Sommario
Quotazioni Pio Solero
Pio Solero è apprezzato sul mercato per i paesaggi montani: i piccoli dipinti a olio hanno stime tra i 1.500 e i 3.000 euro. Per le tele di maggiori dimensioni con maestose vette innevate si possono superare i 4.000 euro. Il record d’asta del 2006 per un’ampia e luminosa Mattinata sui monti è di 10.500 euro.
Queste sopra indicate sono solo stime orientative e possono subire oscillazioni per il periodo, la dimensione, la qualità, lo stile, la tecnica. Contattateci per una quotazione gratuita e precisa.
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Biografia
Pio Solero (Sappada, 1881 – 1975) si forma presso l’Accademia di Venezia, che frequenta in giovane età, dal 1898. Nel 1902, invece, studia per un anno all’Accademia di Belle Arti di Roma, per poi perfezionarsi in quella di Monaco di Baviera nel biennio successivo.
Qui stringe amicizia con lo scultore Carlo Bonomi (1880-1961) e riceve l’influenza della linea Jugendstil. In particolare osserva i paesaggi alpini di Ferdinand Hodler (1853-1918), ricchi di significati simbolici.
I numerosi viaggi e l’Argentina
Dopo l’esperienza di studio in Germania, Pio Solero inizia un lungo periodo di viaggi, tra l’Egitto e l’Europa. Nel 1910 si trasferisce in Argentina, per poi ritornare in Italia allo scoppio della guerra. Si arruola come volontario tra gli Alpini e combatte nelle sue terre, in Val Sesis.
Dopo la disfatta di Caporetto, viene fatto prigioniero e poi liberato soltanto alla fine del conflitto. Nell’immediato dopoguerra si stabilisce nel suo paese natale, Sappada, dove si dedica al paesaggio en plein air.
L’amata casa nel Cadore
Identifica la montagna e le vallate alpine come quasi esclusivo soggetto espressivo. Con una pennellata corposa, spatolata e quasi materica, Pio Solero si fa interprete di un paesaggio vivo e acceso, che parte dalla tradizione di Giovanni Segantini (1858-1899).
Se ne distacca poi per inaugurare un linguaggio tutto personale ed intimo, maestoso nella ricercatezza dell’emozione naturale. Importantissima rimane l’influenza della tavolozza secessionista tedesca, anche e soprattutto nella trattazione delle nature morte.
Nella sua casa di Sappada nel Cadore, Pio Solero accoglie numerosi artisti amici, con i quali si dedica alla pittura dal vero tra le amate montagne della Carnia. Condivide queste lunghe sessioni di pittura en plein air con artisti quali Carlo Bonomi, Toni Piccolotto (1903-1970) e Alessio Issupoff (1889-1957). Durante la seconda guerra mondiale interrompe sia l’attività pittorica che quella espositiva, perdendo tra l’altro tragicamente la moglie.
Riprende ad esporre soprattutto in Veneto e in Friuli nel dopoguerra. Dipinge fino agli ultimi anni della sua vita e muore a Sappada nel 1975.
Le Dolomiti e i paesaggi di Sappada di Pio Solero
Suggestivi paesaggi alpini in tutto il loro splendore sono i protagonisti della pittura di Pio Solero. Partendo dalla poetica segantiniana, passa per il linguaggio Jugendstil e ne assimila la tavolozza accesa, espressiva.
Ne scaturiscono così vedute della montagna dolomitica tra Veneto e Friuli, ricche di sensazioni emotive e simboliche. Spesso il contrasto tra luce rossa del cielo e candido bianco della neve dà vita a paesaggi che si posizionano tra un impressionismo tradizionale e un’interpretazione originalissima della pennellata.
Contrasti cromatici luminosi e variegati
Spatolate molto ravvicinate, come piccoli triangoli rovesciati, vanno a costruire contrasti cromatici luminosi e variegati. Nella tavola Veduta del Gruppo del Popera con il paese di Danta, il verde acceso del pascolo contrasta con la montagna di un blu intenso, digradante verso il rosa delle cime.
La neve ha preso infatti il colore dell’alba, nel silenzio assoluto dell’Alpe. Gli stessi accordi cromatici arditi e derivanti dal simbolismo nordico compaiono in Veduta in montagna di sera, dove il cielo passa dai toni del giallo a quelli di un freddo azzurro.
Con una tecnica compendiaria, rapida e sciolta, Pio Solero realizza paesaggi freschi e sinceri, ma anche nature morte. Ne sono esempio Casolari in montagna, Cime innevate, Monte Pleros – Sul confine tra Carnia e Cadore, Sappada – Agosto 1938. E ancora, Bronzino a Gallo cedrone, Mazzo di fiori, Ultima neve sul Monte Cristallo, Baita in montagna.