Pietro Melandri

Pietro Melandri. Cavalluccio e Conchiglie - Tecnica: Ceramica
Cavalluccio e Conchiglie. Tecnica: Ceramica

Biografia

Pietro Melandri (Faenza, 1885 – 1976) nel 1897 inizia a lavorare come apprendista nella fabbrica di ceramiche dei fratelli Minardi. Contemporaneamente, ma di sera, frequenta la Scuola di Arti e Mestieri di Faenza, dove segue i corsi di Antonio Berti (1830-1912).

Sono i fertili anni in cui entra in contatto con il cenacolo che si raggruppa a Faenza attorno alla figura di Domenico Baccarini (1882-1907). Inizia a comporre i primi lavori in ceramica di spiccato gusto liberty, per poi trasferirsi nel 1906 a Milano.

Qui, Pietro Melandri trova lavoro nel campo della scenografia, ma non manca di frequentare i corsi serali dell’Accademia di Brera per perfezionarsi. Si avvicina dunque alla pittura da cavalletto, sperimentando olio e pastello soprattutto nei dipinti di paesaggio. Non abbandona comunque la ceramica, anche se il suo esordio faentino del 1906 avviene come pittore.

I laboratori di ceramica a Faenza

Durante la prima guerra mondiale è costretto ad arruolarsi: per alcuni mesi viene imprigionato in Ungheria, dove sente gli echi della Secessione viennese. Il 1918 lo vede rientrare a Faenza, ricco di progetti e idee nuove. Insieme a Paolo Zoli (1885-1960) e a Francesco Nonni (1885-1976) apre la bottega di ceramiche “La Faience”.

L’obiettivo principale è quello di rinnovare in senso stilistico la tradizione ceramica faentina. Sperimentano le tecniche più disparate e affinano il loro linguaggio, creando lavori originali. Separatosi da Zoli, rileva la fabbrica Pietro Melandri, dove aveva lavorato da giovane e, nel 1921, partecipa con alcuni lavori in ceramica alla I Biennale romana.

A questo periodo appartengono minuziose figurine femminili, con cui partecipa all’Esposizione di Arti Decorative di Parigi del 1925. Il successo giunge rapidamente e le esposizioni si susseguono: a Monza, Milano e Barcellona ottiene numerosi riconoscimenti.

Il successo

Pietro Melandri collabora con Giò Ponti (1891-1979) nelle decorazioni di interni di una serie di ville liberty in Lombardia. È proprio a questo punto che decide di separarsi anche da Nonni e di continuare a gestire la manifattura da solo. Porta avanti il progetto di totale rinnovamento della lavorazione della ceramica e si ispira costantemente a stilemi Art Déco.

Decorazioni in ceramica private e pubbliche vengono realizzate da Pietro Melandri per tutti gli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Il suo lavoro originale, apprezzatissimo da architetti e collezionisti, comincia a rallentare negli anni Sessanta.

Nel 1966 partecipa alla Biennale d’Arte Ceramica di Gubbio. Muore a Faenza nel 1976, ma la produzione del suo laboratorio continua per almeno altri dieci anni, grazie ai suoi più stretti collaboratori.

Pietro Melandri e la ceramica: dal Liberty al Déco

Inizialmente, la ceramica di Pietro Melandri si identifica con linee sinuose e di ascendenza liberty. Anche nei disegni e nei pastelli dei primi anni del Novecento si nota una forte impronta simbolista che deriva naturalmente dal contatto con Domenico Baccarini. A questo periodo, quando Melandri collabora con Nonni e Zoli, appartengono esili ed elastiche ballerine in ceramica di altissima qualità.

Ma il passo verso il Déco è veramente breve: partecipa alla mostra parigina del 1925 dedicata alle arti industriali e applicate moderne. Si passa dalla flessuosa e floreale linea liberty, ad una decorazione più pura e stilizzata, tendente al geometrico. La semplicità delle linee primitive ed esotiche invade la ceramica di Melandri, che non tarda a ricevere lodi e incarichi.

Nel 1931 decora la Rocca delle Caminate a Forlì, residenza estiva di Mussolini. Ma è nel 1937 che Pietro Melandri ottiene il suo più grande successo: il Gran Premio Ufficiale per la Scultura alla Mostra di Arti Decorative di Parigi con il pannello di Perseo e Medusa.

Al 1938 risale la decorazione del Teatro Eliseo a Roma e all’inizio degli anni Quaranta quella della Cassa di risparmio di Imola. In questo decennio, la collaborazione con Ponti si fa sempre più cospicua, soprattutto per quanto riguarda la decorazione di navi da crociera e transatlantici.

Nel 1950 Pietro Melandri lavora alle formelle ceramiche per l’Albergo Roma di Bologna, oggi conservate nel Museo della Ceramica di Faenza. Al 1954 risale la sua personale presso la Triennale di Milano.

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