Anatolio Scifoni

Anatolio Scifoni. Cleopatra che consulta una maga. Tecnica: Olio su tela, 30 x 43 cm
Cleopatra che consulta una maga. Tecnica: Olio su tela, 30 x 43 cm

Biografia

Anatolio Scifoni (Firenze, 1842 – Roma, 1884) figlio di una pittrice e di un poeta, si forma presso l’Accademia Albertina di Torino. Per perfezionarsi, passa un periodo di studio a Roma e poi a Parigi. Prima di stabilirsi definitivamente a Roma, rientra per qualche tempo a Torino, dove si lega profondamente a Lorenzo Delleani (1840-1908).

Dal 1860 inizia ad esporre con regolarità alla Promotrice di Torino fino al 1883, un anno prima della sua morte. Nel 1870, dopo la Breccia di Porta Pia, decide di trasferirsi a Roma, dove rimarrà fino alla morte.

Il trasferimento a Roma: il successo

Se nella prima produzione si dedica soprattutto a soggetti di storia, dopo il passaggio nella Capitale comincia a farsi interprete di un raffinato gusto alla moda.

In effetti, i soggetti prediletti di Anatolio Scifoni diventano scene di genere di ispirazione neopompeiana. Ginecei, graziose scenette ambientate in abitazioni greche o romane, denotate da una attenta e filologica descrizione degli ambienti e dei costumi sono alla base della produzione del pittore.

È documentato un suo lungo soggiorno a Pompei, dove si impegna nello studio degli ambienti di una domus, ma anche nella copia degli affreschi che poi riporta nei suoi luminosi dipinti. Definisce il suo lavoro “pittura archeologica”, perché effettivamente ambientate in triclini, bagni, giardini, portici, in cui ambienta scene con protagoniste fanciulle, matrone e bambini.

La ricostruzione storica e di genere porta il pittore a raggiungere una grande fama, anche presso la corte e all’interno dei più alti ambienti culturali di Roma. Qui, partecipa con successo alle mostre degli Amatori e Cultori di Belle Arti, ma continua anche ad esporre alle promotrici torinesi.

Nel 1877 prende parte al Salon di Parigi e nel 1883 all’Esposizione Internazionale di Roma. non è presente solo ad esposizioni italiane, ma anche estere: Philadelphia, Monaco, Londra, Vienna.

Diversi dipinti sono stati anche acquistati dal mercante d’arte francese Adolphe Goupil e da numerosi collezionisti inglesi o americani. Ancora nel pieno del successo, Anatolio Scifoni muore a Roma nel 1884, a soli quarantadue anni.

Anatolio Scifoni: la pittura neopompeiana

Le prime opere di Anatolio Scifoni si dividono tra pittura di storia e pittura di genere, tutti quanti permeati da un verismo luminoso e sincero. Alla Promotrice di Torino del 1860, esordisce con La spigolatrice di Sapri, mentre l’anno successivo vi espone Fede e dubbio (interno della Chiesa di Gressoney a S. Jean).

Il dipinto di genere Dopo un soffio compare alla Promotrice torinese del 1864, Convalescente a quella del 1865, insieme a Bolle di sapone, dipinto che riscuote un grandissimo successo e viene acquistato da un collezionista veneziano, Mattia Montecchi.

Già nel 1866 Anatolio Scifoni inizia a dedicarsi a scene neopompeiane, contraddistinte da ricchezza di particolari, filologia nella resa dei dettagli storici e atmosferici e delicatezza cromatica e luministica.

Ciò si riscontra nel dipinto presentato nel 1867 a Torino, Nella villa Colonna in Roma, e nel Recinto dei pavoni (attinenze del tempio di Giunone), acquistato da un barone tedesco. Anche Un’offerta agli Dei Lari, esposto a Torino nel 1868 e poi a Philadelphia entra a far parte della collezione di un mercante americano.

All’Esposizione di Torino del 1870 compare La vita burocratica a Roma e a quella del 1883 La vita monastica, La campagna romana e L’anfiteatro di Pompei. Nello stesso anno, a Roma, poco prima della sua morte, espone I saltimbanchi in Pompei e Il Cottabo.

Sono da segnalare anche La vigilia del matrimonio a Pompei, Tepidarium delle Terme di Pompei, acquistato da Goupil, La Vestale, Una offerta a Diana di Efeso e Frigidarium.

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