Antonio Ermolao Paoletti

Antonio Ermolao Paoletti. Le Caldarroste (dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Le Caldarroste (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Antonio Ermolao Paoletti (Venezia, 1833 – 1912) si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove segue i corsi di Pompeo Marino Molmenti (1819-1894). Esordisce con soggetti di storia legati al gusto romantico e si specializza sin da subito nella decorazione ad affresco di diversi palazzi e chiese venete.

La carriera di Antonio Ermolao Paoletti come decoratore prende immediatamente un eccellente avvio, tanto che viene chiamato a decorare anche il sipario del Teatro La Fenice, con un soggetto di storia celebrativa del Cinquecento veneziano.

Ma l’attività dell’artista non si ferma alla decorazione pubblica. Per quanto riguarda la pittura da cavalletto, infatti, piano piano si distacca dai soggetti di storia e si specializza nel ritratto e nella pittura di genere. I suoi temi prediletti sono scenette aneddotiche ambientate a Venezia, immagini popolari della città inserite in meravigliosi scorci resi con qualità pittorica impeccabile.

Il successo in Italia e all’estero

Antonio Ermolao Paoletti usa sia l’olio che l’acquarello ottenendo pian piano un successo sempre maggiore alle esposizioni. Esordisce come pittore da cavalletto negli anni Settanta, partecipando alle più importanti rassegne italiane, come l’Esposizione di Milano, le Promotrici di Firenze, di Torino e di Genova.

È molto attivo anche all’estero, dove i collezionisti apprezzano i dipinti del pittore perché ambientati in una Venezia magica, pittoresca e ricca di riferimenti aneddotici e quotidiani.

È conosciuto soprattutto a Vienna, dopo aver partecipato all’Esposizione del 1873, e ad Anversa, dove espone nel 1885. Rimane attivo fino all’inizio del Novecento e muore a Venezia nel 1912 all’età di settantanove anni.

Antonio Ermolao Paoletti, tra la decorazione e la pittura di genere

Il successo giunge ad Antonio Ermolao Paoletti sin dagli anni Sessanta, ma prima attraverso la pittura di storia e le decorazioni pubbliche. Inizialmente presenta alle esposizioni accademiche veneziane soggetti di storia quali Il rifiuto della moglie di Francesco Foscari a consegnare alla veneta signoria il cadavere del marito.

Come decoratore, realizza la Veduta di Verona nel Palazzo Ducale di Venezia, ma anche la Pala d’Altare della Chiesa di Santa Maria Formosa, con la Purificazione della Vergine.
A Padova, nella Basilica del Santo, si occupa degli affreschi della Cappella di San Giuseppe. Mentre con l’episodio storico dell’Arrivo a Venezia di Olderico Giustiniani recante l’annuncio della vittoria di Lepanto, decora il Sipario de Teatro La Fenice.

Il gusto aneddotico

Come pittore di genere, Antonio Ermolao Paoletti esordisce all’Esposizione di Milano del 1872 con Ecco come va il vino delle messe. Quest’opera apre la serie dei dipinti di gusto aneddotico che caratterizzano gran parte della produzione del pittore.
Con una tecnica scaltra e una tavolozza luminosa, descrive la quotidianità popolare della Venezia della seconda metà dell’Ottocento.

Si fa interprete di scenette vezzose e popolari, ma anche di dipinti più veristi, sempre caratterizzati, però, da una leggerezza di intenti che lo separa dalla pittura storica dei primi anni. Nel 1873, alla promotrice di Genova espone L’orologio, nel 1877 a Firenze espone L’attesa (donna in costume).

Dopo una breve pausa, riprende ad esporre nel 1883, sempre a Firenze, presentando lo stesso dipinto precedente, per poi partecipare all’Esposizione di Torino del 1884 con i deliziosi dipinti Fa caro al nonno! e Fiori alla S. Vergine.

I due dipinti tratti dalla quotidianità popolare veneziana Venditore di pesce e La ga el vovo compaiono a Torino nel 1885, mentre nello stesso anno, ad Anversa propone Sulla riva. Nel 1901 partecipa alla sua ultima mostra, a Firenze, esponendo il dipinto Sulla spiaggia.

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