Quirino Ruggeri

Quirino Ruggeri. Altea (dettaglio). Tecnica: Bronzo
Altea (dettaglio). Tecnica: Bronzo

Quotazioni Quirino Ruggeri

Le quotazioni delle sue sculture in bronzo sono tra i 2.000 e i 4.000 euro, mentre cifre superiori possono raggiungere sculture in marmo qualora comparissero sul mercato. I dipinti sono quotati attorno ai 1.000 euro e sono poco ricercati. L’artista è molto raro sul mercato potenzialmente nazionale. 

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Biografia

Quirino Ruggeri (Albacina, 1883 – Roma, 1955), nato vicina ad Ancona, emigra giovanissimo in America, dove lavora per qualche tempo come sarto. Rientrato in Italia all’inizio degli anni Venti, quasi quarantenne inizia a dedicarsi alla scultura.

La sua formazione, avvenuta quindi in età matura, è quasi esclusivamente da autodidatta, eccezion fatta per il periodo passato nello studio di Arturo Dazzi (1881-1966), durato circa due anni. Appena giunto a Roma, Quirino Ruggeri diventa subito un assiduo frequentatore della Terza Saletta del Caffè Aragno, avvicinandosi dunque all’ambiente di “Valori Plastici”.

Valori Plastici

Quirino Ruggeri, a questo proposito, si inoltra nella riscoperta dell’antico e dei primitivi, studiando soprattutto la scultura arcaica, ma anche la purezza e l’equilibrio solenne del Quattrocento di Donatello e di Jacopo della Quercia.

Esordisce alla Fiorentina Primaverile del 1922, con un indirizzo già chiarissimo. Il suo ritorno all’ordine è emozionante e personalissimo: coniuga alla perfezione i riferimenti alla scultura primitiva ad un modernismo elegante e fantasioso, in cui le figure volumetriche e solenni appaiono in tutta la loro essenza plastica raffinata ed elegante.

Nel 1928, partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, mentre nel 1929 prende parte alla Mostra Sindacale Romana, dove viene notato da Roberto Longhi, di cui, peraltro realizzerà il ritratto.

A questo punto, Quirino Ruggeri si posiziona a metà tra le esperienze primitiviste di Valori Plastici e quelle della Scuola Romana, insieme a Riccardo Francalancia (1886-1965) e Gisberto Ceracchini (1899-1982).

Una scultura garbata, equilibrata e aggraziata fa parte della sua produzione per tutti gli anni Trenta e Quaranta, in cui figure femminili e maschili appaiono in tutta la loro integra e solida severitas, che proviene anche dallo studio della ritrattistica romana.

Dopo qualche concessione alla scultura celebrativa nel corso degli anni Trenta, nel dopoguerra Quirino Ruggeri abbandona la scultura, per dedicarsi alla pittura astratta. Muore a Roma nel 1955, a settantadue anni.

Quirino Ruggeri: la scultura come rielaborazione dell’antico

Seppur breve, l’arco della produzione artistica di Quirino Ruggeri si inserisce perfettamente all’interno della rinascita della scultura romana tra gli anni Venti e Trenta.

Legato all’ambiente di Valori Plastici e quindi ad un ritorno all’ordine puro ed essenziale, studia tanto la scultura arcaica greca ed etrusca, quanto quella classica ed equilibrata del Quattrocento toscano.

Ma il tocco personale e moderno consiste nella scelta di soggetti contemporanei, nella resa di volti ed atteggiamenti vivi, reali e nella scelta di media quali il gesso, il bronzo, il marmo.

Figura femminile

Questo si nota sin dalla prima opera presentata alla Fiorentina Primaverile del 1922, il bassorilievo La Serena, in cui una figura femminile dallo sguardo fisso e dalla posizione ieratica, emerge da una nicchia, con la sua chioma fatta di grandi ciocche raggruppate come quelle di una kora greca.

Con altri due bassorilievi partecipa alla sua prima Biennale di Venezia del 1928: Ritratto di Giuliano Briganti e Ritratto di Barbara Briganti, in cui rielabora alla perfezione alcuni stilemi della scultura quattrocentesca.

Il tratto essenziale e puro di Quirino Ruggeri contribuisce a conferire alle sue figure una gravitas solenne e ruvida, come si nota dai ritratti presentati alla Quadriennale romana del 1931: Ritratto della signora Osio, Ritratto della signora Longhi, Ritratto dell’arch. Zanini, Ritratto del maestro Casella.

Il Ritratto dello scrittore A. Moravia compare alla Biennale di Venezia del 1932, mentre alla II Quadriennale romana dl 1935, lo scultore tiene una personale in cui espone ventuno opere, tra cui Ritratto di Gabriellino D’Annunzio, Antonietta, Ragazza seduta, Ritratto di piccolo falegname romano, Ritratto di Maria Grazia Bottai, Bambino col cerchio e Ragazza col cane.

Altea, una delle sculture più significative di Quirino Ruggeri, compare alla Quadriennale del 1939, insieme a Gianna, Signorina Nosari e Ritratto di Paolo Balbo.

La Quadriennale del 1943 rappresenta l’ultima sua apparizione pubblica come scultore, in cui espone Ritratto di Maria Cristina, Ritratto di Ermelinda, Ritratto di Adriana, Ritratto della signora Malvezzi e Ritratto di Vera.

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