Daniele Ranzoni

Daniele Ranzoni | Lago Maggiore
Lago Maggiore. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Le precoci doti pittoriche

Daniele Ranzoni (Intra, 1843 – 1889) nasce da una famiglia della piccola borghesia. Sin da bambino mostra le sue doti disegnative e pittoriche. Dall’età di nove anni inizia a frequentare ad Intra lo studio del pittore di paesaggio Luigi Litta (1813-1891).

Le sue capacità vengono subito notate da alcuni rappresentanti dell’alta borghesia della sua città. Questi, decisi a non abbandonare a se stesso un talento, gli finanziano dal 1856 gli studi all’Accademia di Brera a Milano, dove frequenta i corsi di ornato e figura.

Ranzoni nella Milano scapigliata

Nell’ambiente milanese entra a contatto con quelli che saranno i principali esponenti della Scapigliatura pittorica: Tranquillo Cremona (1837-1878), Luigi Conconi (1852-1917), Mosè Bianchi (1840-1904) e Medardo Rosso (1858-1928).

Poco dopo, sempre per volere di coloro che gli finanziano gli studi, si trasferisce all’Accademia Albertina di Torino. Qui frequenta il corso di pittura di Giuseppe Bertini (1825-1898).

Ben presto si vede costretto ad abbandonare anche l’Accademia torinese perché è molto cagionevole e spesso deve fare ritorno ad Intra. I suoi mecenati cessano di sostenerlo economicamente nel 1864.

Il Circolo dell’Armonia

Decide allora di ristabilirsi nella sua città natale dove crea il suo studio in una soffitta di un suo amico antiquario.
È proprio qui che Daniele Ranzoni sviluppa la sua sperimentazione pittorica che metterà a frutto anche grazie alle frequentazioni dei rappresentanti della cultura lombarda scapigliata del tempo.

Nella sua città natale il pittore fonda con il fotografo Giacomo Imperatori (1831-1888) il Circolo dell’Armonia. Entrano a far parte di questo circolo imprenditori, intellettuali, politici e artisti che vivono nei pressi di Intra.

Quando Ranzoni nel 1868 torna a Milano per seguire Garibaldi, viene incoraggiato da Cremona a rimanere in città. È in questo periodo che l’amicizia tra i due diventerà ancora più salda. Entrambi condividono le aspre critiche che le loro opere rivoluzionarie ricevono nelle prime esposizioni braidensi.

Il legame con Tranquillo Cremona

Nel 1873 Daniele Ranzoni torna ad Intra dopo la morte del padre e stringe un forte legame con la famiglia russa Troubetzkoy, già frequentata al momento della fondazione del Circolo e che gli fornisce una vicinanza sia emotiva che finanziaria.
Si trasferisce da loro a Villa Ada e insegna pittura ai figli Pietro e Paolo.

Improvvisamente Daniele Ranzoni si trova a vivere in un ambiente culturale estremamente stimolante. Ogni sera c’è un ricevimento diverso e può conoscere le personalità politiche e artistiche più importanti del tempo.

Spesso ospita il suo amico Cremona, scambiando vicendevolmente con lui ricerche cromatiche, luministiche o tematiche. Alla fine degli anni Settanta fa un viaggio a Londra, ma dopo  due anni torna in Italia leggermente deluso dal poco successo ottenuto.

Negli anni Ottanta iniziano le sue crisi depressive, lo sostiene soltanto il suo amico Vittore Grubicy de Dragon (1851-1920) perché il mondo artistico e critico milanese lo ha ormai dimenticato. Muore ad Intra nel 1889. Nel 1890 Grubicy de Dragon organizza una sua retrospettiva alla Permanente di Milano.

La Scapigliatura

Gli esordi

Durante gli anni della formazione tra Milano e Torino, quando già frequenta i rappresentanti della Scapigliatura, Daniele Ranzoni realizza diversi dipinti che vanno già nella direzione di un linguaggio simile a quello del suo amico Tranquillo Cremona, ma che di lì a poco trasformerà mettendo a frutto le sue proprie ricerche grazie a cui darà vita ad un modo pittorico del tutto personale.

Di questi anni rimangono piccoli esercizi di stile, ritratti di famiglia e di amici, ma anche paesaggi. Abbiamo testimonianza anche di un dipinto di storia, saggio finale dell’Accademia di Brera, Beatrice Cenci che si scioglie i capelli al sole del 1863, di cui però non conosciamo più la collocazione.

Le sperimentazioni nella soffitta di Intra

Quando torna ad Intra inizia la sua vera ricerca pittorica nella piccola soffitta che gli presta il suo amico antiquario.
Questo posto diventa il suo rifugio per lo studio e per la sperimentazione di tecniche pittoriche grazie a cui dà vita ad un linguaggio ricco di espressioni luministiche nuove.

A differenza della pittura evanescente e sfaldata di Cremona, quella iniziale di Daniele Ranzoni risulta più materica e luminosa. Molti hanno ricondotto la sua ricerca coloristica a quella di Rembrandt.

Le immagini di Ranzoni sono ricche di contrasti chiaroscurali. Toni puri stesi anche con l’aiuto dei polpastrelli o con pennelli dal manico lunghissimo hanno suscitato critiche più disparate, dal totale apprezzamento al totale disprezzo.

Quello che è certo è che la ricerca di questo periodo lo ha portato a dare vita ad un’arte sicuramente in linea con quella scapigliata del suo amico Tranquillo Cremona. Da questi forse si differenzia per un’accentuata sperimentazione ereditata dal Piccio (1804-1874) che poi lo ha forse condotto alla follia.

Il soggiorno dai Troubetzkoy

Quando Daniele Ranzoni riceve il favore e l’ospitalità dalla famiglia russa, inizia un periodo di intensa attività pittorica. Ciò accade, probabilmente, perché stimolato dalla diverse personalità che frequentano Villa Ada, anche di provenienza internazionale.

Qui realizza dipinti come Lo chalet di Villa Ada sul Lago Maggiore, I Pizzoni e il Sasso di ferro visti da Villa Ada (le montagne di Laveno), entrambi presentati a Brera nel 1871, I ragazzi Troubetzkoy col cane tondo da cui attraverso una pittura consistente e allo stesso tempo ritmata sembrano affacciarsi tre bambini con un cane immersi nella natura di un giardino.

Il viaggio a Londra 

Quando Ranzoni si trasferisce per due anni a Londra, dal 1877 al 1879, è in continuo contatto con le famiglie della borghesia e dell’aristocrazia inglesi. Queste gli forniscono una serie di committenze. Purtroppo, non viene altrettanto apprezzato dalla Royal Academy che rifiuta i suoi dipinti per l’esposizione annuale del 1879.

Deluso, il pittore torna in Italia, dando inizio tra l’altro a quei periodi tormentati e caratterizzati da un’intensa malinconia che di lì a poco lo porteranno alla depressione.
Al periodo londinese appartiene comunque una serie di prove di grande valore, che comprendono: Le tre figlie di Sir Richard Horner Paget e I Bambini Nevill.

Tornato in Italia, Daniele Ranzoni è frequentemente ospite nella villa Pisani Dossi a Como e realizza lì Il ritratto della signora Pisani Dossi, il Ritratto della contessa Arrivabene e Giovinetta in bianco.

Tutte opere queste, in cui si nota l’ultima svolta pittorica dell’artista: ormai il colore appare quasi fluttuante e le figure sembrano circondate da una nebbia brumosa che le rende evanescenti e come circondate da un velo di opacità, delicate e appena percettibili.

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