Sommario
Biografia
Giuseppe Solenghi (Milano, 1879 – Cernobbio, 1944) si forma presso l’Accademia di Brera a Milano, studiando al seguito di Cesare Tallone (1853-1919), Leonardo Bazzaro (1859-1937) e Giuseppe Mentessi (1857-1931).
L’artista è conosciuto soprattutto per i suoi vivaci e brulicanti scorci delle vie di Milano, ma anche per i paesaggi della campagna lombarda. Impegnato anche nella realizzazione di ritratti, soprattutto dei cantanti lirici nelle loro esibizioni alla Scala, è abile sia nell’uso dell’olio che del pastello e dell’acquarello.
Giuseppe Solenghi espone nella sua Milano e a Genova, partecipando alle mostre delle Promotrici, a quelle di Brera e della Famiglia Artistica.
Gli scorci di Milano, spesso ritratta durante l’inverno sotto la neve, ma anche vivaci scene di natura bozzettistica lo hanno reso famoso. Muore a Cernobbio, dove si era ritirato negli ultimi anni, nel 1944.
Diverse sue opere sono conservate presso la Galleria Ricci Oddi di Piacenza e alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Una sua retrospettiva è stata organizzata tre anni dopo la sua morte nella Galleria Boito di Milano.
Giuseppe Solenghi: scorci di vita milanese
Il realismo lirico e intimo del maestro Bazzaro porta Giuseppe Solenghi ad inoltrarsi nello stesso genere. Dopo una breve incursione nell’attività di miniaturista, l’artista si dedica con passione e dedizione al paesaggio.
Toni delicati e trasognati spesso caratterizzano le sue tele che hanno come protagoniste Milano e a volte le sue campagne, ma anche Chioggia e la laguna veneziana.
Famose sono le sue vedute di una Milano nascosta sotto una silenziosa e delicata coltre di neve. Tocchi veloci e ovattati denunciano l’uso di una pennellata leggera, poco carica di colore. Il lirismo intimo di Bazzaro si trasmette al suo allievo, anche nella realizzazione di paesaggi campestri.
La laguna di Chioggia
Alla Terza Esposizione della Federazione Artistica Lombarda del 1919 Giuseppe Solenghi espone Prime nevi. L’anno successivo, alla Quarta Esposizione, presenta Chioggia e Marina, due dipinti ispirati alla Laguna di Venezia. I poetici dipinti Lavandaie, Tramonto a Chioggia e Acquitrini lombardi vengono esposti nel 1921, sempre a Milano.
Spesso l’artista, nei suoi modi così delicati e raffinati, è stato paragonato alla fase tarda e di matrice impressionista di Mosè Bianchi (1840-1904). Dagli anni Ottanta infatti, Bianchi si dedica a vedute di Chioggia e dei suoi pescatori, ma anche della vivace vita milanese.
Questa somiglianza si può ravvisare in opere come Pioggia, esposta a Genova nel 1921 e Chioggia del 1922.
Si ricordano poi: Via Vallone, Rustici di montagna, Pecorina ammalata, Naviglio Grande d’inverno, le diverse rappresentazioni dei tram milanesi sotto la neve e Mulino stanco, conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
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