Sommario
Biografia
Pasquale Massacra (Pavia, 1819 – 1849) nato da una famiglia di condizioni molto umili, viene subito messo a lavorare all’interno della bottega di un intagliatore e poi presso un verniciatore di insegne.
Notate le sue doti disegnative e pittoriche, viene incoraggiato ad iscriversi alla Scuola di disegno e incisione nel 1838, dove ha come insegnante Cesare Ferreri (1802-1859) che lo accoglie sotto la sua ala protettiva come allievo prediletto.
Proprio grazie al suo interessamento, e a quello di altri aristocratici pavesi che tengono al suo futuro artistico, Pasquale Massacra inizia a ricevere una serie di incarichi per l’esecuzione di tele legate alla storia di Pavia.
Il successo e una vita molto breve
È dunque all’inizio degli anni Quaranta che il giovane pittore espone per la prima volta a Brera e si rende noto agli occhi della critica e del mondo accademico milanese. Sin da subito, il suo stile si rivela molto particolare e lontano dal perfetto purismo formale e cromatico di Francesco Hayez (1791-882).
In effetti, anche se risulta umanamente molto vicino ad Hayez, che dispensa al giovane diversi consigli, Pasquale Massacra si fa interprete di un cromatismo più diluito, ricco di trasparenze ed effetti luministici che quasi lo rende un anticipatore della stagione scapigliata milanese.
Nel suo arco di vita molto breve, il pittore pavese riesce comunque a produrre una notevole quantità di opere di soggetto prettamente storico, accompagnate poi da alcuni affreschi eseguiti in chiese di area lombarda. Purtroppo muore a soli trent’anni, nel 1849, mentre sta partecipando ad un’azione patriottica.
Pasquale Massacra: il Romanticismo pavese
Tra i primi dipinti dell’appena ventenne Pasquale Massacra, emerge Frate Bossolaro riceve le offerte dalle signore di Pavia commissionatogli dal suo mecenate Carpanelli. Nel 1846, invece, viene esposta a Brera la tela che è stata poi considerata la sua espressione più alta, Ricciardino Langosco, che viene subito apprezzato dalla critica e da Hayez.
Colpisce in particolare l’esattezza dei costumi, ma anche un cromatismo ricco di effetti luministici che sembra in qualche modo aprire la scuola lombarda a nuove sperimentazioni, poi accolte da artisti come Federico Faruffini (1833-1869).
Nel suo ultimo decennio di vita, Pasquale Massacra lavora intensamente a dipinti di storia e a ritratti, tra cui Donna in rosso, Autoritratto, Ritratto di giovinetta, Ritratto di Angelo Siro Ricci, Il conte Ugolino, Aiace, esposto a Brera con grande successo nel 1845 col titolo Caino dopo l’uccisione di Abele.
Ed ancora, fondamentali, le tele Frate Jacopo Bossolaro che dal Carroccio arringa il popolo contro i Beccaria e Il sicario disarmato dalle preghiere della moglie, esposto nel 1847. Il genere storico, è però accompagnato anche da alcuni affreschi a soggetto sacro, come la Madonna con il Bambino e San Siro per la Basilica di San Michele e la Via Crucis per la Chiesa di Santa Maria di Tovo.
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