Pasquale Celommi

Pasquale Celommi. La Nascita di Venere | Olio su tela
La Nascita di Venere. Olio su tela

Quotazioni Pasquale Celommi

I piccoli dipinti su tavola sono stimabili tra i 1.500 e i 3.000 euro. I dipinti ad olio su tela di grandi dimensioni hanno quotazioni tra i 5.000 e i 10.0000 euro circa. I suoi soggetti sono paesaggi con pastori, popolani e marinai intenti nelle attività quotidiane realizzati con grande perizia disegnativa e piacevolezza cromatica, anche se un pò ripetitivi. L’area di interesse è esclusivamente abruzzese.
Le valutazioni possono subire variazioni per numerosi fattori: lo stile, la tecnica, il soggetto raffigurato, la dimensione, la qualità e il supporto utilizzato. Si raccomanda di contattare i nostri esperti per ricevere una stima gratuita e aggiornata.

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Biografia

Pasquale Celommi (Roseto degli Abruzzi, 1851-1928) nasce in una famiglia di pescatori della costa abruzzese. Il padre lo indirizza, insieme ai suoi fratelli, al mestiere della pesca in mare aperto, ma sin da piccolo dimostra spiccate doti di osservatore e disegnatore del mondo umile e forte che lo circonda.

Un nobiluomo di Roseto, si accorge di queste caratteristiche e decide volentieri di finanziargli gli studi accademici.
Così nel 1873 si trasferisce in Toscana per studiare all’Accademia di Firenze, rimanendovi per otto anni. Esordisce nel solco della pittura verista a Firenze e ritorna a Roseto degli Abruzzi nel 1881.

Inizialmente, soprattutto nelle tematiche folkloriche, è molto vicino al conterraneo e coetaneo Francesco Paolo Michetti (1851-1929). La sua tavolozza risulta variegata ed estremamente brillante, come sarà poi quella del figlio Raffaello Celommi (1881-1957).
Quest’ultimo condividerà con il padre anche i soggetti: splendenti marine abruzzesi, pescivendole, pescatori, contadini al ritorno dai campi, luminosi paesaggi montani dell’entroterra.

Successo di critica e di pubblico

Pasquale Celommi partecipa a diverse esposizioni non soltanto abruzzesi, ma anche genovesi, fiorentine, romane. Ottiene un grande successo di critica e di pubblico all’Esposizione Internazionale di Roma nel 1895.
Nonostante l’artista rimanga a vivere nella provincia costiera abruzzese, i suoi soggetti del popolo così vivaci, inseriti in paesaggi altrettanto vividi e luminosi, hanno ottenuto un notevole riscontro.

Le sue tele sono state ampiamente ammirate dagli aristocratici abruzzesi e richieste da mercanti d’arte di origine soprattutto anglosassone. Questi le hanno poi fatte entrare vantaggiosamente in collezioni private di americani e australiani, grandi amanti delle brillanti vedute e dei soggetti popolari di Pasquale Celommi. Muore a Roseto degli Abruzzi nel 1928.

Scene popolari e quotidiane da Roseto degli Abruzzi

Sin dagli esordi Pasquale Celommi si dimostra un abile interprete di soggetti costumbristi della costa abruzzese. Essendo vissuto in un’umile famiglia di pescatori è avvezzo a raccontare facilmente la quotidianità della vita sulla spiaggia.
Pescivendole, marinai, pescatori dai vividi colori delle vesti popolano le sue tele, le cui scene si svolgono spesso in riva al mare.

Anche i campi pianeggianti della costa, o le colline dell’entroterra teramano sono i luoghi scelti da Pasquale Celommi per fare da sfondo a contadine, uomini e donne che vendemmiano, lavandaie, ragazze con ceste. Il tutto nella dimensione familiare e quasi idilliaca del lavoro di campagna.

L’esordio avviene con Vecchio e Odalisca, esposti a Torino nel 1880. Si tratta di soggetti molto vicini alla lezione di Francesco Paolo Michetti.
L’Odalisca è un esercizio che già lo vede indirizzato verso un tipo di pittura che predilige le tematiche folkloriche.
I colori già risultano squillanti e la protagonista femminile è anticipatrice, seppur nella sua veste orientale, delle fiere fanciulle abruzzesi.

Il successo delle vivaci scene di costume popolare

La sua terra natale diviene protagonista dagli anni Ottanta in poi. All’Esposizione Nazionale romana del 1883 presenta Tarantella. Alla Promotrice di Belle Arti di Genova del 1886 Pasquale Celommi partecipa con il dipinto aneddotico Un piatto rotto in cucina.

A quella del 1892 con tre dipinti che richiamano in tutto e per tutto soggetti e tradizioni del popolo abruzzese: La lavandaia, La cafonetta, La dichiarazione. All’Esposizione di Roma del 1895 ottiene un enorme successo di critica e di pubblico con II ciabattino.

A quella Provinciale di Teramo nel 1888 si presenta con i suoi famosi dipinti La pescivendola, Il contadino politicante, Lo sposalizio abruzzese.
Si tratta di una serie di dipinti tutti caratterizzati da vividezza cromatica e luministica e da piacevolezza dei soggetti tratti dalla quotidianità abruzzese.
La sua terra, fatta di fierezza, lavoro, ma anche bellezza montana e marina traspare da ogni luminosa pennellata.

Pasquale Celommi. Incursioni in altri generi

Celommi, all’interno dei confini della cittadina di Roseto, si è dedicato anche ad una serie di prove di carattere sacro. La Crocefissione e La sacra famiglia sono infatti conservate presso la chiesa di S. Maria Assunta di Roseto degli Abruzzi.
L’artista ha fatto diverse incursioni non soltanto nel genere sacro, ma anche in quello mitologico e di costume neo-settecentesco (Donna con guanto).

Generi questi, che gli hanno permesso ancora una volta di essere ampiamente apprezzato dal mercato. Per quanto riguarda il genere mitologico, ne sono esempio opere come Aurora, Tersicore musa della danza, La leggenda di Andromeda e Perseo.

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