Luigi Ashton

Luigi Ashton. Il Castello di Cannero - Olio su Tela, 34,50 x 44,50 cm. Novara, Musei Civici
Il Castello di Cannero. Tecnica: Olio su Tela. Novara, Musei Civici

Biografia

Luigi Ashton (Firenze, 1824 – Milano, 1884), molto giovane, si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Brera. Qui studia con Giuseppe Bisi (1787-1859), pittore di paesaggio “votato” al vero che aveva ottenuto la prima cattedra di paesaggio in Accademia, nel 1838.

Eredita subito il linguaggio del maestro, rendendolo personale nel corso degli anni. Attentissimo agli effetti luministici e cromatici della natura, sempre trattata con sincero verismo, è conosciuto soprattutto per i paesaggi.

Luigi Ashton espone a partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, soprattutto alle Promotrici di Firenze, Genova e Torino. Nel 1883 è attestata la sua presenza all’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1883, poco prima della sua morte, sopraggiunta a Milano nel 1884.

Ha esposto assiduamente anche alle mostre braidensi e ha aperto una scuola di pittura a Milano. L’opera Vicinanze di Galliate è conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Luigi Ashton: il paesaggio dal vero

Pittore molto attento alle variazioni atmosferiche della natura, Luigi Ashton dedica gran parte della sua vita alla realizzazione di paesaggi dal vero. Ereditando questa attitudine dal suo maestro Giuseppe Bisi, viaggia spesso in Italia alla ricerca di motivi e di vedute nuovi.

Esordisce nel 1854 alla Promotrice di Belle Arti di Genova con tre vedute che denunciano soggiorni tanto a Roma, quanto in Svizzera. Si tratta di Vista di Tivoli, Veduta della Villa di Millo a Roma, Una vista di Locarno. I suoi paesaggi prediletti sono quelli della campagna lombarda e delle Alpi, come dimostra Una valle del Sempione, dipinto esposto nel 1855 a Torino.

Sempre a Torino, nel 1858 presenta Un bosco nel Tirolo e Avanzi del Forte di Fuentes nelle vicinanze del lago di Como. Questi titoli evidenziano la forte passione di Luigi Ashton per gli ambienti campestri ed alpini della Lombardia, ma anche per le vedute lagunari. Pittore appassionato, trasmette nei paesaggi dal vero, una visione del tutto personale ed originale, sempre nel solco del realismo toscano e lombardo.

Le Isole Borromee e le Alpi lombarde e piemontesi

All’Esposizione di Torino del 1860 presenta Gruppo di capre ed altri animali e Bosco nelle vicinanze dell’Adda, mentre a quella del 1861 Veduta delle Isole Borromee dalla riva di Stresa (effetto di tramonto), Vicinanze dell’Adda (effetto di neve) e Lago di Varese, con gruppo di animali al pascolo.

In questi anni, Luigi Ashton si fa interprete di una pittura limpida e incantata, pienamente pervasa dalle placide atmosfere dei laghi e delle montagne. Grande interprete del paesaggio delle Isole Borromee e più in generale del Lago Maggiore, è abilissimo nella resa dei riflessi acquatici e dell’umidità dell’atmosfera lacustre.

Motivi sempre molto simili, differenziati dagli altri da piccole variazioni temporali, vengono presentati a Firenze nel 1863: Isole Borromee – Lago Maggiore, Cava di granito a Baveno: lago Maggiore.

Ancora, nel 1868, sempre a Firenze, Luigi Ashton invia il dipinto agreste Mandria di bestie condotte a bere in uno stagno, mentre nel 1869 Interno di una foresta e Il torrente Emma nella valle dello stesso nome nel Bernese.

Due opere suggestive vengono presentate nel 1870 a Torino: La preghiera prima del lavoro e Il piano di Feriolo in autunno avanzato, inviato anche a Parma nello stesso anno. Ancora, nel 1872 a Milano espone La chiesa della Madonna di campagna, presso Pallanza e Capanna, studio dal vero.

Partecipa poi alla sua ultima esposizione nel 1883 a Roma, presentando un dipinto che riassume la cifra caratteristica della sua poetica: Scena campestre.

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