Felice Ferdinando Storelli

Felice Ferdinando Storelli. Marina con Barche. Tecnica: Olio su tela
Marina con Barche. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Felice Ferdinando Storelli (Torino, 1778 – Parigi, 1854), figlio di uno scultore, si forma presso lo studio di Pietro Giacomo Palmieri (1737-1804) a Torino. Nel 1800 lascia la sua città per Parigi, esponendo ai Salon dal 1806 al 1850.

È proprio in questi anni che si fa conoscere come apprezzato autore di paesaggi e marine realizzati prevalentemente ad acquarello. Acquista velocemente fama nella Parigi degli anni della Restaurazione, divenendo anche maestro di disegno della duchessa di Berry.

A Torino, invece, esordisce nel 1820 e parteciperà alle Promotrici da 1842 al 1849. Si afferma come uno dei maggiori paesaggisti piemontesi della prima metà dell’Ottocento, insieme a Giuseppe Pietro Bagetti (1764-1831) e a Giovanni Battista De Gubernantis (1774-1837). Nel 1827 riceve la Legion d’Onore e una serie di committenze non solo dai Savoia, ma anche dai reali francesi.

Ha sempre la residenza a Parigi, ma al momento della salita al trono di Carlo Alberto, i suoi rapporti con il Piemonte diventano sempre più stretti. Il sovrano gli commissiona numerose opere, soprattutto di carattere celebrativo. Nel 1841 lo nomina Cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia. Muore a Parigi nel 1854.

Felice Ferdinando Storelli, il paesaggio del primo Ottocento

Dopo l’apprendistato presso Palmieri, Felice Ferdinando Storelli parte per Parigi. Esordisce al Salon del 1806 con un paesaggio ad acquarello che gli permette di affermarsi ben presto come vedutista richiestissimo.

Inizialmente i suoi modelli sono i francesi Jean-Joseph-Xavier Bidauld e Achille-Etna Michallon, con le loro vedute ampie, ariose e di ascendenza classica. In un secondo momento si avvicina al Romanticismo nordico, rendendo i suoi paesaggi più impervi e articolati.

I Dipinti tra Parigi e Torino

Nel 1822, espone al Salon di Parigi Posa della prima pietra nella cappella di Rasny, per la duchessa di Berry. L’anno successivo dona a Carlo Felice l’opera Cascata d’invenzione, nel 1825 Veduta della Valle che conduce ai Bagni di Lucca, infine nel 1826 Veduta di Altacomba dal lago.
Nel frattempo, in Francia, per il duca d’Orléans realizza una Veduta del parco di Neully, con cui tra l’altro vince la medaglia d’oro al Salon del 1824.

Il 1832 lo vede prendere parte all’Esposizione di Arte e Industria al Valentino di Torino con una serie di paesaggi, tra cui Scoscese e deserte montagne che gli garantisce un successo immediato. Tra gli anni Trenta e Quaranta comincia a rispondere soprattutto a committenze sabaude, proprio per questo suo rinnovato rapporto con la madrepatria, sotto il regno di Carlo Alberto.

Al 1834 risale l’acquerello La Sacra di San Michele eseguito proprio per l’album personale del re e oggi conservato presso la Biblioteca Reale di Torino. Anche Una veduta del paesaggio di Chailles appartiene al re, come una serie di dipinti celebrativi che gli commissiona nel 1841.

Negli stessi anni comincia ad esporre alle Promotrici torinesi marine e paesaggi della campagna piemontese, della montagna valdostana e delle coste liguri. A quella del 1842 presenta Un paesaggio in grande, nel 1843 La lanterna del porto di Villafranca e Veduta di Cogoleto.

Al 1844 risalgono Il castello di Verrez nella Valle d’Aosta, Veduta del porto di Oneglia, Cascata d’acqua, Un effetto di luna. Tutti dipinti questi, già orientati verso un’impostazione più romantica rispetto al classicismo iniziale. La suggestiva Marina con effetto di luna viene esposta nel 1846, mentre Paese d’invenzione nel 1849.

Le opere celebrative per i Savoia

Nel 1841, come accennato, Carlo Alberto commissiona a Felice Ferdinando Storelli una serie di scene di battaglia. Esse avevano il compito di esaltare il valore militare sabaudo, come ne Il conte Amedeo IV fuga i vallesiani presso la città di Aosta.

Mentre nel 1840 realizza per la regina Maria Cristina la Visita di Carlo Felice e Maria Cristina ad Altacomba. Sempre per lei, nel 1844 esegue un a Partenza di Carlo Felice da Milano. Tra il 1841 e il 1843 si occupa di altre scene celebrative per la sala del Caffè nel Palazzo Reale di Torino.

Infine, altra importante committenza di Carlo Alberto, si occupa di una serie di dipinti che evidenzino l’attività di mecenatismo dei Savoia.
Ne sono esempio Il Duca Emanuele Filiberto fa lieta accoglienza a Torquato Tasso e Il Cardinale Maurizio di Savoia ammira i dipinti per suo comando eseguiti dall’Albani.

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