Sommario
Biografia
Gustavo Simoni (Roma, 1845 – Palestrina, 1918) si forma a Roma, presso l’Accademia di San Luca. Inizia la sua attività espositiva nel 1870, con la Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti. È tra i fondatori della Società degli Acquarellisti nel 1876, comparendo tra gli interpreti della pittura orientalista ad acquarello.
È infatti rappresentante di quella scuola romana erede del linguaggio di Mariano Fortuny (1838-1874), che utilizza questo medium così versatile per meglio rendere il “movimento” del colore.
La tavolozza luminosa, il disegno sciolto, le tematiche di genere gli permettono di ottenere un grandioso successo di mercato e di esporre fino al 1913 presso la Società degli Acquarellisti.
I soggiorni in Nord Africa
Gustavo Simoni tratta con notevole disinvoltura temi alla moda graditi alla Maison Goupil: scene orientali, dipinti in costume ispirati ai paesi della campagna romana, scene neo-settecentesche.
Alla fine degli anni Settanta l’artista, spinto come molti altri dalla lettura di Marocco di Edmondo De Amicis, compie un lungo viaggio in Nord Africa.
Soggiorna in Algeria e in Marocco, per poi approdare in Spagna. Questa esperienza lo fa addentrare ancora di più nella rappresentazione esotica, che diventa la sua cifra stilistica.
Si afferma così non solo nelle mostre romane, ma anche a quelle di Venezia e ai Salon parigini, ottenendo un vasto successo di pubblico.
Negli ultimi anni, Gustavo Simoni si trasferisce a Palestrina, nella campagna romana, condividendo con il fratello la trattazione di temi legati ai costumi e al folklore locale. Scipione Simoni (1853-1918), infatti, è famoso soprattutto per le scene ambientate nei vicoletti arroccati dei paesini intorno Roma, come appunto Palestrina, Ceccano, Anticoli Corrado e Subiaco.
Muore a Palestrina nel maggio del 1926, ancora nel pieno dell’attività pittorica.
Gustavo Simoni: l’orientalismo
Gustavo Simoni inizia ad esporre dagli anni Settanta presso la Società Amatori e Cultori dipinti di genere quali Lo studio del pittore. La sua abilità nel descrivere minuziosamente lussuosi ambienti, con u loro raffinati oggetti e colori, lo contraddistingue sin dall’inizio.
L’uso dell’acquarello lo rende scioltissimo nella trattazione delle scene più disparate, da quelle sacre a quelle d’interno.
La Società degli Acquarellisti a Roma
Dopo la fondazione della Società degli Acquarellisti insieme ad altri dieci artisti tra cui Onorato Carlandi (1848-1939) e Pio Joris (1843-1921), Gustavo Simoni si afferma come pittore orientalista. I numerosi soggiorni in Marocco e in Algeria lo spingono a ricreare scene esotiche dallo sciolto e vivace cromatismo.
Scene di mercato, odalische danzanti, arabi in preghiera, carovane con cammelli diventano i protagonisti delle sue opere. I convulsionari viene esposto insieme ad un ritratto femminile all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma nel 1883.
Moresche sulla terrazza, Danza di mori e Concerto israelitico sono i tre acquarelli presentati nel 1887 all’Esposizione di Venezia. Di nuovo a Roma, nel 1893 espone altri soggetti di genere orientalista, poi portati anche ai Salon: Place du Boelik a Tlemcen Algeria e Place D’Alger a Tlemcen.
Al 1906 risalgono Mercato di tappeti arabi e Un’elemosina al povero vecchietto. Ancora, all’Esposizione di Rimini del 1909, invia Cantastorie arabo, La lettura del Corano e I tortori di Maralout.
Queste variopinte scene orientaliste costellano gran parte della carriera di Gustavo Simoni, procurandogli un cospicuo successo di mercato. All’Esposizione Universale di Parigi del 1889 vince anche una medaglia d’oro.
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