Biografia
Giuseppe Falchetti (Caluso, 1843 – Torino, 1918) da giovane si sposta dalla sua città natale per trasferirsi a Torino. A Torino, molto giovane entra nello studio di Giuseppe Camino (1818-1890) come garzone e poi come apprendista e vi rimane per cinque anni.
Allo stesso tempo si reca assiduamente alla Galleria Sabauda per studiare da vicino i dipinti fiamminghi di natura morta e di paesaggio.
Comincia a farsi interprete della pittura di paesaggio e della natura morta, di cui diventerà un grande interprete e verrà ricordato soprattutto per questo. Giuseppe Falchetti muore nel 1918 a Torino. Anche il figlio Alberto si dedicherà alla pittura come il padre e lo zio Michele.
Influenze artistiche
Nonostante la sua fama di pittore di nature morte, le prime opere che espone alla Società promotrice di Belle Arti di Torino sono paesaggi boschivi. Sono opere di matrice romantica e dalla chiara influenza di Massimo D’Azeglio (1798-1866) paesaggista.
L’opera Il lago di Candia del 1864 racchiude quella visione pittoresca che appartiene ai paesaggisti nordici.
Un’atmosfera di classicità circonda la natura, con l’utilizzo delle quinte arboree realizzate con estrema e studiata precisione, della luce dorata e delle piccole figure che “istoriano” il paesaggio.
Le nature morte
Fino al 1913 Giuseppe Falchetti partecipa assiduamente alle mostre Promotrici torinesi e in seguito, dal 1915 al 1918, anche a quelle del Circolo degli artisti. Inizialmente ha successo prevalentemente a Torino, tra le famiglie dell’alta borghesia e della nobiltà, attratte dalle sue nature morte.
In seguito Falchetti acquisisce popolarità anche all’estero, compiendo diversi viaggi per committenze in Europa.
Al 1865 risale Prodotti d’Autunno che ora fa parte della Galleria d’Arte Moderna di Torino, insieme ad altre sue quattro opere come Cacciagione e Tre chilogrammi di frutta.
Prodotti d’autunno è realizzata con sapiente realismo e resa della luce che bagna delicatamente i turgidi chicchi d’uva, i funghi poggiati casualmente in primo piano, la melagrana aperta a metà.
Giuseppe Falchetti diventa così famoso per la sua trattazione della natura morta che nel 1876 il governo gli commissiona una serie di dipinti che possano dare risalto alle uve italiane e dunque anche ai vini corrispondenti, ottenendo un grande successo e un riconoscimento positivo da parte degli organi ufficiali.
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