Giuseppe Aprea

Giuseppe Aprea. Sulla Spiaggia - Olio su Tela
Sulla Spiaggia. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Giuseppe Aprea (Napoli, 1876 – 1946) studia presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli, sotto la guida di Filippo Palizzi (181-1899) e Domenico Morelli (1826-1901). Si specializza sin da subito nella pittura di paesaggio e di figura, caratterizzate da un ottimo impianto disegnativo. Non a caso, tra il 1908 e il 1927 occuperà la cattedra di disegno all’Accademia napoletana.

Esordisce nel 1897 a Firenze. Nel 1902 vince un pensionato artistico che gli permette di viaggiare in Europa e di aggiornare il suo verismo alle più moderne espressioni artistiche internazionali. Da questo momento in poi, si fa interprete di una pittura post-impressionista che non abbandona mai il sostrato verista della scuola napoletana.

Abile ornatore, insieme a Raffaele Armenise (1852-1925) Giuseppe Aprea si occupa della decorazione del teatro Petruzzelli di Bari. Per un monastero di Castellammare di Stabia realizza l’affresco La vita di Beato Bonaventura, mentre per la chiesa Buoncammino di Napoli esegue La via della gloria e La via del dolore. Ancora, sempre a Napoli, per la chiesa di San Domenico Soriano realizza un Cristo sulla croce. Dopo un viaggio in Tunisia, si dedica anche a soggetti orientalisti.

Partecipa a diverse mostre napoletane e milanesi, a quelle romane degli Amatori e Cultori di Belle Arti, alla Biennale di Venezia del 1910, alla Fiorentina Primaverile del 1922 e alla IV Quadriennale di Roma del 1943.

Muore a Napoli nel 1946. Diverse sue opere sono conservate presso la Galleria Nazionale di Roma, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, la Galleria della Provincia di Bari e il Museo del Lussemburgo a Parigi.

Giuseppe Aprea: tra paesaggi, soggetti di storia e scene di genere

Formatosi sul verismo della scuola napoletana, Giuseppe Aprea si dedica sin da subito a diversi generi, sempre tenendo presente le sue origini. Si dedica tanto ai paesaggi quanto a scene di storia e di figura, non disdegnando la pittura di genere. Esordisce a Firenze nel 1897 con il Gallo e Toilette e nel 1899 manda a Torino Testa di Cristo, poi acquistata dal Municipio di Napoli.

Nel 1900 partecipa al concorso Alinari con La Vergine Incoronata, mentre nel 1902 vince il pensionato artistico con il dipinto di soggetto mitologico Amore e Psiche. Nello stesso anno, prima di partire per un viaggio nelle capitali europee, espone a Firenze il dipinto Primavera.

Intervallando paesaggi a dipinti di figura, all’Esposizione Nazionale di Milano del 1906, presenta i due dipinti di genere Pensosa e Convalescenza. Alla Biennale di Venezia del 1910 espone Una strada di Siviglia, testimonianza del suo soggiorno di Spagna durante il pensionato. Nel 1911, presso l’Esposizione napoletana presenta Ritratto, Tregua dopo il galoppo e Una sierra de Espana e l’anno successivo un altro Ritratto, Riflessione e Venezia verso sera.

Alla Fiorentina Primaverile del 1922 Giuseppe Aprea presenta il dipinto Luce, poco prima di effettuare un viaggio in Tunisia che fa virare la sua produzione verso soggetti orientalisti. Dopo questa parentesi, continua comunque ad esporre paesaggi quali Marina, Processione a San Domenico Maggiore (1940), Ravello (1941), Paesaggio (1942).

Presso la Quadriennale di Roma del 1943 espone Il pino, Lungo la strada e Nel mio studio. Tutti dipinti questi, caratterizzati da una pennellata larga e delicata. Spesso, lame e infiltrazioni di luce fra le fronde degli alberi costruiscono lo spazio come del resto fa il colore, attentamente modulato sulle variazioni dell’atmosfera reale.

Il viaggio in Tunisia e i soggetti orientalisti

Il viaggio di Giuseppe Aprea in Tunisia, lo fa approdare ad una produzione prevalentemente incentrata su dipinti di genere di soggetto orientale. Alla Mostra del Sindacato Fascista campano del 1930 presenta infatti Souk e Caffè dei Mori, a quella del 1932, Souk e Le Reti. Impressioni di viaggio che portano a maturazione il linguaggio dell’artista, già attentamente impostata sui valori di luce e sulla dinamicità della pennellata.

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