Luciano Nezzo

Luciano Nezzo. Corteggiamento in Campagna (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 37 x 74 cm
Corteggiamento in Campagna (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Luciano Nezzo (Badia Polesine, 1856 – Rovigo, 1903) dimostra sin dalla tenera età una forte propensione verso la pittura e il disegno. Ha come primo maestro Marco Vallerini, pittore locale. In seguito, incoraggiato e finanziato da un mecenate veneto che aveva visto in lui promettenti capacità, si trasferisce a Venezia per frequentare l’Accademia di Belle Arti.

I dieci anni passati all’Accademia di Venezia sotto la guida di Pompeo Marino Molmenti (1819-1894) lo preparano ad una pittura accademica e alla realizzazione di soggetti di storia. Terminati gli studi nel 1875, infatti, inizia a partecipare alle prime esposizioni presentando dipinti di matrice letteraria o storica.

Tra la pittura e l’insegnamento ad Urbino

Ben presto, però, richiamato alle armi, Luciano Nezzo viene mandato a Milano, dove decide di perfezionarsi presso l’Accademia di Brera. Una volta rientrato in Veneto, viene subito nominato professore e poi direttore dell’Accademia di Urbino.

Con il passare degli anni, il pittore si separa piano piano dalla pittura di storia, per inoltrarsi nella realizzazione di soggetti di genere di brioso e arguto spunto aneddotico. Il suo esordio ufficiale risale all’Esposizione fiorentina del 1881 e da questo momento in poi, partecipa a numerose ed importanti mostre italiane.

Ottiene anche prestigiosi premi, come la medaglia d’oro all’Esposizione Nazionale Artistica di Venezia del 1887. Seppure dalla critica del tempo Luciano Nezzo venga definito ancora legato al disegno accademico, ne vengono esaltate le qualità cromatiche e soprattutto la saldezza dell’impianto compositivo, assieme alla non meno importante fantasia d’invenzione e d’esecuzione.

Una certa rigidità nella ricerca del dettaglio preciso e otticamente impeccabile viene sicuramente smorzata dalla semplicità e della freschezza delle scene rappresentate. Compaiono infatti sale da pranzo imbandite di cibo, scenette amorose all’aperto, curiose raffigurazioni di interni. Espone fino al 1898 e muore a Rovigo nel 1903. Alcune sue opere sono conservate presso la Galleria Nazionale di Roma, avendo Luciano Nezzo esposto con la Società degli Amatori e Cultori.

Luciano Nezzo: dalla pittura di storia a curiosi soggetti di genere

Ancora studente, Luciano Nezzo vince alcuni premi nell’ambito del disegno e della prospettiva. Sotto l’influenza di Pompeo Marino Molmenti, realizza nel 1875, come saggio accademico il Tasso al letto di morte di Eleonora d’Este e il Leonardo Da Vinci che ritrae la Monna Lisa.

Già in queste prime prove storiche si trova una accurata finitezza cromatica e una spiccata attenzione nei confronti del dettaglio. Queste due caratteristiche saranno sempre presenti nel pittore, anche nella realizzazione di scene di genere, che riempiranno la sua produzione successiva.

Nel 1881 espone a Firenze il soggetto aneddotico Starai buono? mentre l’anno successivo a Torino invia Compagni di giuoco. Con Buongiorno è presente all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma del 1883, ottenendo anche giudizi positivi da parte della critica e del pubblico.

A Torino nel 1884 presenta Alla finestra, mentre nel 1887 a Venezia espone il dipinto Invitati a pranzo, poi riproposto a Rovigo nello stesso anno insieme al Ritratto di Re Umberto.

La giuria veneziana, anche nel caso di Invitati a pranzo, è positiva, soprattutto nella ricezione di un «disegno correttissimo, composizione rispondente a un preconcetto della linea e un pochino accademica, colore sostanzioso, pittura solida, cura minuziosa e paziente di ogni particolare, soggetto mite, famigliare, tranquillamente campagnuolo e simpatico».

In effetti, Luciano Nezzo descrive una scenetta in cui una coppia di anziani, sola, invita a pranzo un gatto e un piccione. La simpatia e la leggerezza del dipinto sono accompagnati, però, da una tecnica impeccabile e dall’intera realizzazione a punta di pennello.

All’Esposizione di Bologna del 1888 presenta Rebecca, a quella di Firenze del 1891 la tela di soggetto storico Il duca Federico di Urbino nel suo studio, omaggio alla città che lo ha ospitato come direttore accademico. Lo stesso vale per Una via di Urbino della Promotrice torinese del 1892.

Partecipa all’Esposizione Nazionale di Roma del 1893 con Alla finestra e Mastro Luigi. Alla vigilia del torneo compare alla sua ultima esposizione, quella di Torino del 1898.

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