Ferruccio Scattola

Ferruccio Scattola. Giorno di Mercato - Tecnica: Olio su tela
Giorno di Mercato. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Ferruccio Scattola (Venezia, 1873 – Roma, 1950) inizia a dipingere a diciassette anni da autodidatta, studiando soprattutto dal vero. Abile in diversi generi, dal ritratto al paesaggio, esordisce alla Triennale di Milano, ottenendo il Premio Fumagalli.

Decide a questo punto di intraprendere un viaggio in Oriente, fermandosi per un lungo periodo a Costantinopoli. Il soggiorno lo conduce ad una notevole maturazione artistica, come è ben visibile dagli schizzi e dai bozzetti realizzati durante il viaggio.

Dal 1897 inizia a partecipare alla Biennale di Venezia, inaugurando una fortunata stagione espositiva, durata fino agli anni Quaranta del Novecento. Alla Biennale di Venezia del 1924 viene allestita una personale dell’artista con una serie di ventisette opere.

Paesaggista attento al vero e legato al vedutismo veneziano dell’Ottocento, Ferruccio Scattola si fa interprete di una pennellata agile, sciolta e dinamica. Vicino alla pittura impressionista, è un sapiente rappresentante di paesaggi spesso velati di un accento simbolista, anche se sempre concentrati sul dato atmosferico.

I suoi frequenti viaggi in tutta Italia, in cerca di motivi nuovi e diversi, lo hanno portato a realizzare vedute e scene folkloriche di Venezia, Assisi e Siena. Muore a Roma nel 1950. Sue opere sono conservate presso la Galleria d’Arte Moderna di Venezia, la Galleria Nazionale di Roma, il Museo Revoltella di Trieste.

Paesaggi tra l’Oriente e l’Italia

Interno di S. Marco è il dipinto presentato alla Triennale di Milano del 1894, grazie al quale Ferruccio Scattola si aggiudica il Premio Fumagalli. Nel 1895 invece partecipa alla I Biennale di Venezia con Tramonto invernale e alla successiva con I ricchi e Caffè a Costantinopoli.

Quest’ultimo dipinto è una delle testimonianze del suo viaggio in Oriente, insieme a Via di Costantinopoli presentato all’Esposizione Nazionale di Torino del 1898 e Luce d’argento della Biennale del 1899.

Gran parte delle vedute poi presentate alle mostre degli anni successivi, hanno come soggetto Venezia. Ne sono esempio Un canale a Venezia, Venezia e Tramonto, esposte nel 1900 a Verona, ma anche Velieri in canale della Giudecca presentato alla Biennale del 1903.

I frequenti viaggi in Italia, alla ricerca di nuovi motivi

Testimonianza dei numerosi viaggi in Italia, soprattutto in Umbria. Lazio e Toscana, sono i paesaggi presentati dal 1905 in poi. Si tratta di una ricerca continua di motivi e ispirazioni nuovi, caratterizzati poi sulla tela da una pennellata disinvolta e briosa. Castello dell’Umbria e San Gimignano vengono esposti alla Mostra di Milano del 1906 e Mercato in Assisi a Firenze l’anno successivo.

Nel 1918, insieme allo scultore Eugenio Pellini, Ferruccio Scattola espone alla Galleria Pesaro di Milano ottantacinque opere. Si tratta di una serie di lavori che racchiudono la poetica dell’artista: l’importanza del viaggio, la resa puntuale e realistica dell’atmosfera, una pittura spontanea e semplice.

Sono esposti, tra gli altri, Nel frutteto, Il Lago di Scanno, Donne al mercato, Pascoli sui colli Albani, Dinnanzi all’osteria, Rocca di Papa, Visione di Venezia, Fiori e farfalle e Villa d’Este.

Alla Biennale del 1924 gli viene dedicata una personale. Comprende ventisette opere tra cui Piazza del Campo, San Francesco in Assisi, Calma sciroccale, Venezia pittoresca, San Domenico a Fontebranda, Domenica di marzo, La Laguna dal Lido.

Continua ad esporre regolarmente alle Biennali e nel 1831 partecipa anche alla Quadriennale di Roma con una serie di vedute dell’isola di Mazzorbo. Mentre alla Quadriennale del 1835 espone diverse tele dedicate a Roma: Foro romano, Ponte Cavour, Piazza Paganica, Piazza di Montevecchio.

Negli anni Trenta Ferruccio Scattola espone regolarmente nelle mostre del Sindacato Fascista delle Belle Arti del Lazio. Nel 1937 presenta Burano, Sera ad Anacapri, Fiori. Nel 1940 Marina veneta, Bisonte americano e Pesci.

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