Luigi Paolillo

Luigi Paolillo. Ritorno dalla Pesca. Tecnica: Olio su tela, 22 x 30 cm
Ritorno dalla Pesca. Tecnica: Olio su tela, 22 x 30 cm

Biografia

Luigi Paolillo (Maiori, 1864 – Vietri sul Mare, 1934) è uno dei rappresentanti della Scuola di Amalfi o dei cosiddetti “pittori costaioli”, insieme a Luca Albino (1884-1952) e Antonio Ferrigno (1863-1940). Si forma prima a Maiori al seguito di Gaetano Capone (1845-1924) e di Raffaele D’Amato (1857-1921), poi si trasferisce a Napoli per frequentare l’Accademia di Belle Arti.

Vi rimane molto poco, poiché preferisce dipingere dal vero. Inizialmente Luigi Paolillo si identifica a pieno con la pittura di genere, esponendo alle prime mostre dipinti aneddotici e dalle tematiche leggere. Esordisce nel 1883 a Napoli e a Firenze, proprio con una serie di dipinti di genere.

Ciononostante, ben presto, comincia a rivolgersi anche alla pittura di paesaggio, prediligendo una tavolozza molto variegata e luminosissima per interpretare i meravigliosi scorci della Costiera.

Il trasferimento in Argentina

Il destino del costaiolo Luigi Paolillo è molto simile a quello del suo conterraneo Antonio Ferrigno. Quest’ultimo, infatti, all’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento, decide di partire per il Brasile, per cercarvi fortuna come pittore. Allo stesso modo, Luigi Paolillo, parte nel 1890, ma per l’Argentina. Si stabilisce a Buenos Aires per più di dieci anni, dedicandosi alla pittura e ad una fervente attività espositiva.

Durante gli anni argentini, Luigi Paolillo abbandona la pittura di genere per dedicarsi definitivamente al paesaggio. È la fase in cui si fa interprete di vedute ampie ed ariose che ritraggono la potenza e la maestosità della natura argentina. I grandi bacini idrici della nazione sono tra i soggetti preferiti da Luigi Paolillo, insieme alla Terra del Fuoco.

Ma visiterà l’America Latina in lungo e in largo, arrivando in Cile, in Perù, in Uruguay, fino alle cascate dell’Iguazù, attraversando la Cordigliera delle Ande, per trarne paesaggi suggestivi e di grandi dimensioni, destinati alla committenza argentina.

Il Ministro della Marina argentino lo invia ad Ushuaia, nella Terra del Fuoco, vicino allo stretto dl Magellano, affinché realizzasse quattro enormi paesaggi per il Museo Navale di Buenos Aires.
Tra l’altro, nella capitale argentina, viene anche incaricato di eseguire le decorazioni ad affresco della chiesa del Sacro Cuore di Gesù.

Tra la Costiera e Buenos Aires

Luigi Paolillo rientra in Italia nel 1903: per circa vent’anni, si dedica al paesaggio della Costiera. Si stabilisce a Vietri sul Mare ed espone alle mostre italiane un gran numero di vedute che, attraverso una tavolozza brillante, ritraggono i diversi borghi come Ravello, Amalfi, Vietri. Le sue opere sono spesso incorniciate da decorazioni floreali delle pergole che inquadrano scordi infiniti di mare azzurro.

Nel 1921, ritorna in America per esporre da nord a sud: a Montevideo, Buenos Aires, ma anche Filadelfia, Cincinnati e Ottawa. Il suo successo americano lo trattiene lì fino al 1929, quando finalmente si stabilisce definitivamente a Vietri, morendovi cinque anni dopo, nel 1934.

Luigi Paolillo: gli esordi nel segno della pittura di genere

Luigi Paolillo esordisce alla Promotrice napoletana del 1884 con il dipinto di genere E neanche le bolle!, accompagnato dal soggetto aneddotico Salire, o scendere?. È dunque nella pittura di genere la sua prima avventura artistica, da cui già si nota una tavolozza sciolta e particolarmente accesa.

All’Esposizione di Firenze dello stesso anno invia Guidando il suo gregge, mentre a Napoli, nel 1885 già compare un suo Studio dal vero che rivela l’interesse per il paesaggio ritratto en plein air come insegna la tradizione della scuola napoletana. Un guardiano che costa poco e Bolle, e la mamma non viene vengono esposte alla Promotrice di Napoli del 1887 e Ci sarà..! a quella del 1888.

Agli stessi anni risalgono alcuni paesaggi realizzati con sapiente scioltezza della pennellata e con grande attenzione alla resa della luce. Si tratta di Mattino in campagna e Ingresso di Villa Rufolo, ultimi dipinti prima della partenza per l’Argentina.

Una tavolozza luminosa, tra l’Argentina e la Costiera

Durante gli anni trascorsi a Buenos Aires, Luigi Paolillo si occupa di diversi incarichi pubblici. Viene mandato a visitare diversi luoghi dell’Argentina, da cui trae maestosi paesaggi di grandi dimensioni.

Questi sono caratterizzati da un’ampiezza e da una luminosità che fanno pensare alla maturazione del pittore, come si può dedurre da opere come Dopo la pioggia, Bufera australe, Il Lago Lucar, Tramonto sul Rio della Plata e Giorno grigio.

Ma sono i paesaggi della Costiera realizzati al suo rientro in Italia nel 1903 che rendono famoso Luigi Paolillo. Al 1904 risale Torre dello Scarpiello, una delle opere più famose del pittore, oggi conservata alla Camera di Commercio di Salerno. Seguono Chiesa di San Martino a Ravello di notte e Amalfi all’imbrunire nel 1905.

Pensiero gentile, Crepuscolo lunare e Nella Valle di Vecite risalgono agli anni Dieci, come Uve mature, Villa Rufolo e Primavera sulla Costiera di Amalfi. Nel 1913, a Napoli espone Come le foglie e Bosco di faggi in autunno, dipinti che insieme ad Amalfi dall’albergo dei Cappuccini segnano ormai, con la loro attenzione alle atmosfere e alla luce, la piena consacrazione dell’artista.

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