Norberto Pazzini

Norberto Pazzini. Paesaggio montano, 1890
Paesaggio montano, 1890. Tecnica: Olio su Tavola

Biografia

Norberto Pazzini (Verrucchio di Romagna, 1856 – 1937) a diciotto anni si trasferisce a Roma. Qui si iscrive alla scuola del Museo Artistico Industriale e stringe subito amicizia con Giuseppe Cellini (1855-1940).

Abita in pieno centro, precisamente in piazza Santa Caterina dei Funari ed in seguito in Palazzo Borghese. Per questo conosce molti artisti, tra cui Giulio Aristide Sartorio (1860-1932).

Si interessa al nudo, ma anche e soprattutto alla pittura di paesaggio. Grazie a queste sue capacità il conte e pittore Lemmo Rossi Scotti (1848-1926) gli presenta Nino Costa (1826-1903). Con lui instaura subito un profondo rapporto di amicizia e vicinanza artistica, infatti entrerà a far parte sia della Scuola Etrusca che di In Arte Libertas.

Tra gli anni Ottanta e Novanta si sposta in via Ripetta dove dà vita anche al suo studio al cui interno realizzerà un gran numero di opere poi presentate alle mostre della società In Arte Libertas o a quelle degli Amatori e Cultori di Belle Arti.

La Galleria Pesaro di Milano nel 1922 organizza la personale di Norberto Pazzini con un totale di centosessanta opere tra dipinti, acquarelli e disegni. Nel 1925 diventa Accademico di San Luca e nel 1932 partecipa alla prima Quadriennale di Roma.

Negli anni Trenta si dedica soprattutto alla pittura di paesaggio legata ai suoi luoghi d’origine in Romagna. Comincia a sentirne la mancanza in età avanzata, quindi ritorna nella sua città natale Verrucchio e vi muore nel 1837. Nel 1939 il Lyceum di Firenze gli dedica una retrospettiva composta da settantasei sue opere.

Influenze artistiche

Il nudo

Nella sua prima fase di espressione artistica Norberto Pazzini si interessa molto alla figura umana e in particolare al nudo. Frequenta assiduamente le sale di anatomia dell’Ospedale Santo Spirito e comincia a comporre una serie di nudi a carboncino.

Negli anni Ottanta queste sue capacità disegnative vengono notate da Giuseppe Sacconi (1854-1905), architetto che si occupa della progettazione del Vittoriano. Così Pazzini entra a far parte del gruppo di artisti che lavorano ai disegni del monumento nello studio di Sacconi.

Solamente nella metà degli anni Novanta e poi nel primo decennio del Novecento tornerà a trattare intensamente la figura umana e il nudo. In questo periodo realizzerà un cospicuo numero di disegni e bozzetti e l’opera Sant’Anna e la Vergine del 1894, per la chiesa di San Biagio a Saludecio.

Norberto Pazzini. La pittura di paesaggio

La Scuola Etrusca

Negli anni Ottanta affianca lo studio della figura a quello della pittura di paesaggio, di cui diventerà un grande interprete. Utilizzando acquarello e carboncino realizza diversi Paesaggi che costituiscono i suoi esordi, insieme all’olio Vetralla, Campagna del Lazio ed Estate del 1884.

Le sue qualità di paesaggista spingono l’amico conte Lemmo Rossi Scotti a presentare a Norberto Pazzini Nino Costa, attorno al quale orbitano già dagli anni Cinquanta artisti italiani e europei con i quali il pittore si reca a ritrarre dal vero la campagna romana.

Nel 1883 nasce proprio grazie a Nino Costa, la Scuola Etrusca. Insieme agli inglesi Frederick Leighton (1830-1896) e George Mason (1818-1872), portatori delle istanze preraffaellite in Italia, batte le zone di Ardea e Pratica di Mare, con altri artisti come Cesare Formilli (1860-1942) e Giuseppe Cellini, dando vita ad una pittura di paesaggio in cui il vero naturale colto en plein air si innesta con il sentimento e con un’atmosfera dal contenuto simbolico e a tratti onirico.

Norberto Pazzini diventa subito membro del cenacolo, partecipando alla mostra di Liverpool del 1884  e alla mostra della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti del 1885 con Verrucchio in Romagna, Al Pincio, Vecchia trasteverina. Degli stessi anni sono anche  Sulla riva del Tevere, Roma sparita e Campagna romana.

In Arte Libertas

Nel 1886, sempre al seguito di Nino Costa, entra a far parte della società In Arte Libertas. Partecipa alla prima mostra in via San Nicola da Tolentino 72, ma anche alla seconda del 1888 a Londra, dove presenta Chiare, dolce e fresche acqueAll’ombra profumata, Bambino con cerchio.

Nel 1890 Norberto Pazzini risulta tra i firmatari dello statuto della società e nell’ambito della particolare trattazione del paesaggio auspicata da Nino Costa partecipa a diverse esposizioni degli anni Novanta con dipinti evocativi e simbolici della natura attorno e dentro Roma, come Al Pincio. Mattino.

Espone in tutte le mostre di In Arte Libertas e a gran parte delle mostre della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti.
Dal 1899 prende parte anche a diverse Biennali di Venezia e durante la XIX Biennale Vittorio Emanuele III acquisisce una serie di paesaggi di Norberto Pazzini, tra cui L’alba nel cielo mattutino stampava le dita di rosa.

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