Michele Tedesco

Michele Tedesco. Signora in Rosa (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 43 x 25 cm
Signora in Rosa (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 43 x 25 cm

Quotazioni Michele Tedesco

Il mercato di questo pittore è sostanzialmente centro meridionale e toscano ed è premiato per le ricche composizioni con più personaggi dal netto tratto disegnato: le stime in media vanno dai 15.000 ai 30.000 euro. I disegni sono quotati tra i 200 e i 400 euro mentre gli acquerelli tra i 1.000 e i 1.500 euro.

Qualora comparissero sul mercato dipinti ambientati nell’antica Roma molto finiti potrebbero spuntare cifre maggiori se ben conservati. 

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Biografia

Michele Tedesco (Moliterno, 1834 – Napoli, 1918), grazie ad un finanziamento ottenuto dalla provincia di Potenza, si trasferisce a Napoli per studiare all’Accademia di Belle Arti. Si forma al seguito di Raffaele Postiglione (1818-1897) e di Domenico Morelli (1826-1901).

Gli anni fiorentini

Nel 1860 si arruola nella Guardia Nazionale, per seguire Garibaldi a Firenze. Rimane fino al 1874 in Toscana, aggiornando il suo linguaggio dalla pittura di storia al realismo. Frequenta infatti il Caffè Michelangelo, è molto amico di Giuseppe Abbati (1836-1868) e, insieme a lui e a Telemaco Signorini (1835-1901) è sin da subito ospite di Diego Martelli a Castiglioncello. Collabora inoltre al suo “Gazzettino delle arti del Disegno” con la rubrica “Corrispondenza artistica”.

In questi anni produce una vasta serie di opere, non tutte rinvenute, che spesso sono state confuse con quelle di Odoardo Borrani (1833-1905) o di Silvestro Lega (1826-1895) negli anni della Scuola di Piagentina.

Quasi alla fine del suo soggiorno fiorentino, collabora al “Giornale artistico” di Adriano Cecioni (1836-1886). Il 1874 è un anno ricco di novità: sposa la pittrice tedesca Julia Hoffmann e lascia Firenze per trasferirsi prima a Roma e poi a Napoli.

Gli anni napoletani

Sono questi gli anni del cambiamento del suo linguaggio artistico: inizia a dedicarsi alla pittura di genere e ritorna, in certi casi, anche ai soggetti di storia della sua formazione. Rientrato a Napoli negli anni Settanta, si stabilisce a Portici, dove è ancora pregnante il ruolo della Scuola di Resina.

Nel 1892 ottiene la cattedra di disegno presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli, continuando ad insegnare fino alla fine dei suoi giorni. Si inoltra, negli ultimi anni, nelle tematiche popolari della sua gente della Basilicata, con qualche dipinto anche di sfondo sociale. Muore a Napoli nel 1918.

Gli esordi: la pittura di storia

Michele Tedesco, dopo la sua formazione con Domenico Morelli e Raffaele Postiglione, esordisce a Napoli nel 1855 con un dipinto di storia antica, Il gladiatore. Nel 1859 alla Mostra Borbonica espone Ildegonda Gualderani e Il paggio Folchetto.

Al 1862 risale il Buondelmonte e agli stessi anni, attribuito da poco a Tedesco, Prigionieri borbonici sulla linea del Volturno. Quest’ultimo dipinto è naturalmente ispirato alla sua esperienza al seguito di Garibaldi durante la guerra d’indipendenza, prima del suo arrivo a Firenze.

Sempre all’inizio degli anni Sessanta risalgono alcuni dipinti di tema dantesco, La giovinezza di Dante Alighieri e Gli amici di Dante Alighieri giovinetto. Del 1866 è invece Le prime ispirazioni artistiche di frate Angelico da Fiesole.

Queste tele di piacevole finzione letteraria o artistica si accompagnano ad altri dipinti di più significativo valore storico. Ne sono esempio Il ritorno dei prigionieri dalla battaglia di Legnano, tema medievale carissimo alla pittura romantica e la Morte di Anacreonte, ultimo dipinto storico di Tedesco appartenete alla fase giovanile.

Michele Tedesco: la fase macchiaiola

Frequentando il Caffè Michelangelo, dagli anni Sessanta Michele Tedesco si avvicina alla pittura di macchia. Uno dei primi ospiti di Martelli a Castiglioncello, condivide subito la trattazione cromatica e i temi di Abbati, Borrani e Lega.

Tra questi pittori si crea uno stretto sodalizio artistico e personale, testimoniato anche dal fatto che molte opere di Tedesco provengono dalla collezione Martelli. Ne facevano parte A Volterra, ma anche La lettura, quadri dei primi anni Sessanta, tutti incentrati sulla solennità delle figure e su saldi accordi cromatici.

Molti riferimenti vanno allo spirito della Scuola di Piagentina: classicità e contemplazione, equilibrio cromatico e purismo formale caratterizzano le opere di questo periodo.

Si confonde con la poetica di Lega, Borrani, e Raffaello Sernesi (1838-1866) in opere come Una ricreazione alle Cascine di Firenze del 1863, conservato a Bologna. Allo stesso filone appartengono I viaggiatori aerei, presentato a Torino nel 1865, La giovinetta studiosa, L’attesa in giardino, Gioie domestiche, Una gita a Ravezzano sull’Arno.

Temi domestici e familiari, semplici nella resa realistica della luce e dei volumi, appaiono in La ragazza distratta, Una buona notizia, I regali della festa.

Il rientro a Napoli: tra pittura di genere e soggetti storici

Dopo un lungo soggiorno a Roma, Michele Tedesco fa ritorno a Napoli. I suoi temi cominciano ad allontanarsi da quelli trattati fino all’inizio degli anni Settanta, di matrice macchiaiola. Inizia infatti ad avvicinarsi al racconto delle sue terre d’origine, quelle lucane.
È evidente anche l’influenza della scuola napoletana, sia per il trattamento della luce che per l’avvicinamento ad una serie di tematiche di genere, come sottolinea anche Di Giacomo.

Appartengono a questi anni Le fuggitive, Una signora imprudente, Una figlia naturale, Il dopo pranzo, Uno scherzo e Una madre. Ma anche una serie di dipinti tutti strettamente legati alla Lucania: il famoso Visita di Zanardelli in Basilicata, Costume di Basilicata e I Sibariti.  Altre tele di genere sono Zia e nipote, Il ritorno del bambino dalla balia, La madre – il legittimo erede.

Sono questi gli anni in cui Michele Tedesco ritorna anche alla pittura di storia, con l’importante dipinto Il testamento (1883) che fa rivivere, nella figura incappucciata, la memoria degli Iconoclasti del maestro Morelli.
Agli anni Ottanta e Novanta risalgono i soggetti di storia e mitologici Il giudizio di Paride, La resurrezione di Adone, Madre spartana.

 

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