Sebastiano De Albertis

Sebastiano De Albertis. Adunata - Tecnica: Penna e Acquarello su carta, 23 x 47 cm
Adunata. Tecnica: Penna e Acquarello su carta

Biografia

Sebastiano De Albertis (Milano, 1828-1897) sin da giovane si appassiona alla pittura e frequenta l’Accademia di Brera e gli studi di Domenico (1815-1878) e Gerolamo Induno (1825-1890).
Fervente patriota, nel 1848 partecipa con entusiasmo alle Cinque giornate di Milano e subito dopo alla prima guerra di indipendenza.

Nel 1859 partecipa alla seconda guerra di indipendenza e l’anno successivo alla spedizione dei Mille in Sicilia. Pochi anni dopo prende parte anche alla terza guerra d’indipendenza, in particolare alla Battaglia di Bazzecca.

Nel 1884 Sebastiano De Albertis viene nominato professore onorario dell’Accademia di Brera e prende parte alla committenza per la creazione del Museo del Risorgimento a Milano insieme ai fratelli Induno. Muore a Milano nel 1897.

La pittura di storia

Terminato il primo periodo di impegno militare con le Cinque giornate di Milano, Sebastiano De Albertis dà vigore alla sua attività pittorica.
Prende parte alle esposizioni dell’Accademia di Brera per tutti gli anni Cinquanta, con dipinti di soggetto storico come Un episodio dell’Inquisizione di Spagna del 1850 o Piccarda Donati rapita da suo fratello dal convento di S. Chiara in Firenze e Una ricognizione di avamposti della cavalleria piemontese.

Quest’ultimo è un dipinto strettamente legato al suo impegno patriottico e evocativo del mondo militare e bellico da lui vissuto e conosciuto. È da questo momento che comincia a riportare gli elementi caratteristici di quel mondo su tela, facendo diventare il genere militare una sua cifra caratteristica.

La parentesi scapigliata

Nonostante sia uno dei grandi narratori delle imprese belliche italiane nella sentita lotta per il raggiungimento dell’unità del Paese, si iscrive alla Società de la Confusion insieme a Tranquillo Cremona (1837-1878) e quindi dà la sua adesione alla Scapigliatura lombarda.

È da questo momento in poi che la sua pittura patriottica viene affiancata da acquarelli dai temi più mondani, data anche la sua vicinanza ai rappresentanti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia milanesi. In questi anni esegue alcune caricature della duchessa Eugenia Litta Bolognini di cui in precedenza aveva realizzato un ritratto con la tecnica litografica.

Sebastiano De Albertis. I dipinti del Risorgimento

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si dedica anche alla litografia, occupandosi di alcuni ritratti e dell’illustrazione di riviste e nel frattempo continua la sua attività risorgimentale.
Negli anni Sessanta, affianca instancabilmente l’attività militare a quella artistica, esponendo a Brera nel 1860 I primi prigionieri nel combattimento di Malnate.

La visita di Garibaldi a Manzoni, commissionata dal cavaliere Bellinzaghi ed esposta a Brera nel 1863, rappresenta una delle opere più significative di Sebastiano De Albertis. Narra una scena memorabile della storia risorgimentale, avvenuto nella casa di Alessandro Manzoni, sostenitore della causa garibaldina.

I due, seduti molto vicini, nell’evidente contrasto dei loro vestiti e allo stesso tempo nella loro venerabile solennità, dialogano fitto fitto mentre sono circondati da un gruppo di astanti che assistono all’incontro.

La resa così affettuosa e allo stesso tempo rispettosa dei due personaggi dichiara l’estrema fedeltà di De Albertis a Garibaldi e alla causa unitaria. Difatti nel 1866 partecipa anche alla terza guerra di indipendenza a Bezzecca, ritraendo la sua esperienza nell’acquarello Episodio della battaglia di Bezzecca, esposto a Brera nel 1866.

De Albertis e Garibaldi

Nel 1871 si dedica nuovamente alla pittura ad olio, realizzando famose opere quali Garibaldi nei Vosgi, esposto alla Società promotrice di Napoli nel 1877. La grande tela (Museo del Risorgimento di Milano) ritrae Garibaldi a cavallo nel desolato paesaggio dei Vosgi, ricoperto di neve.

In un momento di quiete dalla battaglia Garibaldi osserva i soldati e i cavalli caduti a terra nel freddo inverno della guerra franco-prussiana del 1871. Una nebbia scura è calata sui combattenti francesi ai quali si è affiancato Garibaldi nella difesa della Repubblica.
L’olio, di intensa emotività (forse scaturita anche dalla recente morte del figlio Enrico) è stato ampiamente lodato dalla Promotrice di Napoli.

La carica dei carabinieri a Pastrengo

Nel 1880 Sebastiano De Albertis espone alla Promotrice di Torino un altro suo celebre dipinto che è stato poi riprodotto in diversi bozzetti e acquarelli.
La carica dei carabinieri a Pastrengo evoca un episodio della prima guerra d’indipendenza del 1848, dove le truppe dei carabinieri vengono ritratte nell’impetuosa azione contro gli austriaci.

Nella confusione della battaglia i soldati sono avvolti nella polvere da cui emergono fieri e pronti. Sembra di poter sentire i rumori del combattimento tanta è l’intensità della composizione dinamica. Il dipinto è stato poi acquistato dal re Umberto I.

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