Placido Costanzi

Placido Costanzi. Personificazione della Carità (dettaglio). Tecnica: Affresco
Personificazione della Carità (dettaglio). Tecnica: Affresco

Biografia

Placido Costanzi (Roma, 1702 – 1759), figlio di un incisore di gemme, viene introdotto allo studio del disegno fin da bambino. Si forma nell’atelier di Francesco Trevisani (1656-1746) e successivamente in quello di Benedetto Luti (1666-1724), che lo influenzano soprattutto nella prima fase stilistica, ancora legata agli stilemi del tardo barocco arcadico e ad una stesura elegante e ariosa.

Ma il giovane Placido Costanzi sente sin da subito il bisogno di accostarsi ad una pittura più equilibrata ed armoniosa, che deriva dallo studio dei maestri del Rinascimento, in particolare Raffaello, per poi giungere al classicismo emiliano dei Carracci e di Domenichino.

Nel 1741 entra all’Accademia di San Luca grazie alla presentazione di due soggetti sacri che sembrano entrare alla perfezione nei canoni delle prime istanze neoclassiche diffuse da Joachim Winckelmann (1717-1768) che, di lì a poco, pubblicherà i Pensieri sull’imitazione dell’arte greca nella pittura e nella scultura.

Le numerose committenze cardinalizie

Placido Costanzi, dunque, parte da una formazione tardobarocca ed approda agli stilemi neoclassici, lavorando al servizio di diversi cardinali a partire dagli anni Venti: prima per il cardinal Alberoni, poi per l’Acquaviva e per il Tolomei, per giungere ai lavori realizzati per il cardinal Corsini in Toscana.

Verso la fine degli anni Quaranta, esegue alcuni affreschi a soggetto classico per il Palazzo Reale di Torino, ma si contano anche numerose opere per committenti stranieri, dalla Spagna, all’Inghilterra, alla Germania, alla Francia, dove realizza non solo opere religiose, ma anche soggetti mitologici.

Tra le decorazioni più famose, però, si devono segnalare quelle eseguite nella sua Roma, dove si ritrova ad essere uno dei protagonisti del passaggio dal pontificato di Clemente XII Corsini a quello di Benedetto XIV Lambertini.

Dal punto di vista artistico, ciò ha comportato un graduale cambiamento dalla cultura tardobarocca promossa dal cardinale Ottoboni a quella neoclassica ed illuminista del cardinale Valenti Gonzaga.

In questo contesto, Placido Costanzi lavora ad uno degli incarichi più importanti, quello della decorazione dei sopracamini della Coffee-house dei giardini del Quirinale, progettata dall’architetto Ferdinando Fuga (1699-1782). Attivo fino agli ultimi anni, muore a Roma nel 1759, a soli cinquantasette anni.

Placido Costanzi: la pittura decorativa dal Tardobarocco al Neoclassicismo

Il primo classicismo di Placido Costanzi ha una forte connessione con il Tardobarocco di Trevisani, di Conca e di Luti, in una scelta ariosa e leggera della composizione e della gamma cromatica. Ma interessato ad una concezione disegnativa più solida ed armoniosa, risente profondamente della vicinanza ai modelli rinascimentali.

Tra le opere degli anni Venti, quando è a servizio del cardinale Alberoni, si dedica alla decorazione, oggi non più visibile, di alcune stanze della sua villa di Porta Pia, mentre per il cardinal Tolomei esegue la pala d’altare per la Chiesa della Maddalena a Pistoia con La concezione col Dio padre, San Giovanni Battista e l’Angelo.

Inoltre, insieme a Conca e a Marco Benefial (1684-1764), partecipa all’impresa decorativa senese commissionata dal cardinal Chigi Zondadari, realizzando alcune scene della Vita di Alessandro VII, tra cui Fabio Chigi, poi Alessandro VII giunge al congresso di Münster e Il cardinale Zondadari benedice il popolo nei pressi di Roma.

Alla fine degli anni Venti, si occupa della pala d’altare per San Gregorio al Celio, con L’assunzione dei Santi Gregorio e Romualdo, in cui il classicismo arcadico si unisce ad accenti rococò che però si smorzano in una serena visione molto vicina all’equilibrio compositivo di Maratta.

Poco dopo, è impegnato nella decorazione della tribuna di Santa Maria in Campo Marzio, sulla stessa linea stilistica della precedente. Agli anni Quaranta risale uno dei più importanti lavori di Placido Costanzi, la decorazione delle sovraporte del Palazzo Reale di Torino con gli exempla virtutis Clelia davanti a Porsenna e la Continenza di Scipione.

Tema mitologico e storico

Tra gli altri soggetti non a carattere sacro vi sono composizioni a tema mitologico e storico, tra cui il Mercurio guida le Arti verso la fama eterna per il marchese Gerini di Firenze, la Fondazione di Alessandria, per la sala del Trono del Palazzo della Granja a Sant’Idelfonso, in Spagna, precisamente a Segovia, il Trionfo di Bacco e Arianna per il duca di Northumberland (copia dell’affresco di Palazzo Farnese a Roma) e un Apollo e Dafne per la reggia di Potsdam, eseguito nel 1757.

Negli anni Quaranta si colloca anche la sua partecipazione all’impresa decorativa della Coffee-House del Quirinale, in cui lavora insieme a Jan Frans van Bloemen detto l’Orizzonte (1662-1749), nella realizzazione delle figure della La Cananea ai piedi di Gesù e Il Buon Samaritano, sopracamini. Ma con l’autore fiammingo aveva lavorato sin dagli anni Venti, eseguendo sempre le figure di alcuni paesaggi, tra cui Veduta del Colosseo dal vialone della Navicella e Veduta ideata con il nicchione del Belvedere.

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