Valerico Laccetti

Valerico Laccetti. Mandrie e pastori nella campagna romana - Laccetti Valerico
Mandrie e pastori nella campagna romana. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Valerico Laccetti (Vasto, 1836 – Roma, 1909) viene inizialmente indirizzato ad una formazione di stampo letterario. Poi, una volta trasferitosi dall’Abruzzo a Napoli, inizia a seguire i corsi dell’Accademia di Belle Arti sotto la guida del maestro Filippo Palizzi (1818-1899).

Comincia ben presto ad esporre alle Promotrici napoletane rivelando subito l’impronta palizziana. Non riuscendo a vivere dignitosamente solo con la vendita dei quadri, inizia ad insegnare disegno.

Tra Parigi e Roma

Nel 1861 Valerico Laccetti è a Firenze e due anni dopo a Roma dove rimane fino al 1872. Decide infatti di partire per Parigi, grazie alla fortunata vendita di due quadri rappresentanti animali. Durante il viaggio di studio a Parigi si avvicina alla lezione dei Barbizonniers.

Tornato a Roma, stabilisce il suo studio in via Margutta 33 e continua a dedicarsi alla pittura verista. Essa risulta ormai intessuta di suggestioni raccolte nel viaggio parigino, che cominciano a renderlo un pittore affermato.

Con il tempo ottiene sempre più committenze e guadagni, tanto che nel 1894 compare come azionista della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti. In più, risulta domiciliato in via di Porta Pinciana 74.
Alla fine dell’Ottocento Valerico Laccetti si dedica anche all’attività di scrittore di opere teatrali e romanzi storici, come Arrigo VIII Re e Papa. Muore a Roma nel 1909.

Valerico Laccetti. La pittura realista

All’età di soli 17 anni Valerico Laccetti arriva primo al concorso dell’Accademia di Napoli con il dipinto di storia Aiace Oileo si salva dalla tempesta. Nel 1855 vince il premio per la prospettiva.

Alla prima Promotrice “Salvator Rosa” presenta Il Tarlo, opera di genere che però già evidenzia la netta propensione di Valerico Laccetti per la pittura verista.
Lo stampo è quello palizziano, infatti partecipa alla seconda Promotrice con un piccolo quadro di figure ed animali che viene subito acquistato dal re Vittorio Emanuele.

L’esperienza parigina

Ben presto Valerico Laccetti si specializza nella realizzazione di opere raffiguranti bestiame e piccoli paesaggi con figure dallo spiccato e minuzioso realismo. Queste incontrano immediatamente il favore del pubblico e gli permettono di essere conosciuto anche all’estero.

Il denaro ricavato dalla vendita di Due caprette e Un asinello gli consente di andare a Parigi, città in cui entra in contatto con la pittura realista e con le atmosfere trasognate tipiche della natura della Scuola di Barbizon. Uno dei quadri più apprezzati in Francia rimane però Souvenir de Fontainebleau, esposto nella capitale francese e poi inviato a Napoli.

Il rientro a Roma e il successo

Negli anni ’70, al suo rientro a Roma Valerico Laccetti si afferma grazie alla realizzazione di emozionanti paesaggi della campagna romana, che mostrano il raggiungimento della maturità tramite la mediazione tra la minuzia palizziana e le suggestioni del paesaggio dei Barbizonniers.

All’Esposizione internazionale di Vienna del 1873 espone Ritorno dal lavoro e Un parasole in pericolo, mentre a Roma, alla Società Amatori e Cultori delle Belle Arti presenta Dopo il lavoro, Sulla montagna, L’abbeveratoio naturale, Scherzo infantile e Campagna con due buoi.
Nel 1875 invia due oli alla stessa esposizione, La vedova e La ragazza; tre anni dopo, vince una medaglia d’argento con Una madre che scherza col bambino.

Il verismo sociale e storico

Laccetti dimostra uno spiccato interesse per la questione sociale in La tradita, inviata a Milano nel 1881, mentre il Christus imperat!, presentato all’Esposizione internazionale di Roma del 1883, mostra l’avvicinamento dell’artista al verismo storico di Domenico Morelli (1826-1901).

L’opera ha una lunga lavorazione, infatti Valerico Laccetti riesce ad esporla solamente dopo quattro anni di complesse ricerche e ripensamenti.
Ottiene un grandioso successo di critica e di pubblico soprattutto grazie al particolareggiato trattamento dei costumi medievali uniti al sapiente studio dal vero delle figure rappresentate e inserite poi in un contesto storico reso filologicamente.

L’opera deve essere affiancata a Christus vincit!, esposta nel 1891 alla Permanente di Roma. Valerico Laccetti continua comunque a realizzare piccoli quadri di genere e di impostazione sociale che ottengono un vasto consenso di pubblico.

Vanno ricordate le opere: Le gioie della famiglia, La campagna romana, Effetto di un fulmine, La civiltà che fuga l’ignoranza, tutte eseguite con un sincero realismo sempre memore dell’influenza di Palizzi.

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