Richard Emil Miller

Richard Emile Miller. Venditore Ambulante di Giocattoli. Tecnica: Olio su tela
Venditore Ambulante di Giocattoli. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Richard Emil Miller (St. Louis, 1875 – St. Augustine, 1943) è un pittore impressionista statunitense. Nato nello stato del Missouri, inizia a disegnare sin da piccolo, spronato dal padre, ingegnere della Pennsylvania.

Si trasferisce a Washington nel 1892, per studiare alla Washington University School of Fine Arts, dove ha come insegnante Edmund H. Wuerpel (1866-1958), pittore tonalista influenzato dalla Scuola di Barbizon, ma anche da James Abbott McNeill Whistler (1834-1903).

Durante gli anni di Accademia, il giovane artista studia attentamente la pittura impressionista e comincia già a produrre una serie di dipinti caratterizzati da un raffinato uso della luce e del colore. Vibranti immagini di figure femminili, inserite in lussureggianti giardini ricchi di fiori e piante, sono i suoi soggetti più conosciuti, grazie ai quali, già in ambito accademico, inizia ad ottenere una lunga serie di premi.

Tocchi veloci e sintetici di colore acceso costruiscono le eleganti vesti delle donne, ma anche le atmosfere e gli interni in cui vengono rappresentate, in una sorte di mistica unione tra giapponismo ed Impressionismo.

Il trasferimento a Parigi

Intenzionato ad ampliare la sua formazione, Richard Emil Miller si trasferisce a Parigi nel 1897, dopo aver terminato gli studi accademici in America. Inizialmente, conduce una vita molto modesta, concentrato soprattutto nella pittura: frequenta l’Academie Julien e vaga per le strade di Parigi alla ricerca di ispirazione, che trova puntualmente nei pullulanti caffè, nei parchi, nelle strade affollate ed eleganti.

Il suo impressionismo si fa sempre più intenso: il colore, steso in maniera abbozzata e personalissima, riflette il sentimento dell’artista, che pian piano abbandona la rigidità accademica della prima fase, in favore di un cromatismo emozionante e fremente.

La colonia di Giverny

Inizia a partecipare ai Salon, ma soprattutto a passare le sue estati a Giverny, il luogo che dal 1890 aveva accolto Claude Monet (1840-1926) e gli aveva permesso di lavorare nel suo idilliaco hortus conclusus, nella ricca natura variopinta e nel suo personale giardino giapponese.

Proprio a Giverny, sul modello del maestro Monet, si stava raggruppando da qualche tempo una colonia di artisti americani, attorno alla figura del pittore Frederick Carl Frieseke (1874-1939), originario del Michigan.

Sotto la guida di Freiseke, di cui diventa intimo amico, Richard Emil Miller rafforza la sua pittura, concentrandosi sul valore tonale della luce e soprattutto sullo studio della figura femminile. Il suo postimpressionismo è estremamente luminoso e la pennellata, carica di colore, diventa a tratti materica ed in grado di accogliere la luce reale tra le foglie verde acceso degli alberi e tra le vesti colorate, indossate dalle donne ritratte.

Ma è fondamentale anche il suo rapporto con il postimpressionismo dei Nabis, di cui alcuni tratti si riscontrano nelle atmosfere volutamente oniriche e simboliche di alcuni suoi dipinti, ma anche in una linea di contorno non accentuata, ma sinuosa e curva, in una sorta di riproposizione leggera del cloisonnisme.

Durante i suoi anni francesi, Richard Emil Miller espone anche in Italia, che visita proprio nel corso dei primi anni del Novecento. È presente, infatti, a diverse edizioni della Biennale di Venezia, in cui espone anche dopo il suo rientro negli Stati Uniti.

Pasadena e gli ultimi anni in Massachusetts

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, il pittore americano rientra in patria, stabilendosi a Pasadena, in California. Qui, inizia ad insegnare pittura presso la Stickney Memorial School of Art. Inoltre, non trovando uno studio con una luce adatta alla sua pratica pittorica, inizia a dipingere nell’atelier della pittrice americana Eva Scott Fenyes (1849-1930), in cui realizza anche un meraviglioso nudo della figlia dell’artista.

Nel 1917, Richard Emil Miller si trasferisce a Provincetown, in Massachusetts, dove continua a dipingere per il resto della sua vita, ricevendo premi e riconoscimenti in tutti gli Stati Uniti. La sua pittura luminosa e affascinante, fatta di piccoli tocchi di pennello, di bagliori subitanei ed estremamente delicati, lo accompagna fino alla morte, giunta in Florida, nel 1943.

Richard Emil Miller: atmosfere e ritratti luminosi e vibranti

La tradizione impressionista americana degli anni Settanta e Ottanta influenza profondamente Richard Emil Miller, durante gli anni della sua formazione. Già in questo periodo, infatti, si diffonde l’usanza, tra i pittori americani, di recarsi in Francia per studiare gli ultimi sviluppi dell’Impressionismo e del post Impressionismo.

È così che nasce la colonia di artisti statunitensi a Giverny, di cui entra a far parte anche Richard Emil Miller, dopo aver terminato gli studi a Washington. Però, in sostanza, pur partendo dall’Impressionismo, il pittore di St. Louis sviluppa poi un linguaggio espressivo del tutto personale.

La sua estetica è a metà tra la narrazione del quotidiano, trattato con un cromatismo palpitante e lussureggiante, e un mondo fatto di pensieri e sensazioni degli animi femminili rappresentati. Spesso, infatti, una dimensione quasi fiabesca pervade le opere di Richard Emil Miller, come Tè in giardino del 1910, Sole mattutino del 1914, Reverie del 1915.

Durante gli anni passati in Francia, il pittore americano sembra rielaborare il linguaggio impressionista attraverso l’aggiunta di sensazioni simboliste e secessioniste, tratte sicuramente dallo studio della pittura Nabis.

L’estrema sensibilità alla luce si coniuga sapientemente alla scelta di soggetti femminili ritratti all’aria aperta, che contengono un’atmosfera a metà tra l’idillio e la sospensione dell’estetismo decadente, come avviene anche nelle opere di Frieseke.

Richrd Emil Miller è presenta alla Biennale di Venezia del 1905 con La vecchia e La rammendatrice, a quella successiva del 1907 con Effetto di notte, Signora alla toletta e Madre e figlia. Nel 1909, poco prima di rientrare in America, tiene una personale con undici opere, sempre nella rassegna veneziana.

Tra di esse compaiono alcune tra le più significative tele dell’autore: La veste cinese, La sera, Il bagno, Ritratto dei bimbi Lascroux, Interno ed Elefante bianco. Nel 1911 invia due opere alla Mostra Internazionale di Roma del 1911, Donna con ventaglio e Nell’ombra. Dopo la guerra, prende parte di nuovo alla Biennale di Venezia con Lo specchio.

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