Sommario
Biografia
Pietro Scoppetta (Amalfi, 1863 – Napoli, 1920) si forma ad Amalfi sotto la guida di Giacomo Di Chirico (1844-1883). All’inizio degli anni Ottanta, si trasferisce a Roma dove comincia a collaborare con la rivista “Cronaca Bizantina” come illustratore.
Attività questa, che lo impegna per molti anni, a cominciare dal suo contributo disegnativo dato a “L’Illustrazione italiana”.
Affianca al lavoro di illustratore quello di pittore: tornato ad Amalfi, segue le orme del maestro Di Chirico. Pietro Scoppetta ritrae infatti i costumi e il folklore della costiera, con i suoi bellissimi paesaggi, attraverso una pennellata pastosa e luminosissima.
Negli anni Dieci, soggiorna molto frequentemente tra Londra e Parigi, arricchendo le sue tele di vedute e di scene di genere legate a questi luoghi. Pietro Scoppetta si specializza nei famosissimi ritratti di donne eleganti ed aggraziate, realizzati con una pennellata leggerissima e filamentosa.
La pittura si aggiorna pian piano alle richieste del mercato, dominato dal gusto di Adolphe Goupil e della sua Maison. Veloci e dinamici paesaggi e soggetti di genere o ritratti vengono realizzati sempre con la stessa tavolozza brillante delle origini.
Continua la sua attività di illustratore di riviste e di romanzi dell’Ottocento per diversi anni, affiancandola a quella di pittore. Frequenta i salotti culturali più importanti di Napoli, come il Caffè Gambrinus (contribuendo alla sua decorazione), il Circolo Artistico e il Salone Margherita. Espone regolarmente alle Promotrici napoletane per molti anni. Muore a Napoli nel 1920.
Gli esordi: l’influenza di Giacomo Di Chirico
Esordisce alla Promotrice del 1881 a Napoli. Da questo momento in poi, Pietro Scoppetta inizia la sua intensa attività espositiva, che dura fino agli anni Venti del Novecento. Nel 1884 a Torino presenta il dipinto di genere Chi Sarà?, riproposto poi a Napoli nel 1885. I luminosi paesaggi della costiera cominciano a comparire nel 1887 a Venezia con Estate, poi nello stesso anno a Napoli con Sulla spiaggia e Piazza.
La luminosità della Costiera amalfitana
Queste prime prove risultano realizzate con un impasto denso e con una tavolozza brillante, proprio sull’esempio di Di Chirico. Il maestro, erede della lezione di Domenico Morelli (1826-1901) e di Mariano Fortuny (1838-1874), con toni chiari e tratto virtuosistico aveva rappresentato il folklore di Venosa, sua città natale.
Così, la Costiera amalfitana, i suoi vicoli e i suoi meravigliosi colori, vengono raccontati dall’allievo, nel massimo rispetto della tradizione napoletana della pittura di luce. Ne sono esempio Sui monti di Amalfi e Marina di Amalfi del 1888. Ancora, Valle dei mulini ad Amalfi, presentato a Napoli nel 1891 e Vicolo di Amalfi del 1897.
Pietro Scoppetta nella Parigi della Belle Époque
La pittura alla moda
Il trasferimento a Parigi nel 1900 e i numerosi viaggi effettuati a Londra producono un forte aggiornamento nella pittura di Pietro Scoppetta. Non solo cambiano i temi, che si avvicinano alla pittura charmant di gusto internazionale, ma anche la pennellata.
Nei soggetti parigini essa diventa veloce e quasi “sfilacciata”, tanto da sembrare una sorta di pastello molto vivido. I temi sono quelli della Belle Époque: eleganti caffè, interni alla moda e raffinate donne ritratte in seducenti pose.
La cura dei particolari e del colore è la sua caratteristica principale in vedute fugaci e dinamiche quali Impressioni di Londra e Impressioni di Parigi, esposte a Napoli nel 1904. Vi sono poi i dipinti di figura, quelli che lo hanno reso famoso ai più.
Nel 1920, la Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva, dopo la sua morte, realizzata con trentacinque sue opere. Tra di esse, vi sono i ritratti femminili alla moda, realizzati nel periodo parigino e in quello successivo. Ne sono esempio Scialletto giallo, Ammaliatrice, Duchesse bleu, Sconforto, Ammiratrice, Lettura, Dopo il “lunch” e il poetico Nostalgia.
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