Sommario
Biografia
Silvio Paoletti (Venezia, 1864 – 1921) figlio di Antonio Ermolao Paoletti (1833-1912), viene introdotto alla pittura proprio da suo padre. Sin da subito, si specializza nei soggetti di genere di gusto aneddotico, dedicandosi soprattutto alla narrazione della quotidianità veneziana, proprio come Antonio Ermolao.
Predilige, comunque, il racconto curioso e intrigante della vita femminile, come dimostrano i dipinti presentati nel corso degli anni Ottanta e Novanta.
Esordisce all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, per poi partecipare alle più importanti rassegne italiane, tra cui la Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896 e le Biennali di Venezia del 1899, 1905, 1907, 1909, 1910 e 1920.
Un pittore di gusto europeo
Rispetto a quella paterna, la pittura di Silvio Paoletti, risulta molto più calibrata sull’uso di una tavolozza impressionista e su un segno elegante e vibrante. Nonostante i temi risultino simili, la pennellata è più disinvolta e sicuramente ispirata agli sviluppi pittorici europei a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
In effetti, intorno agli anni Novanta, il pittore si interessa alla poetica e allo stile Liberty, trattandoli anche dal punto di vista critico e teorico. Soggetti allegorici e più orientati verso un indirizzo simbolista lo caratterizzano nella sua fase più matura, quella in cui ottiene un notevole successo alle Biennali veneziane.
Alcuni dipinti degli anni Dieci del Novecento ambientati a Parigi e dintorni testimoniano un soggiorno del pittore in Francia, a contatto con la pittura e la cultura della Belle Époque.
Non è un caso, dunque che Silvio Paoletti, cominci ad ottenere uno straordinario successo all’estero, conosciuto con la singolare e poetica firma latineggiante “Sylvius Paoletti”. Espone a Venezia fino al 1920 e muore l’anno successivo a soli cinquantasette anni.
Silvio Paoletti, tra la pittura di genere e il gusto Liberty
Formatosi nella sfera paterna, Silvio Paoletti esordisce con le tematiche di genere che avevano proprio contraddistinto la pittura di Antonio Ermolao Paoletti. Si presenta per la prima volta all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887 con In chiesa.
Ancora due dipinti di narrazione quotidiana compaiono alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896, Vano richiamo e Fine di giorno, già contraddistinti da una vena liberty che sarà ancora più presente in seguito.
Alla Promotrice di Firenze del 1898 presenta il simbolico dipinto Nouances, a quella del 1899 i dipinti allegorici ed evocativi Syrena e Mattino sul lago. La pittura di Silvio Paoletti, che da questo momento in poi si firma “Sylvius”, risulta caratterizzata da una leggera opacità che la rende evanescente e poetica, soprattutto grazie alle tonalità pastello della tavolozza.
Con Fantasia di un meriggio d’estate si presenta alla Biennale di Venezia del 1899, mentre all’Esposizione di Torino del 1900 invia Phalenoe e Nauta. Il bel dipinto simbolista La pioggia d’oro compare invece alla Biennale del 1905, seguito poi da Più forte della morte presentato alla Mostra di Milano per il Traforo del Sempione del 1906.
…A che ignoti dolori! è il dipinto di genere che Silvio Paoletti presenta alla Biennale del 1907, mentre Il vecchio castagno viene esposto a quella successiva del 1909. Ma è all’Esposizione di Rimini dello stesso anno che invia ben cinque opere di grande successo, Calma crepuscolare, Fanciulla veneziana, Notturno veneziano, Sulla spiaggia e Fanciulle veneziane.
Con Lo specchio della vita ed Intimità partecipa alla Biennale del 1910, per poi prendere parte alla sua ultima Biennale nel 1920, un anno prima della sua morte, con Venezia e La regina e la rosa.
Quotazioni Silvio Paoletti
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