Ugo Flumiani

Ugo Flumiani. Verso l’alto Mare (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 70 x 50 cm
Verso l’alto Mare (dettaglio). Tecnica: Olio su tela, 70 x 50 cm

Biografia

Ugo Flumiani (Trieste, 1876 – 1938) si forma all’Accademia di Venezia al seguito del pittore Guglielmo Ciardi (1842-1917). Ben presto, dunque, si indirizza verso la pittura di paesaggio e di marine, seguendo la traccia intimista e lirica lasciata dal maestro.

Continua poi la sua formazione all’Accademia di Bologna, dove studia architettura e decorazione. Ma decide di portare a termine gli studi, dopo un breve soggiorno a Napoli, all’Accademia di Monaco.

L’influenza di Veruda

In Germania si lega alla comunità dei numerosi artisti triestini che studiano a Monaco, portando poi per sempre con sé questa importante esperienza formativa. Quando rientra a Trieste, Ugo Flumiani stringe amicizia con il pittore, suo concittadino, Umberto Veruda (1868-1904). Quest’ultimo si era formato proprio a Monaco, risentendo dell’impressionismo di Max Liebermann, pur rimanendo sempre fedele al tonalismo veneto.

La pittura di Umberto Veruda, influenzata anche dal colore vibrante e luminoso di Fortuny, viene subito accolta come un modello da Ugo Flumiani, che si fa subito interprete di una pittura altrettanto vibratile e ricca di luce.

Attentissimo alle variazioni atmosferiche e alle notazioni temporali, Ugo Flumiani si dedica a paesaggi e marine ritraendoli nelle diverse ore del giorno, per evidenziare i cambiamenti luministici e cromatici.

Il successo e la fiorente attività espositiva

La sua pittura, così realistica ma allo stesso tempo piacevolmente decorativa, conquista ben presto il pubblico triestino. Partecipa alle principali rassegne locali ed italiane, in particolare alla Biennale di Venezia, dove è presente dal 1899 al 1924, con regolarità, eccezion fatta per gli anni della prima guerra mondiale.

Espone frequentemente anche a Monaco di Baviera, città della sua formazione impressionista, e non manca mai alle Esposizioni del Circolo Artistico Triestino. Presso questa rassegna, Ugo Flumiani partecipa sempre con una personale ricca di marine veneziane e triestine, ma anche di vedute di piazze e strade popolate da figure, nella quotidianità urbana.

Le impressioni cittadine si accompagnano a vedute della montagna carsica, elaborate fino agli ultimi anni. Spesso l’espressione così vibrante della luce può risultare manierata, soprattutto nella sua ultima produzione.

Ciononostante, la brillantezza e l’intimità delle vedute di Ugo Flumiani non mancano mai di suscitare le lodi del pubblico, fino alla fine della sua non lunghissima carriera. Muore infatti a Trieste, a 62 anni, nel 1938.

Ugo Flumiani: un paesaggismo vibrante e luminoso

Il paesaggio lirico di Guglielmo Ciardi è il primissimo faro della pittura di Ugo Flumiani. L’intenso luminismo delle marine e delle campagne del maestro conducono subito il pittore ad una ricerca simile, tutta incentrata sul colore e sulla luce.

Questo indirizzo si accentua ancor di più quando Ugo Flumiani apprende a Monaco l’impressionismo tedesco e poi quando a Trieste si affianca alla poetica di Veruda. La sua pittura così intensa e vibrante, dalla pennellata mossa, diventa subito parte del linguaggio di Flumiani, che si arricchisce anche del tonalismo veneto tipico di Veruda.

Le marine triestine, la laguna veneziana e il Carso: un’intensa luminosità

Quasi con ricerca ossessiva, il pittore osserva il vero per riportare precisamente ogni variazione luminosa e atmosferica sulla tela. Nel 1899 presenta alla Biennale di Venezia la sua prima Marina, che gli procura un immediato successo. Dopo una breve interruzione, ritorna alla Biennale nel 1909 con Ora d’oro e poi nel 1910 con Canto d’autunno, Farfalle e Lo specchio.

Si tratta di intense e suggestive immagini della laguna veneziana: soprattutto Ora d’oro è un tramonto sul mare, in cui il riflesso dorato del sole del crepuscolo si diffonde con delicatezza sulle acque placide della laguna, in una luce opalina ed emozionante.

Timidamente, fanno ingresso nelle vedute accesissime di luce figure che sembrano quasi non voler interrompere i flussi istintivi della natura di Ugo Flumiani. Nel 1919 a Milano presenta San Giusto (Trieste), mentre alla Biennale del 1920 porta Riflessi e Fortunale sull’Adriatico. Nel frattempo, non manca mai di esporre alle mostre del Circolo Artistico Triestino, opere quali San Marco o Verso l’alto mare.

La laguna, Trieste da Poggioreale e Farfalle compaiono alla V Esposizione Nazionale della Federazione Artistica Lombarda. Partecipa alla sua ultima Biennale nel 1924, quando presenta San Canziano del Carso e Ritorno. Continua ad esporre a Trieste fino al 1937, un anno prima della sua morte.

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