Rodolfo Morgari

Rodolfo Morgari. Odalisca in riposo (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 157 x 75 cm
Odalisca in riposo (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Quotazioni Rodolfo Morgari

Pittore dalla produzione vasta e selezionata, ha quotazioni medie tra 1.000 e i 6.000 euro. Il record d’asta è di 23.600 euro raggiunto nel lontano 2001. Ha un mercato piemontese per le sue scene di gente, i ritratti e le allegorie che non sempre sposano il gusto attuale. Era qui la sofferenza sul mercato. 

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Biografia

Rodolfo Morgari (Torino, 1827 -1909) figlio del pittore Giuseppe (1788-1847) e fratello minore di Emilio Paolo (1815-1882), anch’egli artista, vive in un ambiente che precocemente lo introduce allo studio della pittura. Si forma all’Accademia Albertina di Torino negli anni Quaranta. Nel 1848 interrompe brevemente la sua attività per partecipare alle campagne garibaldine.

Ben presto, si specializza nella pittura a soggetto storico o allegorico per quanto riguarda la decorazione ad affresco, ma nell’ambito della pittura da cavalletto, predilige le tematiche di genere, soggetti allegorici, mitologici ed ha un notevole successo con quelli orientalisti.

Nel frattempo, lavora anche come restauratore in diversi palazzi torinesi, uno su tutti, Palazzo Reale, raggiungendo presto fama e lodi. È attivo alle Promotrici torinesi dal 1848 al 1899, esponendo, di tanto in tanto, anche a Genova e a Venezia.

Tra la pittura e il restauro

Come restauratore, Rodolfo Morgari lavora soprattutto a partire dagli anni Cinquanta. Per la sua abilità e competenza in questo campo, nel 1858, viene nominato da Vittorio Emanuele II “pittore e restauratore dei Regi Palazzi”.

Mentre continua ad esporre soggetti storici e di genere alle Promotrici torinesi, il pittore affianca Giuseppe Desclos nella cattedra di ornato all’Accademia Albertina. All’inizio degli anni Settanta, invece, raggiunge la piena affermazione con l’apertura di una bottega e scuole di restauro a Torino.

Affiancato soprattutto dal nipote Luigi Morgari (1857-1935), riesce a tenere in piedi un’attività di restauro e decorazione originale di grande rilievo. La sua bottega si specializza soprattutto nella copia di arazzi e mosaici antichi, per cui riceve una medaglia all’Esposizione di Torino del 1884.

Rodolfo Morgari, nel pieno dell’attività di pittore, restauratore ed insegnante, si occupa anche della decorazione del Palazzo dell’Ordine Mauriziano con finti arazzi. Muore a Torino nel 1909.

Rodolfo Morgari, tra soggetti storici e pittura di genere

Rodolfo Morgari affianca per tutta la sua vita l’attività di decoratore e restauratore a quella di pittore da cavalletto. È sempre presente alle Promotrici torinesi, a partire dal 1848, con una pittura di matrice romantica, fatta di una tavolozza equilibrata e costituita da validi spunti narrativi e cromatici.

Anche dal punto di vista luministico, i dipinti di Rodolfo Morgari presentano un accurato studio delle fonti cinque e seicentesche, come si nota soprattutto da alcuni dipinti di genere orientalista.

Alla Promotrice del 1848 presenta un brano pittorico tratto da Parini La famiglia del servo mendico, mentre l’anno successivo il dipinto dai toni sentimentali La vedova del valoroso soldato.

Al 1850 risale un Episodio al tempo del feudalesimo, mentre nel 1851, a Genova presenta il dipinto sacro della Maddalena penitente e quello manzoniano dei Due bravi in agguato. L’anno successivo, di nuovo alla Promotrice torinese, espone il Ritratto di Vittorio Emanuele II, essendosi già esposto come valido restauratore di Palazzi torinesi.

La vocazione di pittore romantico

Con l’allegoria Le Arti deplorano l’apparir della guerra, Rodolfo Morgari partecipa alla Promotrice del 1854, confermando la sua vocazione di pittore romantico e soprattutto i riferimenti alla cultura classica. Mentre del 1855 è la tela celebrativa con La carità che piange sulla tomba della regina Maria Adelaide.

Il boschetto di Venere e La fontana dell’amore compaiono alla Promotrice del 1861, Paolo e Francesca e il dipinto di genere Miseria e rassegnazione a quella del 1864. Uno dei più famosi dipinti di genere di Rodolfo Morgari, La bionda Aniceta, viene esposto nel 1865, oggi conservato presso la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.

Per tutti gli anni Settanta, presenta alle Promotrici torinesi dipinti storici, letterari o allegorici, insieme a soggetti di genere. Ne sono esempio La buona ventura del 1871, La vispa Zuleika del 1872, La prima madre del 1875, L’angelo intercessore del 1877 e Poca voglia di lavorare! del 1879. Tra gli anni Settanta e Ottanta lavora molto anche sul ritratto, sempre trattato nel solco della pittura romantica.

Importante è il dipinto Raffaello morente presentato dal pittore all’Esposizione di Torino del 1880, insieme a Consolatrix afflictorum e ad un Ritratto. Il dipinto orientalista Zorama (gelosie orientali) compare nel 1881, mentre Baccante nel 1882. L’episodio di Casamicciola – l’aurora del 29 luglio 1883 riceve diverse lodi alla Mostra torinese del 1884.

Saffo ed Ecce salvator mundi vengono presentati a Torino nel 1889, la bellissima Arianna abbandonata alla Mostra Cinquantenaria della Promotrice di Belle Arti del 1892, mentre la doppia allegoria Eroismo – Carità viene esposta nel 1896. La sua ultima presenza ad una mostra risale al 1899, quando, sempre nella sua città, espone Le tre Grazie.

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