Giovanni Napoleone Pellis

Giovanni Napoleone Pellis. Ragazza con lo Specchio. Tecnica: Olio su tela
Ragazza con lo Specchio. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Giovanni Napoleone Pellis (Ciconicco di Fagagna, 1888 – Valbruna, 1962) inizialmente si forma da autodidatta, nonostante la famiglia lo voglia far diventare perito agrario.
Ma il ragazzo, intenzionato a studiare pittura, inizia a frequentare lo studio dell’artista friulano Leonardo Rigo (1846-1915).
Dopo questi primi anni di incerta formazione, nel 1907 si trasferisce a Venezia per seguire i corsi di Guglielmo Ciardi (1842-1917) presso l’Accademia.

Tra Venezia e Roma

È così che Giovanni Napoleone Pellis si avvicina alla pittura di paesaggio, suo genere prediletto, anche se nel corso degli anni acquisterà valore anche la figura. A Venezia, entra in contatto con il fervente ambiente della Secessione e dunque comincia ad esporre con regolarità alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Ca’ Pesaro, diretta da Nino Barbantini.

Nel 1914 ottiene la borsa di studio Marangoni, che gli permette di trasferirsi a Roma per approfondire i suoi studi. Incontra Giorgio De Chirico (1888-1978), Felice Carena (1879-1966), Attilio Selva (1888-1970). In questi anni la sua pittura risulta sottilmente legata all’Espressionismo fauve, soprattutto per quanto riguarda le forti scelte coloristiche.

Allo scoppio della guerra, nel 1915, viene richiamato in Friuli dove combatte nel territorio delle Alpi Carniche. Questi luoghi diventeranno per lui importantissimi: spesso vi ritornerà per passare lunghi periodi di ritiro e di ricerca artistica.

A questo punto il rapporto di Giovanni Napoleone Pellis con il paesaggio diventa strettissimo. Molti suoi soggetti hanno come protagonista la montagna friulana, con i suoi abitanti e le sue tradizioni. Nei dipinti del dopoguerra le violente accensioni cromatiche si moderano e vanno verso un cromatismo ispirato al Divisionismo di Giovanni Segantini (1858-1899), con i suoi riferimenti simbolici e con una forte componente interiore.

Lo studio a Udine e i soggiorni a Valbruna

Per alcuni anni fa la spola tra Sauris, nelle Alpi Carniche, e Roma, sempre usufruendo della borsa di studio Marangoni. Ma le precarie condizioni economiche lo portano a stabilirsi definitivamente ad Udine all’inizio degli anni Trenta. Il suo studio è un luogo di ricerca e sperimentazione in cui si rifugia per tutti gli anni Quaranta e Cinquanta.

Frequentissimi sono i suoi soggiorni in montagna, dove non si dedica soltanto ai grandi paesaggi alpini, ma anche a disegni, nature morte e nudi che lo avvicinano agli stilemi di Novecento. Partecipa a diverse mostre collettive e tiene un’importante personale a Firenze nel 1956, che lo elegge come uno tra i più importanti artisti friulani del primo novecento.

I suoi soggiorni a Valbruna, negli anni Cinquanta, si fanno sempre più assidui. Morirà proprio nel paese montano, nel 1962, lasciando incompiuta il suo ultimo paesaggio alpino.

Giovanni Napoleone Pellis: il paesaggio e la tradizione friulana

Le prime opere di carattere espressionista vengono esposte dall’artista friulano Giovanni Napoleone Pellis presso le mostre secessioniste di Ca’ Pesaro del 1909, 1912 e 1913. Si tratta di dipinti come Covoni di fieno in controluce o Sagra, in cui il tratto è veloce e sintetico e i colori stesi con vigore ed energia.

Nel 1914, il pittore partecipa finalmente alla Biennale di Venezia con il dipinto Preludio di una notte serena. Contemporaneamente, trasferitosi a Roma, prende parte alla Secessione romana con il significativo Nevicata in Cadore, che testimonia il suo amore incondizionato per il paesaggio montano.

Alla Secessione del 1915 espone invece il poetico e forte dipinto Le amiche, dalla dichiarata accezione simbolica e dal tratto disegnativo duro e tagliente, come la montagna circostante. Questo è accompagnato da Cima Tappata sotto la neve e da Preludio di una notte serena.

Dopo la guerra, Giovanni Napoleone Pellis riprende ad esporre nel 1922: prima partecipa alla Fiorentina Primaverile con Carnevale in Sauris (alta montagna) che testimonia i suoi frequenti soggiorni tra le amate Alpi Carniche. Poi, alla Biennale di Venezia presenta il dipinto che lo consacra definitivamente, Il viatico.

Si tratta di una tela di enormi dimensioni che riprende la pennellata divisionista di Segantini e la accorda ad una atmosfera ancora espressionista, in cui una processione di uomini sfila silenziosa nella neve altissima e dai riflessi azzurri.

Fino al 1930, l’artista soggiorna tra Roma e il Friuli e partecipa con nudi e figure ad alcune esposizioni regionali di Novecento. Nel 1930 espone alla Biennale di Venezia con uno stile ormai lontano dalle accensioni fauve, ma sempre personalissimo, come dimostra il dipinto I vegliardi. I casotti della fiera compare alla Quadriennale di Roma del 1931.

Tra gli anni Trenta e Quaranta diverse sono le personali di Giovanni Napoleone Pellis tra Udine e Trieste, mentre si fanno sempre meno cospicue le sue presenze a collettive di rilievo, eccezion fatta per la Quadriennale romana del 1952.

I suoi soggiorni montani lo allontanano sempre di più dalla vita pubblica: ormai si dedica incessantemente a paesaggi e autoritratti che rivelano uno stile rapido e attentissimo al disegno.

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