Raimondo Trentanove

, 71 x 41 x 25 cm. Firmati e datati sul retro in corsivo: “R Trentanove; Fece Roma 1827”Raimondo Trentanove. Busti di Donne (retro). Scultura in Marmo di Carrara
Busti di Donne (retro). Scultura in Marmo di Carrara, 71 x 41 x 25 cm. Firmati e datati sul retro in corsivo: “R Trentanove; Fece Roma 1827”

Biografia

Raimondo Trentanove (Faenza, 1792 – 1832) figlio dello scultore e stuccatore Antonio (1742-1812), viene da lui avviato alla pratica del disegno e della scultura. Quando suo padre viene nominato custode della sala dei gessi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, il giovane Raimondo lo segue in Toscana nel 1804.

Perciò inizia a studiare presso l’Accademia di Carrara, dove ha come insegnante Lorenzo Bartolini (1777-1850), che lo introduce alla scultura purista. Durante gli anni di studio, si lega a Pietro Tenerani (1789-1869), cui rimarrà amico per lungo tempo, anche negli anni romani.
Terminati gli studi accademici nel 1814 e composti i primi busti e bassorilievi, il giovane Raimondo Trentanove rientra a Faenza per un anno.

L’apprendistato a Roma presso Canova

La Congregazione di Carità e Sostegno di Faenza gli consente di avere una borsa di studio per portare a compimento i suoi studi a Roma. Giunto in città nel 1815, entra subito come apprendista nell’atelier di Antonio Canova (1757-1822) che, riconosciuto in lui un precoce talento, gli affida subito l’esecuzione di alcune erme degli Italiani illustri per il Pantheon.

Nel frattempo, si occupa anche di effettuare copie dalla scultura antica e di realizzare una serie di monumenti sepolcrali e di ritratti, commissionati a Canova e affidati al giovane ma promettente scultore faentino.

Dopo aver affiancato il maestro nell’esecuzione di una serie di opere di alto livello, come alcuni bassorilievi per la committenza americana, Raimondo Trentanove inizia a lavorare autonomamente, in particolare in seguito alla morte di Canova.

Il successo

Segue dunque un decennio ricco di successi per lo scultore, chiamato soprattutto a comporre ritratti per l’alta società, apprezzatissimo non solo per il suo carattere gioviale e aggraziato, ma anche per la sua voce femminile e le sue doti canore.

In effetti, durante la sua breve carriera, l’artista faentino realizza più di centocinquanta ritratti, tutti commissionati da famiglie della nobiltà romana, borbonica e francese, compresa la famiglia Bonaparte.

La fama di Raimondo Trentanove raggiunge con estrema facilità l’America, grazie all’esecuzione di busti, ritratti e bassorilievi commissionati dal governo americano stesso. Conosciuto e apprezzato anche in Inghilterra, il suo studio in via della Purificazione, vicino piazza Barberini, viene visitato, durante il grand tour, da molti rampolli britannici, desiderosi di farsi ritrarre.

Il suo rapporto con l’aristocrazia inglese è testimoniato dalle numerose erme e statue realizzate dallo scultore con attento riferimento all’antico, assecondando il gusto del tempo, ancora oggi conservate in Gran Bretagna.

Raggiunto il culmine del successo, lo scultore conduce una vita ricca di piaceri e di onori, continuando comunque fino alla fine a dedicarsi con costanza allo studio dell’antico e ad una scultura pura e levigata, come quella del maestro. Muore prematuramente nella sua casa romana nel 1832, a soli quarant’anni.

Raimondo Trentanove: la scultura tra Neoclassicismo e Purismo

Tra le prime opere conosciute di Raimondo Trentanove, compare un busto di Napoleone realizzato durante gli anni dell’Accademia di Carrara. A seguito del trasferimento a Roma, si possono individuare le sculture realizzate per conto di Canova, come le erme di Perugino e Colombo per la serie degli Uomini illustri nel Pantheon.

Tra le opere più importanti realizzate in collaborazione con il maestro Canova non si può non citare il bassorilievo per il basamento della statua di George Washington, commissionato dal governo americano. È proprio questa prova giovanile che permette a Raimondo Trentanove di essere conosciuto così bene anche oltreoceano.

Le prime opere realizzate in autonomia sono invece steli funerarie, urne e monumenti sepolcrali, come l’Urna votiva in memoria di Celio Calcagnini. Tra i ritratti principali eseguiti dallo scultore nel corso degli anni Venti, vi sono quello di Maria Cristina e Maria Teresa di Borbone, quello di Letizia Bonaparte seduta e quello di Gioacchino Rossini realizzato per il Teatro di Pesaro nel 1823.

Altrettanto degni di menzione sono poi il Ritratto di Pio VII per la Loggia dei Mercanti ad Ancona, quelli di Benjamin Franklin e di George Washington e il Busto di Carolina di Brunswick, commissionato dal re Giorgio IV d’Inghilterra.

Moltissime sono poi le opere dedicate a soggetti mitologici ed allegorici, trattate con eccezionale gusto antiquario e con levigatezza e purezza delle superfici, come si nota dall’Amore pensoso, dal Cupido e dalla Carità, eseguiti negli ultimi anni di vita dello scultore.

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