commissionato da Antonio Bisleri e caratterizzato da grazia e morbidezza delle carni, in una elegante danza che coinvolge i due amanti e che ha tutto il sapore dell’arte classica.

Ancora del quarto decennio sono Pentesilea che spira tra le braccia di Achille, Amore insidioso e Innocenza difesa dalla fedeltà. Mentre agli anni Cinquanta e Sessanta risalgono Eva, Diana, Amor materno, La danza di Zefiro e Flora e una serie di monumenti funerari e celebrativi tra cui Monumento al Cardinale Angelo Mai e il Monumento al Conte Luigi Tadini, suo mecenate, per Lovere.

Molto proficui sono i rapporti dello scultore con il Pontificio Collegio Irlandese per cui esegue il Monumento funebre a Daniel O’Connell nel 1855, nato dal contatto e dall’amicizia con lo scultore irlandese John Hogan.

Altra tappa importante per Giovanni Maria Benzoni è la visita al suo atelier da parte di Papa Pio IX nel 1857, evento che gli procura la commissione del pannello con l’Incoronazione della Vergine per la colonna dell’Immacolata Concezione a Roma.

Tra le ultime opere realizzate poco prima di morire vi sono Ultimi giorni di Pompei e Ettore e Andromaca del 1871, in cui l’artista sembra cedere ormai ad un naturalismo sempre più accentuato, ormai lontano dalle rigide istanze accademiche e neoclassiche.

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