Ennio Pozzi

Ennio Pozzi. Nudo Giacente. Tecnica: Olio su tela, 120 x 70 cm
Nudo Giacente. Tecnica: Olio su tela, 120 x 70 cm

Biografia

Ennio Pozzi (Sesto Fiorentino, 1893 – 1972) dopo gli studi canonici, sin da giovane si dedica alla pittura da autodidatta, sfruttando l’eredità lasciata a Firenze dalla pittura post macchiaiola. I primi risultati di questi studi compaiono quando il pittore ha già superato l’età giovanile.

Infatti, ottiene il primo premio al Concorso Ussi del 1924, quando ha già trentuno anni. Nello stesso anno, come rappresentante del gruppo chiamato “Toscani d’oggi”, prende parte alla sua prima Biennale di Venezia.

Il post Impressionismo è sin da subito il suo modello, filtrato naturalmente attraverso le nuove istanze del ritorno all’ordine degli anni Venti. Un cromatismo acceso e costruttivo, ma anche un’attenzione alla resa della linea avvicinano fortemente Ennio Pozzi alla poetica di Cézanne.

Nell’ultima parte degli anni Venti e all’inizio del decennio successivo risulta fondamentale anche l’influenza di Felice Carena (1879-1966), come si nota specialmente dalla trattazione di alcuni nudi, che mostrano un plasticismo morbido ma allo stesso tempo rispettoso della tradizione italiana del Quattrocento.

La svolta degli anni Trenta

Una pittura diretta e una trattazione atmosferica a spaziale piena e morbida si uniscono poi ad un linguaggio estremamente personale, caratterizzato dall’avvicinamento alla cultura espressionista europea.

I numerosi viaggi formativi compiuti nel corso degli anni Trenta conducono Ennio Pozzi verso sviluppi ulteriori. In particolare, dopo il soggiorno a Parigi, il suo stile si imbeve di elementi peculiari dell’Espressionismo francese e tedesco.

La chiave intima, l’introspezione psicologica, la sofferenza dei corpi generata dall’adozione di linee tormentate e nette, quasi intagli nel legno, derivata dallo studio di artisti come Oskar Kokoschka (1886-1980), Van Gogh (1853-1890) e ancora Cézanne.

Tra le opere che compaiono alle mostre degli anni Quaranta risulta fondamentale anche l’influenza del pittore e amico fiorentino Primo Conti (1900-1987), soprattutto per quanto riguarda l’approccio volumetrico e plastico delle figure.

Dal punto di vista dell’attività espositiva, Ennio Pozzi partecipa con regolarità alle Biennali di Venezia, alle Quadriennali romane e alle mostre Sindacali fiorentine, ottenendo sempre un buon riscontro da parte della critica.

Molto importante risulta anche l’attività illustrativa per l’artista: gran parte della sua produzione grafica è conservata presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Espone fino agli anni Quaranta, ma continua a dipingere nella sua casa di Sesto Fiorentino fino agli anni Sessanta, dove muore nel 1972, a settantanove anni.

Ennio Pozzi: Tra espressionismo e ritorno all’ordine

Come accennato, il pittore toscano Ennio Pozzi esordisce nel 1924, alla Biennale di Venezia con Il bagno. Nel 1927 alla Mostra Sindacale di Firenze presenta Natura morta e Nudo che già mostra un particolare approccio pittorico, caratterizzato da una pennellata opaca e sintetica che tiene esplicitamente conto delle atmosfere misteriose e silenziose di Carena.

Alla I Mostra Regionale d’Arte Toscana del 1929, espone Ritratto di mia moglie, Vecchia, ContadiniFigura di bimba e Gisella. In queste figure l’approccio introspettivo è l’elemento più significativo, insieme al concepimento plastico delle fisicità che deriva sicuramente dalle istanze di ritorno all’ordine, pur nella scelta di una pennellata mossa e quasi materica.

Fanciulla bianca tra figure amiche compare alla Biennale di Venezia del 1928 e Colloquio, Confidenze, Mia figlia, Ragazze toscane, Fiore, Vecchia con bambino e il bellissimo Figure nell’orto, alla Mostra d’Arte Regionale Toscana del 1930.

Alla Biennale dello stesso anno, si notano alcuni sviluppi in senso espressionista: la pennellata mossa e la linea tormentata definiscono alcune figure solenni e ieratiche, unendo così la scioltezza cromatica all’equilibrio del classicismo italiano, che Ennio Pozzi ritrova anche nel naturalismo toscano dell’Ottocento.

I dipinti della Biennale sono MaternitàFioriGiovinetta toscana, Natura morta e Squadristi, opere in cui si nota quell’acceso cromatismo alla Van Gogh, presente anche nelle tele della Quadriennale di Roma del 1931, Il vecchio giardiniereRagazza toscana e Natura morta.

Ennio Pozzi continua su questa linea molto forte ed espressiva per tutti gli anni Trenta e Quaranta: un’altra versione delle Figure nell’orto, forse con qualcosa di primitivo, compare alla Biennale di Venezia del 1932, insieme a Ragazza con paniere, Fiori, Nudo e Natura morta.

Operaio invalidoRitratto della madre e La razza vengono presentati alla Quadriennale di Roma del 1835, Ragazzo con agnelli e Maria quella del 1939 e nove a quella del 1943. Tra di esse vi sono Gineceo, Nudo giacente, Natura morta, violini e maschera, Ritratto di mia figlia. L’artista dipinge fino agli ultimi anni, realizzando numerosi Autoritratti e Nature morte.

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