Francesco Netti

Francesco Netti. Odalisca - Tecnica: Olio su Tela, 46,3 x 61,7 cm
Odalisca. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Francesco Netti (Santeramo in Colle, 1832 – 1894) inizialmente era conosciuto solo per la sua attività di critico d’arte. A partire dal 1980 è stato invece rivalutato come artista a tutto tondo. In quell’anno infatti è stata realizzata una mostra monografica che ha permesso di conoscere e studiare in maniera approfondita la sua produzione pittorica.

La conseguenza di questa esposizione è stata il riconosciuto di Francesco Netti come uno degli esponenti di maggior rilievo della cultura artistica pugliese e napoletana della seconda metà dell’Ottocento.

La formazione a Napoli

Nato in un’affermata famiglia della borghesia fondiaria della provincia di Bari, si trasferisce presto a Napoli dove studia presso il Collegio degli Scolopi di San Carlo alle Mortelle dal 1843. In seguito si iscrive all’università portando a termine gli studi di giurisprudenza. Nel 1855 frequenta per un solo anno il Reale Istituto di Belle Arti.

Nonostante la breve incursione nell’ambiente accademico Francesco Netti si rivela comunque abile nella pratica artistica poiché aveva già studiato pittura presso la scuola libera di Giuseppe Bonolis (1800-1851) ed aveva anche seguito le lezioni di Tommaso De Vivo (1790-1884) e di Michele De Napoli (1808-1892).

Ancora più importante di queste prime frequentazioni in campo artistico sono il soggiorno a Roma dal 1856 al 1859 e soprattutto l’incontro a Napoli con Domenico Morelli (1826-1901), di cui diventa subito amico ed apprendista nel suo studio.

Il soggiorno a Parigi

Tra il 1866 e il 1871  Francesco Netti vive a Parigi. Dietro consiglio di Giuseppe Palizzi (1812-1888), trascorre, dall’agosto del 1869 al gennaio del 1870, un periodo a Grez, un piccolo villaggio situato vicino la foresta di Fontainebleau.

Qui si esercita in tutta tranquillità nei suoi studi dal vero. Stando a Parigi espone anche nel Salon del 1870 e poi, allo scoppio della guerra franco-prussiana, decide di prestare servizio presso la Croce Rossa Italiana.

Gli anni Settanta

Nella prima metà degli anni Settanta si possono enumerare poche opere dell’artista, poiché sceglie di incrementare invece la sua attività di teorico partecipando al VII Congresso Pedagogico di Napoli in cui risulta tra i relatori in qualità di membro della commissione speciale del disegno.

Altro elemento che contribuisce ad allentare la sua attività pittorica è la serie di viaggi che decide di intraprendere in diverse città italiane nel 1874, Ferrara, Padova, Venezia.

In viaggio verso l’Oriente

Nel 1884, insieme a Eduardo Dalbono (1841-1915) e Camillo Miola (1840-1919) Francesco Netti intraprende un viaggio nell’Oriente mediterraneo sullo yacht del principe di Sirignano. In questa occasione visita la Turchia entrando in contatto con la cultura e con le usanze del paese. Resta traccia di questa esperienza nei suoi disegni e bozzetti in taccuini di viaggio poi riutilizzati per la realizzazione di tele ad olio.

Parallelamente all’attività di artista svolge quella di critico. La prima recensione è dedicata alla III Promotrice di Napoli, ma in seguito scrive articoli su diverse esposizioni campane. La sua attività critica è rivolta anche al Salon del 1870 i cui commenti sono pubblicati su “Paris Joli” con lo pseudonimo di “Gelb”.

Scrive poi Note di un visitatore a recensione dell’Esposizione di Roma del 1883. Coniuga fino agli ultimi anni della sua vita l’attività di pittore a quella di acuto critico d’arte e commentatore delle diverse esposizioni soprattutto napoletane. Muore nella sua città natale in Puglia nel 1894.

I primi anni e la vicinanza a Morelli

Importantissima per la formazione di Francesco Netti non è tanto la breve frequentazione dell’accademia, quanto piuttosto l’amicizia e l’apprendistato presso lo studio di Morelli.

Quest’ultimo lo influenza soprattutto nella scelta di tematiche storiche o letterarie e nell’unione di queste ad una pittura basata sul vero. Nello studio del maestro porta a termine alcune opere come la Follia di Haidée e il Ritratto del fratello Antonio, entrambi ultimati nel 1860.

Le opere dei primi anni sono caratterizzate da una forte ricerca del carattere personale ed individuale delle storie raccontate. Questa tendenza è dovuta in particolare alla frequentazione della scuola di nudo di Filippo Palizzi (1818-1899) e costituiscono un nucleo iniziale importante di Francesco Netti.

Le opere sono state quasi tutte esposte alle Promotrici napoletane: Un episodio del 15 maggio 1848, presentata nel 1862; La pioggia, nel 1864; Processione di penitenza durante l’eruzione del Vesuvio del 1794 esposta nel 1866. Un’opera, quest’ultima, che rappresenta un tipico soggetto della tradizione napoletana e che sancisce la definitiva conoscenza dell’artista da parte del pubblico.

Gli sviluppi parigini

Gli anni che Francesco Netti trascorre a Parigi, intervallati da un breve soggiorno a Fontainebleau, gli permettono di lavorare sull’osservazione e riproduzione del vero. Dai disegni e bozzetti di questo periodo si può notare la chiara ispirazione alle opere Gustave Courbet (ad esempio Festa a Grez del 1869-1870).

Tornato in Italia realizza diverse opere ancora legate al linguaggio appreso e elaborato a Parigi, come  Orgia e lavoro e La sortie du bal, rue de l’Académie de Médicine, tra le poche tele databili ai primi anni Settanta.

Francesco Netti, pittore verista

La cronaca della realtà

Dopo numerosi viaggi di studio, riprende l’attività pittorica dedicandosi soprattutto a quadri con soggetti antichi. Le ambientazioni sono Pompei e Paestum, con imponenti e scenografiche ricostruzioni archeologiche. Ne sono un esempio Coro antico che esce dal tempio presentato all’Esposizione Nazionale di Napoli nel 1877 e Lotta dei gladiatori durante una cena a Pompei esposto a Torino tre anni dopo.

Queste opere segnano la fine della fase antichizzante di Francesco Netti, che sceglie di dedicarsi pienamente alla realtà contemporanea, narrata con intenso verismo. Un esempio di questa produzione è In corte d’assise, tela ispirata dal processo Fadda e realizzata nel 1882 ma esposta l’anno successivo a Roma.

La fase orientalista e il ritorno in Puglia

L’occasione del viaggio in Turchia gli permette di entrare in contatto con un ambiente nuovo ed affascinante che diventa fonte di ispirazione per le opere di quegli anni. La siesta (1884) e Le ricamatrici levantine (1886-1890) in cui Francesco Netti insiste manieristicamente sui temi orientali.

Nell’ultima parte della sua produzione prevale invece l’interesse per le scene campestri della sua Puglia. Protagonisti indiscussi delle sue tele diventano i lavoranti delle campagne, in particolare i mietitori. A questi dedica tre grandi opere: Riposo in mietitura, Il pasto dei mietitori e La messe.

Il ciclo avvicina molto Francesco Netti ai temi del verismo sociale, elemento ancora più rafforzato dal fatto che per realizzare questi ultimi quadri si avvale anche della fotografia,  considerandola tramite diretto per lo studio del vero e per l’indagine reale e schietta della vita contadina e povera della popolazione della sua Puglia.

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