Massimo D'Azeglio

Massimo D’Azeglio. Paesaggio con Figure - Tecnica: Olio su Tela, 70 x 100 cm
Paesaggio con Figure. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Massimo D’Azeglio (Torino, 1798 – 1866) divide la sua infanzia tra la città natale e Firenze. Nel 1814, insieme alla famiglia, fa un viaggio a Roma. È proprio durante questa giovanile esperienza che si appassiona alla pittura.

Gli interessi letterari

Tra gli anni Venti e Trenta Massimo D’Azeglio unisce i suoi interessi artistici a quelli letterari e comincia a dedicarsi alla litografia. È così che illustra i propri scritti come La Sacra di San Michele del 1829 o La diffida di Barletta del 1833.

Nel 1831 si trasferisce a Milano dove intensifica ancor di più i suoi interessi letterari e risorgimentali, avvicinandosi ad Alessandro Manzoni (1785-1873) e sposando sua figlia Giulia. In questa città, continua la sua attività di pittore paesaggista e storico, esponendo all’Accademia di Brera. Di ritorno a Torino, lavora per la corte sabauda.

L’attività politica

Nel frattempo Massimo D’Azeglio partecipa all’attività politica ricevendo nel 1849 la carica di Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna, pur non abbandonando la sua attività artistica. Muore a Cannero sul Lago Maggiore, nel 1866.

La campagna romana

Sotto la guida del pittore fiammingo Martin Verstappen (1773-1852), Massimo D’Azeglio inizia come paesaggista girando per la campagna romana e cercando di “catturare” e imprimere sulla tela vedute pittoresche come d’uso all’inizio del secolo.

A testimonianza di questa nuova propensione vi sono l’attenzione di Massimo D’Azeglio per i paesaggi italiani del vedutista tedesco Philipp Hackert (1737-1807) e una serie di studi e disegni raccolti in taccuini.

A Roma entra in contatto con le grandi opere del passato, ma anche con gli artisti più recenti come Antonio Canova (1757-1822) e Vincenzo Camuccini (1771-1844) e si avvicina ben presto alla pittura di storia oltre che a quella di paesaggio.

Opere di Massimo D’Azeglio

Massimo D’Azeglio espone i primi paesaggi nel 1820 e nel 1825 dipinge La morte del conte Josselin de Montmorency (Galleria Civica d’arte Moderna di Torino). Si tratta di un dipinto di storia, in particolare di crociate, inserito in un paesaggio ampio e molto affine alla lezione appresa a Roma sia dal vero che dai paesaggisti nordici.

Appare una verdeggiante quinta scenica, con lo sfondo incorniciato da una pittoresca nebbia che viene popolata da piccoli personaggi storico-letterari. Il racconto è tratto da un romanzo di Madame Cottin, Mathilde, ou Mémoires tirés de l’histoire des croisades.

È ambientato durante le crociate del 1187 e dunque intriso di spirito romantico. Lo è anche un’altra opera di carattere storico molto acclamata nella Torino sabauda, Leonida alla Termopili (Castello di Racconigi).

Nel 1837 il re Carlo Alberto (Torino, 1798-Oporto, 1849) gli commissiona una serie di sei dipinti a soggetto storico e commemorativo dell’attività bellica e politica dei Savoia, per decorare del Palazzo Reale di Torino.

Massimo D’Azeglio espone alla Società Promotrice di Torino per gran parte degli anni Quaranta e Cinquanta, partecipando saltuariamente anche alle esposizioni di Brera.

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