Eugenio Spreafico

Eugenio Spreafico. Lo scartocciamento della melica. Tecnica: Olio su Tela
Lo scartocciamento della melica. Tecnica: Olio su Tela

Biografia

Eugenio Spreafico (Monza, 1856 – Magreglio, 1919) si forma presso l’Accademia di Brera, dove studia sotto la guida di Francesco Hayez (1791-1882) e di Giuseppe Bertini (1825-1898). Si indirizza verso un realismo sereno, di generale intento aneddotico e sentimentale, proprio in linea con la pittura monzese del tempo.

Esordisce a Brera nel 1880, inaugurando una duratura attività espositiva nel segno di una pittura basata sul vero.
Le campagne di Monza e i paesaggi del Lago di Como sono spesso i protagonisti delle sue tele. Eugenio Spreafico non manca però di fare riferimento alla condizione lavorativa delle donne in particolare, soprattutto in alcune opere di intenso significato sociale.

Quando l’artista si trasferisce a Magreglio, paesino in provincia di Como, si dedica quasi completamente al paesaggio, ma il tema del lavoro rimane comunque fondamentale nella sua poetica.

Da non trascurare è la sua attività di ritrattista, insieme ad un ricco sostrato di lavori di grafica, visibili attraverso bozzetti e studi dei suoi taccuini.
Dal 1916 non partecipa più ad alcuna esposizione, muore a Magreglio nel 1919.

La prima fase: un pacato realismo aneddotico

Sin dal periodo della formazione accademica, Eugenio Spreafico si indirizza tenacemente verso lo studio del vero.
Naturalmente però, risente dell’influsso romantico dei suoi insegnanti Hayez e Bertini, per cui il suo primo verismo risulta tenue e velato da un certo sentimentalismo aneddotico. Vince il Premio Hayez con due studi di nudi maschili che evidenziano subito la sua abilità disegnativa.

All’Esposizione di Brera del 1880, che segna il suo esordio pubblico, presenta due Studi dal vero che confermano la sua vocazione verista. Questo indirizzo continua nelle esposizioni successive: a quella di Milano del 1881 partecipa con Tramonto, Pioggia di foglie autunnali, I fiori del sagrestano, Bosco, In processione, Aprile.

Questo consistente gruppo di opere indica perfettamente l’andamento della prima fase pittorica di Eugenio Spreafico. Si divide infatti tra realistiche rappresentazioni di paesaggi dal vero e una serie di piccole scene di genere di tradizione quasi romantica.

Eugenio Spreafico: il paesaggio verista e i temi sociali

Negli anni successivi, l’attività di Eugenio Spreafico continua nell’intenso studio del paesaggio verista (Marzo, 1882). A queste composizioni, affianca una acuta e tutt’altro che disimpegnata lettura della realtà sociale e lavorativa del tempo.

Ne forniscono i primi esempi le tele Ritorno dal campo e Presso al molino, studi dal vero che mettono al centro il lavoro umano e le sue condizioni. Lo stesso vale per Ritorno alla cascina e Cave di pietra, presentati all’Esposizione Nazionale di belle Arti di Roma del 1883.

Naturalmente, il sapore aneddotico dei primi dipinti permane ancora negli anni Ottanta, basta far riferimento a opere come Nozze paesane – effetto di tramonto o L’Ave Maria del mattino, del 1884.

Il forte intento realistico per quanto riguarda la pittura di paesaggio, compare nei dipinti Nel parco di Monza, Aprile, Minaccia di temporale, del 1885. Ma anche in Mattino d’autunno, Cascina in Brianza, Estate di San Martino.

L’attenzione alla tematica del lavoro femminile

Dal punto di vista del tema lavorativo, Eugenio Spreafico è attento soprattutto alla realtà femminile, in tele quali Sfogliatrici di granoturco e Alla Sbianca. Quest’ultimo tema viene affrontato in diverse variazioni: la più famosa è quella presentata nel 1892 alla Promotrice di Genova.

Altri esempi di questo tipo sono Raccolto dei bozzoli, Dolore, Contadina lombarda e soprattutto A fulgore et tempestate libera nos, Domine. Ultimo dipinto legato al genere sociale è Dal lavoro, presentato a Genova nel 1895, dove un solenne gruppo di operaie torna a casa dalla filanda.

Negli ultimi tempi, dopo il suo trasferimento a Magreglio, ritorna soprattutto al paesaggio dal vero, ritraendo la campagna della Brianza e le Alpi lombarde.
Gli esempi più grandi di queste ultime prove sono Stalla, Sull’Alpe, Dal prato presentati del 1897 a Genova.  E ancora, Raccolto d’agosto, Raccolto a giugno del 1906 e Angolo di campagna.

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