Giuseppe Sacheri

Giuseppe Sacheri. Tramonto sul Mare - Tecnica: Olio su Tavola, 35 x 36,5 cm. Firmato in basso a destra “G. Sacheri”. Esposto alla Biennale di Venezia del 1914
Tramonto sul Mare. Tecnica: Olio su Tavola. Firmato in basso a destra “G. Sacheri”.

Biografia

Giuseppe Sacheri (Genova, 1863 – Pianfei, 1950) si trasferisce con la famiglia, all’età di quindici anni, dalla Liguria a Ravenna. Qui inizia a studiare pittura al seguito di Arturo Moradei (1840-1901) presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1880 si sposta di nuovo con la famiglia a Torino, dove si iscrive all’Accademia Albertina per portare a termine gli studi.

Proprio alla Promotrice di Torino comincia ad esporre a partire dal 1881, presentandosi subito come sensibile paesaggista. All’inizio è influenzato certamente dalle propaggini della Scuola Grigia ligure e della Scuola di Rivara piemontese.

Dal 1883 fino al 1932 Giuseppe Sacheri espone regolarmente alle Promotrici di Genova, sua città natale, specializzandosi nelle vedute e nelle marine. Le sue opere, caratterizzate da una particolare attenzione agli effetti di luce, risultano caratterizzate da una crescente modernità stilistica.

Viene infatti influenzato dal Divisionismo, anche se il suo tratto pittorico risulta più corposo e carico di colore, libero da ogni convenzione.
A Genova, Giuseppe Sacheri si avvicina al Gruppo di Sturla, stringendo amicizia con Angelo Costa (1851-1911), Edoardo De Albertis (1874-1950) e Plinio Nomellini (1866-1943), a cui si avvicina stilisticamente.

Queste frequentazioni lo accostano ad una accezione non soltanto naturalistica del paesaggio, ma anche e soprattutto simbolica e di matrice post-impressionista.

I frequenti viaggi

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Giuseppe Sacheri compie frequenti viaggi in Danimarca, Olanda, Finlandia e Norvegia. La componente simbolista e cromatica nordica permea ancora di più il suo linguaggio, che risente dell’influenza di Vincent Van Gogh, Jacob Maris, Anton Mauve.

Instancabile viaggiatore, cerca di trarre più spunti possibili dai suoi soggiorni e dai variegati paesaggi in cui si imbatte. Non solo in Italia, ma anche all’estero, incontra subito un notevole successo di critica e di pubblico.

Espone assiduamente anche a Monaco, Parigi e in America. In Italia, la sua presenza alle mostre torinesi, genovesi, veneziane e milanesi è attestata regolarmente fino agli anni Quaranta.

Negli anni Venti, con la moglie Maria Meineri, Giuseppe Sacheri si trasferisce a Genova, per poi spostarsi negli anni Trenta a Pianfei, in provincia di Cuneo, dove muore nel 1950. Suoi dipinti sono conservati a Dresda, presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova-Nervi e presso quella di Monaco e di Roma.

Paesaggi e marine di grande forza espressiva

La formazione di Giuseppe Sacheri, solidissima dal punto di vista paesaggistico, risente degli influssi veristi della Scuola Grigia. L’importanza degli effetti di luce e di atmosfera attraverso una pennellata sciolta, ma presente e viva, lo caratterizza fin dall’inizio.

Nel 1883 inizia ad esporre a Genova, presentando due paesaggi di grande potenza lirica, Mattino con nebbia e In ottobre. L’anno successivo, sempre a Genova, espone Lungo la Dora, Foglie ultime, Nel bosco e Mattino nella valle.

Questi studi dal vero, intensi e permeati da un linguaggio realista ma allo stesso tempo moderno nel tocco cromatico, lo accompagnano per tutti gli anni Ottanta. Nel 1892 vince il primo premio nel concorso del Municipio di Genova durante la mostra per le celebrazioni dell’anniversario di Cristoforo Colombo.

Si tratta di un dipinto dedicato al Porto di Genova, che già risente degli influssi di artisti come Nomellini. Il tratto divisionista è però caratterizzato da una forte impronta personale: è più potente ed espressionista e sicuramente privo di regole prestabilite.

Alla Promotrice di Genova del 1895 Giuseppe Sacheri presenta Poesie della sera, San Michele di Pagana, Neve in Liguria, Negli orti di San Fruttuoso e A Nervi. Alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896 compare con una serie di suggestivi studi dal vero.

Si tratta di Strada da Porto Corsini a Ravenna, Nel porto – ora poetica, Dopo un giorno di pioggia, Nella Valle – Porto Corsini. Prima di partire per i numerosi viaggi in nord Europa, alla Promotrice genovese del 1898 presenta ben sette paesaggi, tra cui Notte di luna, Sole d’ottobre, campagna piemontese e Vette d’Appennino Ligure. All’Esposizione Nazionale di Torino del 1898 presenta l’opera apertamente divisionista La nave della morte, insieme a Notturno, Comincia il temporale e Lo stagno.

Giuseppe Sacheri. L’influenza del paesaggio nordico

Il tratto secco ed espressionista dei paesaggisti olandesi e danesi influenza fortemente Giuseppe Sacheri. Anche dal punto di vista cromatico, i frequenti viaggi in nord Europa, lo portano a ereditare l’influenza di paesaggisti come Van Gogh o Maris.

La luce assume un’importanza fondamentale: filtra sapientemente tra le foglie, si riflette liricamente nelle acque, arricchendo il paesaggio e le marine di sensazioni vibratili e simboliche. È un autore molto prolifico ed espone regolarmente in diverse rassegne italiane, fino alla fine della sua carriera.

Nel 1899, alla Biennale di Venezia Giuseppe Sacheri espone Marosi e Notte nel porto, mentre a quella del 1901, Notturno di novembre. Continua ad esporre alle Promotrici di Genova fino al 1932: Quando è sera a Bigliasco (1905), Riviera di Levante, trittico, Armonie vespertine, Notte in Danimarca (1913).

Ancora, Piazzetta olandese, La casina dei cipressi (1916), Prima neve, per vaste solitudini lontane (1920), Sole d’inverno (1925). Infine, alla Promotrice del 1932 presenta Mattino sul mare e Giorno d’inverno.

Prende parte regolarmente anche alle Biennali di Venezia: nel 1910 espone ben dodici opere. Tra di esse vi sono Crepuscolo presso lo stagno, Mattino a Civitavecchia, La ninna-nanna del mare, Scende il sole nel mare.

A quella del 1912 Giuseppe Sacheri espone altre undici opere, mentre a quella del 1914 solo due, Chiesina sul mare e Tramonto sul mare. Nel 1924 prende parte all’ultima Biennale con Ecloga e la madonnina del Mare. Per quanto riguarda le Quadriennali torinesi, vi espone nel 1902, 1908, 1919, 1923, 1927.

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