Raffaele Uccella

Raffaele Uccella. Bimba (dettaglio). Scultura in Marmo
Bimba (dettaglio). Scultura in Marmo

Biografia

Raffaele Uccella (Santa Maria Capua Vetere 1884 – 1920) si forma nella Scuola d’Arti e Mestieri della sua città natale, studiando disegno e lavorando insieme al padre giardiniere. Nel 1904, si trasferisce a Napoli, dove inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti.

Le prime, acerbe espressioni del giovane scultore si ritrovano in piccoli intagli su legno di fiori e piante, che uniscono la sua passione per la scultura all’esperienza nella botanica, trasmessagli dal padre. Contemporaneamente, arricchisce la sua formazione pratica nello studio dello scultore Achille D’Orsi (1845-1929), sviluppando precocemente una rara sensibilità nei confronti del modellato.

Dunque, lo stile del giovane Raffaele Uccella, inizialmente, non può far altro che accogliere le istanze profondamente veriste del suo maestro. Il suo esordio, avviene alla Mostra Nazionale di Milano per il Traforo del Sempione del 1906, dove viene accolto in maniera molto positiva dalla critica.

Una vita molto breve

Nei primi anni, risulta principalmente impegnato nell’esecuzione di monumenti funebri e celebrativi di area partenopea, mentre già negli anni Dieci appare coinvolto in un verismo ancora più preponderante, come si nota dalle sue sculture di denuncia sociale.

Piano piano, intorno alla metà degli anni Dieci, Raffaele Uccella spinge il suo realismo verso conseguenze estreme, quasi sfociando in un espressionismo visionario che ha molto a che fare con le istanze simboliste e secessioniste dell’epoca.

Nella sua brevissima vita, Raffaele Uccella, svolge anche l’attività di critico e partecipa a diverse esposizioni, in qualità di uno dei maggiori rappresentati dell’avanguardia artistica napoletana di inizio Novecento.

Espone alla Biennale di Venezia del 1910, all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, alle mostre di Napoli del 1912, 1913 e 1915 e alla Secessione romana del 1915.

Muore prematuramente nella sua Santa Maria Capua Vetere nel 1920, a soli trentasei anni, dopo aver contratto una malattia al fronte del Pasubio, durante la Prima guerra mondiale.

Raffaele Uccella: una breve carriera, dal Verismo al Simbolismo

Dopo aver dimostrato una spiccata propensione verso il disegno e il modellato, il giovane Raffaele Uccella viene accolto in Accademia e poi nello studio napoletano di Achille D’Orsi. Il carattere verista ed umanitario del linguaggio del maestro lo influenza soprattutto nelle prime espressioni.

Ciò si nota dalla sua prima opera in gesso esposta alla Mostra milanese del 1906, Notte all’alba della vita, quando, a soli ventidue anni, Raffaele Uccella viene lodato ampiamente dalla critica. Dopo questo primo lavoro, riceve una commissione da parte della famiglia Letizia, per l’esecuzione del suo Monumento sepolcrale a Marcianise.

Nel 1910, prende parte alla Biennale di Venezia con Testa di bimba, mentre alla Mostra Internazionale di Roma del 1911 si presenta con Rudimenti, di spiccato gusto simbolista. Tra il 1910 e il 1918, nel frattempo, è impegnato nell’esecuzione del bassorilievo dell’atrio del Tribunale di Napoli, in cui si nota un netto passaggio verso le istanze secessioniste e simboliste.

Il mare vinto compare a Napoli nel 1912, nel 1913 presenta invece L’iniziatrice e Ritratto del poeta Elpidio Jenco, autore che condivide con Raffaele Uccella le manifestazioni avanguardistiche in area partenopea. Risalgono al 1915 le vibranti e simboliche Testina, Grazie femminili e Ritratto della pianista Amalia Tieri. Nello stesso anno, lo scultore partecipa alla Secessione romana, in cui espone Iniziatrice di Capua.

Nel Museo di Capua sono presenti sette opere di Raffaele Uccella, Busto di A. S. Mazzocchi, Vanitosa, Rudimenti, Alpinista, Fanciulla con la nocca, Mani del mistero, Donna con la gatta.

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