Sommario
Biografia
Raffaele Ragione (Napoli, 1851 – 1925) studia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ha come maestro Domenico Morelli (1823-1901). La sua personalità artistica si impone facilmente nell’ambiente napoletano, poiché la sua pittura appare subito fresca e personale, raffinata e veloce.
Inizialmente, il pittore si ispira al verismo meticoloso della Scuola di Resina, per poi passare ad un linguaggio più sintetico, fatto di macchie e guizzi di colore compendiari, in grado di narrare la brulicante vita napoletana.
Uno dei luoghi che sin da subito viene scelto da Raffaele Ragione è la Villa Comunale, ritratta in diversi momenti della giornata, con rapidità e gaiezza di tocco. Ben presto, si specializza anche nei ritratti e nelle scene di genere, con cui esordisce alla Promotrice napoletana del 1873.
Per lungo tempo, partecipa alle mostre napoletane, distinguendosi sempre grazie alla sua pittura forte e intima allo stesso tempo. Ma compare anche presso le Promotrici genovesi e torinesi.
Il trasferimento a Parigi
Raffaele Ragione, dopo i primi quindici anni di esposizioni in Italia, nel 1900 decide di trasferirsi a Parigi, forse perché sente di non aver ottenuto il meritato successo in patria. Nella capitale francese, si avvicina all’impressionismo, rielaborandolo attraverso una pittura ancora più abbreviata, spesso pura e immediata impronta della realtà, che è sempre alla base delle sue composizioni.
La grande spontaneità e briosità della sua pittura si manifesta soprattutto nelle osservazioni e rappresentazioni di Parc Monceau, dove ritrae bambini che giocano e donne che passeggiano. Rimane a Parigi fino al 1923, anno in cui decide di rientrare a Napoli, dove muore sue anni dopo a settantaquattro anni.
Raffaele Ragione: scene di vita quotidiana attraverso uno stile fresco e rapido
Raffaele Ragione esordisce alla Promotrice napoletana del 1873 con il dipinto di genere La vettura improvvisata. L’anno successivo già espone a Genova il dipinto di grande impatto Le figlie del popolo. Con Le marionette è di nuovo alla Promotrice di Genova del 1875 e a quella di Napoli con Il pane del povero.
Il pittore dimostra subito di essere un vivace ed attento osservatore della realtà che lo circonda, tradotta dapprima con fare meticolosamente verista, poi con una pennellata più libera, a tratti materica. Nel 1877 è all’Esposizione Nazionale di Napoli con Tesse ghirlande, ottenendo un notevole successo.
Il pittore, a questo punto, ha soli ventisei anni, ma una brillante carriera davanti. Purtroppo, a Napoli non otterrà mai il successo desiderato, cosa che invece accadrà a Parigi nel primo Novecento. Risalgono alla Promotrice napoletana del 1880 Rosella e Ultima speranza, a quella del 1881 Le speranze d’una povera madre e a quella del 1882 il suggestivo ritratto Mia madre.
Un impressionismo veloce e sintetico
Nel 1893, partecipa alla Mostra Nazionale di Belle Arti di Roma con il famoso dipinto Villa comunale di Napoli, inaugurando uno dei suoi motivi più consueti. Si tratta infatti della rappresentazione della quotidianità che si svolge all’interno del parco, soggetto che ripeterà più volte anche a Parigi. Prima di partire, espone ancora una volta a Napoli Cortile di campagna nel 1896 e L’ultima partita nel 1897.
A Parigi, rimane del 1900 al 1923, ma continua ad inviare opere a Napoli. A questo punto il suo stile si fa ancora più sciolto, mentre la tavolozza diventa più tenue. Nel 1911 invia a Napoli diverse Impressioni su tavoletta, che raffigurano donne durante lo svago in un parco.
Bambini in giardino e Impressione di Parc Monceau giungono invece alla Mostra del 1920, la sua ultima prima della morte.
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