Osvaldo Peruzzi

Osvaldo Peruzzi. Aeropittura (dettaglio). Tecnica: Olio su tela
Aeropittura (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Osvaldo Peruzzi (Milano, 1907 – Livorno, 2004) nasce da genitori toscani, ma cresce a Milano, dove frequenta il Politecnico. Ben presto si avvicina alla pittura, in particolare al Futurismo, proprio tra le aule dell’università milanese.

Dopo la pubblicazione del Manifesto dell’Aeropittura futurista, di cui il giovane segue gli sviluppi sin dagli anni Venti, diviene anch’egli rappresentante della pittura aerea, a cominciare dalla sua prima mostra, tenutasi alla Sala Taveggia di Milano, individuato e stimato subito da Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944).

Molto vicino a Fortunato Depero (1892-1969), a Gerardo Dottori (1884-1977), a Enrico Prampolini (1894-1956) e a Fillìa (1904-1936), nel 1933, prende parte alla Mostra “Omaggio futurista ad Umberto Boccioni”, presso la Galleria Pesaro di Milano, presentandosi per la prima volta al grande pubblico e alla critica.

All’inizio degli anni Trenta, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria al Politecnico, si trasferisce a Livorno per seguire l’attività di famiglia, una vetreria artistica. Nel frattempo, continua a praticare un’aeropittura estremamente dinamica, ricca di visioni roteanti e vertiginose che segue alla lettera le parole del Manifesto.

Le sue opere sono, infatti, «moltiplicazione di forme e colori con dei decrescendo e diminuendo elasticissimi, che si intensificano e si spaziano, partorendo nuove gradazioni di forme e colori».

La ricca attività espositiva da aeropittore

Dopo la mostra presso la Galleria Pesaro, il giovane Osvaldo Peruzzi partecipa alla Mostra Futurista a Palazzo Ferroni a Firenze e poi a quella di Roma e di Amburgo.

Dunque, attivissimo sin da subito dal punto di vista espositivo, porta avanti la sua incessante attività pittorica per molti anni, prendendo parte anche a diverse edizioni della Quadriennale romana.
Come accennato, durante gli anni Trenta, è molto vicino al futurista Fillìa, che lo inserisce tra i collaboratori delle sue riviste “Stile futurista” e “La città nuova”.

La “Plastica delle essenze individuali”

Nel 1941, il pittore milanese trapiantato a Livorno pubblica un suo personale Manifesto, intitolato Plastica delle essenze individuali. Durante la Seconda guerra mondiale, viene fatto prigioniero dagli americani nel 1943, prima che diventassero nostri alleati.

Terminato il conflitto, Osvaldo Peruzzi rientra a Livorno, dove continua a condurre la sua attività pittorica. Soltanto negli ultimi anni la sua figura è stata pienamente riconosciuta e rivalutata come una delle più importanti all’interno della compagine dell’Aeropittura futurista.

Osvaldo Peruzzi, morto a novantasette anni, nel 2004, è sempre rimasto molto legato alla pittura futurista, portando avanti il discorso della celebrazione dell’immagine aerea per molti decenni, senza mai cedere ad altri linguaggi nel corso del tempo.

Osvaldo Peruzzi: un’Aeropittura ingegnosa e magica

Sintesi, simultaneità, dinamismo, compenetrazioni. Queste sono le parole d’ordine da usare nella descrizione della pittura futurista di Osvaldo Peruzzi. Marinetti, suo fraterno amico per tutti gli anni Trenta, lo ha definito “quasi stregonico” per la straordinaria fantasia e inventiva che poneva nella realizzazione delle sue originali composizioni aeropittoriche a cui è rimasto sempre fedele.

Dopo le prime mostre futuriste dell’inizio degli anni Trenta a Milano, partecipa alla Mostra d’Arte Toscana del 1934, dove presenta Ragazza + Paese. Nella stessa manifestazione, ma all’interno della sezione “cartellonisti e grafici pubblicitari”, il giovane Osvaldo Peruzzi presenta i tre manifesti Circuito aereo d’Europa, Riduzione per cartellino e Estate livornese.

Nel 1935 espone presso la II Quadriennale di Roma il dipinto ricco di moltiplicazioni formali e intersezioni cromatiche dal titolo Splendore geometrico aereo e terrestre. Sempre nello stesso anno, prende parte alla Mostra d’Arte Toscana di Firenze con Il pittore – Sintesi, Trasvolata atlantica e il fantasioso e acceso Sintesi d’incrocio stradale.

L’anno successivo espone, invece, La ragazza bionda, mentre alla III Quadriennale romana del 1939 Aeropittura, Ritratto cosmico e Simultaneità di battaglia aerea. Quest’ultimo dipinto, molto apprezzato dalla critica, compare anche alla mostra Sindacale milanese del 1941, accompagnato da Spirito marinaro di Costanzo Ciano e da Transvolata atlantica.

Infine, Aeropittura di battaglia aeronavale, dipinto visionario e ricco di una sorta di plasticismo cosmico o addirittura extra cosmico, compare alla Quadriennale di Roma del 1943, dopo la pubblicazione del Manifesto Plastica delle essenze individuali. Devoto futurista fino alla fine, nel 1967 firma il Manifesto Futurismo oggi.

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