Gustavo Nacciarone

Gustavo Nacciarone. Fanciulla Pompeiana (dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Fanciulla Pompeiana (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Gustavo Nacciarone (Napoli, 1831 – 1929) è allievo, molto giovane, della “Libera Scuola di Pittura” dell’abruzzese Giuseppe Bonolis (1800-1851). Ben presto, segue l’esempio di Domenico Morelli (1826-1901) nella scelta di un verismo storico che utilizza per composizioni orientaliste e pompeiane.

Ma Gustavo Nacciarone si fa interprete non solo di queste tematiche, poiché si dimostra fortemente attratto dal mondo delle giapponeserie, tanto di moda all’epoca. Il suo esordio risale alla Mostra Borbonica del 1855, dove riceve subito la medaglia d’argento con un dipinto di storia, ispirato visibilmente allo stile morelliano.

Purtroppo, le difficoltà economiche impediscono a Gustavo Nacciarone di continuare a dipingere per alcuni anni. Riprende l’attività espositiva solo nel 1862, quando si presenta alla Promotrice di Napoli con due dipinti in costume storico. Queste tematiche si affiancano, nel corso degli anni, a dipinti di genere ambientati in situazioni agresti o a dipinti esotici, in cui sono protagonisti sia il medio che l’estremo Oriente.

Le esposizioni e il successo internazionale

Dagli anni Sessanta, Gustavo Nacciarone espone regolarmente alle Promotrici napoletane fino al 1894, ma prende parte anche alle mostre di Milano, Torino, Genova e Bologna. Portando avanti una pittura limpida e di gusto internazionale, il pittore ottiene un notevole successo anche all’estero.

Il dipinto che lo rende più famoso non è però né di genere pompeiano né di genere orientalista. È la narrazione della morte di un eroe ideale, il musicista Pergolesi che proprio in punto di morte si dice che abbia composto il suo Stabat Mater.

Per quanto riguarda la sua fama all’estero, espone a Berlino nel 1883, a Londra nel 1888 e a Monaco nel 1892. Già dalla fine degli anni Novanta, il pittore abbandona a poco a poco l’arte per dedicarsi alla grafica e all’illustrazione, collaborando anche con diversi periodici italiani. Per alcuni anni insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e muore nella stessa città, nel 1929, quasi centenario.

Gustavo Nacciarone: scene storiche, pompeiane ed orientaliste di gusto internazionale

Sin dall’inizio della sua carriera pittorica, Gustavo Nacciarone sceglie di affiancarsi all’evoluzione stilistica apportata da Morelli nell’ambito della pittura di storia. L’unione di cose «immaginate e vere a un tempo» segna la poetica del pittore per tutta la sua produzione, da quella orientalista a quella ispirata al Giappone, a quella di invenzione storica.

Esordisce alla Mostra Borbonica del 1855 con La morte di Roberto e da questo momento in poi affronterà diverse volte il tema della morte dell’eroe. Dopo una pausa, torna alla Promotrice del 1862 con Isabella Orsini col suo paggio e con Donna in maschera. La sorpresa e La cripta del Duomo di Napoli ottengono un grande successo alla Promotrice del 1864, così come Maria Stuarda nel parco della Regina e Veronica Cibo, presentati nel 1866.

Nel 1871 espone a Napoli La romanza favorita e a Genova due anni dopo La cripta di San Germano. Il primo dipinto orientalista compare a Napoli nel 1873, Gulhanam, seguito poi, nel 1879 da Khadidja, presentato a Torino e da Ogni canto dell’harem può essere così, presentato invece a Napoli e acquistato poi da Umberto I.

Momento di riposo, Preghiera e Posillipo vengono esposti alla Mostra torinese del 1880 e Pompei e Una giapponese a quella di Genova dell’anno successivo. Il genere pompeiano pervade molti dipinti degli anni Ottanta, tra cui anche quello tratto dalle Epistualae di Plinio, Et putes iam del 1882.

Il 1883 è un anno importante: alla Promotrice napoletana presenta dipinti che ottengono un grande successo di pubblico, l’acquarello Nell’harem e gli oli Haidée, Acchiappamelo, acchiappamelo! e Nancy. Mentre a Berlino invia la sua Scena in Pompei che gli procura una serie di lodi a livello europeo.

Nel Giappone compare all’Esposizione di Torino del 1885, seguito da Giapponese e dall’Odalisca presentate a Bologna all’Esposizione Nazionale del 1888. L’ultimo, grandissimo successo di Gustavo Nacciarone, appartiene sempre al 1888. Presenta infatti a Napoli La morte di Pergolesi, accompagnata da un lungo sottotitolo in latino, come è solito fare.

L’opera ottiene talmente tanto successo che viene riproposta alla I Triennale di Milano nel 1891, alla Mostra Nazionale di Palermo del 1892 (insieme ad Hashish e Orientale) e a Monaco nello stesso anno. Oggi è conservato al Museo di San Martino di Napoli.

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