Ruggero Panerai

Ruggero Panerai. Pattuglia di Cavalleria in Perlustrazione. Tecnica: Olio su tela, 80 x 120 cm
Pattuglia di Cavalleria in Perlustrazione. Tecnica: Olio su tela

Quotazioni Ruggero Panerai

I quadri di questo pittore sono quotati dai 1.000 ai 5.000 euro, con punte sopra i 10.000 euro per tele di grande dimensione o qualità. Gli acquerelli sono stimati trai 200 e i 400 euro. Meno ricercati i paesaggi sommari dell’ultimo periodo (Montepiano) mentre più apprezzati le opere legate alla solidità fattorina. 
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Biografia

Ruggero Panerai (Firenze, 1862 – Parigi, 1923) si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, ma da 1880 frequenta anche lo studio di Giovanni Fattori (1825-1908). La sua prima produzione è esattamente incentrata sul linguaggio cromatico e compositivo trasmessogli dal maestro, come è ben visibile dai dipinti d’esordio esposti a Firenze nel 1883.

Già due anni dopo, però, la pittura di Ruggero Panerai si sposta su uno stile più mondano e vaporoso, sull’esempio di Giuseppe De Nittis (1846-1884). A questo punto, la brulicante e festosa vita alto borghese di Firenze diventa il soggetto prediletto del pittore, che realizza scene di mercato, passeggiate cittadine, corse di cavalli.

Il successo di pubblico e di critica

Il successo giunge immediato dopo la sua partecipazione all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887. La pittura di Ruggero Panerai acquisisce, a questo punto, toni brillanti e seducenti, caratterizzati dal una pennellata vibrante e mossa, anche nella descrizione della vita quotidiana.

Piccoli episodi cittadini e, in un secondo momento campestri acquisiscono, nelle scene del pittore, un valore assoluto e quasi celebrativo, in netta sintonia con il linguaggio poetico di Carducci. Anche nelle rappresentazioni di genere ambientate in campagna, l’evento più piccolo raggiunge un’importanza lirica e maestosa, guadagnata sempre con una pittura che getta le basi nel verismo fattoriano.

L’abilità tecnica del pittore ben si coniuga con le tematiche giornaliere: la nascita di un agnello, le corse dei cavalli, la morte di un animale in campagna. Ciò gli permette di esporre anche nella galleria Pisani a Firenze, ottenendo l’approvazione dei maggiori collezionisti del tempo, anche grazie ad alcuni suoi rari nudi seducenti e delicati.

Nel 1888 viene nominato professore all’Accademia di Bologna, città in cui si stabilisce per diversi anni. Tra gli anni Novanta e l’inizio del Novecento, si dedica per qualche tempo alla pittura di genere di stampo neo settecentesco, per poi tornare alla solenne e sentita narrazione campestre. Partecipa alle esposizioni fino al 1899; muore a Parigi nel 1923 a sessantuno anni.

Ruggero Panerai: scene cittadine e campestri tra il verismo e la pittura alla moda

L’esordio di Ruggero Panerai nel 1883 è profondamente connesso agli insegnamenti del maestro livornese Fattori. Già dai titoli si trova un’assonanza con il linguaggio del pittore, Sulla via ferrata e All’ombra. Dunque, la primissima produzione di Ruggero Panerai si orienta su scene campestri realizzate con un solido verismo.

Dal 1885, però, risulta attratto dalla poetica di De Nittis, per cui sviluppa una pittura più mondana ed effimera, soprattutto nei dipinti Il ritorno dalle corse alle Cascine e Il passaggio dei cavalleggeri da Piazza San Gallo. Toni argentei pervadono questi dipinti, realizzati con una pennellata sintetica e veloce.

Con il dipinto Il guado Ruggero Panerai partecipa all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, ottenendo un vasto successo di pubblico e di critica. Poco dopo, a Milano, vince il Premio Fumagalli con il dipinto Il cavallo malato, grande tela di reminiscenza fattoriana.

All’Esposizione Nazionale di Bologna del 1888 presenta, invece, Mazeppa, tema tratto da un poema sinfonico di Liszt, che ha come soggetto Ivan Mazeppa legato nudo ad un cavallo. Lo studio anatomico degli animali viene effettuato da Ruggero Panerai con accuratezza e ricerca del vero.

Questo si nota anche dai dipinti esposti a Firenze l’anno successivo: due Studi di paese e uno Studio di mucche. Difesa di una villa, grandi manovre compare a Genova nel 1890. Mentre a Firenze nel 1891 presenta ben otto dipinti: Al pascolo, Pascoli alti, Il ritorno, Pecore che pascolano, Sera, Mucche che ritornano nella stalla, Sull’Appennino e Riposo sotto gli abeti.

Frequenti sono i dipinti in cui sono protagoniste sezioni di artiglieria e cavalleria, sull’esempio del maestro Fattori, come ben si nota da dipinti quali Artiglieria alle manovre, Soldati, pattuglia di cavalleria in perlustrazione, ispirati alle guerre di indipendenza.

Prende parte alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze con Pace, dipinto dai toni idilliaci. Al 1899 risalgono le sue ultime apparizioni pubbliche: partecipa alla Promotrice fiorentina con Cascinale e alla Promotrice genovese con Fiori di campo e Fior di giardino.

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