Sommario
Umberto Bellotto (Venezia 1882 – 1940) è figlio di un fabbro veneziano, la sua formazione da apprendista avviene in varie botteghe artigiane, per poi ereditare la bottega di famiglia. Umberto Bellotto è uno tra i primissimi artigiani ad associare la tradizionale arte vetraia veneziana a quella del ferro battuto. Nel 1910 infatti, inventa e brevetta con Cesare Aurienti una tecnica nuova, “i connubi ferro-vetro”, per creare delle strutture in metallo, con all’interno degli elementi in vetro soffiato e murrine. Lavora per le ditte vetraie di Barovier e i fratelli Toso, conosciuti soprattutto per la lavorazione a murrina, da cui apprende la tecnica.
Le capacità illusionistiche del ferro battuto di Umberto Bellotto
Umberto Bellotto collabora fin da subito con vari artisti, in particolari con quelli che lavoravano all’interno di vetrerie storiche di Murano come la Pauly & C. – Compagnia Venezia Murano, la già nominata Barovier e Venini. Realizza lavori sia di arredo, quindi a carattere commerciale, che di committenza pubblica. Esempio di questa sua attività è il Sacrario militarie del Pasubio, un monumento dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale, realizzato con il sostegno dell’architetto Ferruccio Chemello.
Tra gli interventi più celebri c’è il Salone dei cancelli nel Castello Bolognini a Lodi; la cancellata della tomba di Dante Alighieri a Ravenna e le inferriate per il palazzo della Banca d’Italia a Rialto, nella città di Venezia.
Realizza insieme ad alcuni architetti anche decorazioni per le ricche dimore nel Lido di Venezia, come le straordinarie balaustre liberty di Villa Terapia, dove il ferro battuto cattura come una ragnatela libellule e farfalle; o il cancello di Villa Otello i cui pavoni dispiegano le loro ruote piumate in ferro battuto; oppure il cancello dell’Hotel Villa Regina sul quale una cascata di rose, fiori e fiocchi si incastona nell’architettura.
Il grande successo alle Biennali di Venezia
Umberto Bellotto è presente anche in diverse edizioni della Biennale di Venezia, la prima partecipazione risale al 1914 con Arte del ferro battuto, poi torna nel 1920 con sei esemplari di Coppe forgiate in ferro e vetro; nel 1922 partecipa con Due vetrine con ferri battuti vetri e ceramiche; nel 1924 è ospite con numerose opere, ben cinquantadue, tra cui Vetri a composizioni diverse, Paravento a cinque pannelli – motivo floreale, Tripodi porta – vasi a nodi intrecciati, Cancello a motivi agresti, Cancello a motivi marini, Portagioielli in ferro, rame e vetro, Piatto in ferro con centro di vetro fantasia, Coppa in ferro battuto con rami di alloro, Coppa di ispirazione etrusca, Portacenere in ferro, vetro e ceramica, Piatti in ceramica, Coppa in ferro da mettere in palio per regate a remi, Lampade in ferro e vetro.
In questa edizione Francesco Sapori commenta la personale del genio vetraio con queste parole: “Egli ha superato se stesso. Chiedere al ferro di torcersi e adattarsi ai più ambiziosi disegni, per sposarlo […] a fragili coppe e ciotole di vetro soffiato: ecco un compito d’arte, che per merito del Bellotto consegue mete inaudite”.
Nel 1932 torna alla Biennale esponendo Cancello di ferro battuto e bronzo dorato.
L’artista aveva anche partecipato a tre edizioni della Triennale di Monza, nel 1923, 1925 e nel 1927.
Il trasferimento a Roma
Nel 1928 Umberto Bellotto riceve una chiamata da Roma, dal conterraneo Giovanni Giurati, Ministro per i lavori pubblici, che gli affida l’incarico ufficiale di decoratore degli uffici pubblici della Capitale. La sua attività si concentra soprattutto nella decorazione delle settanta stanze al Ministero della Marina; negli arredi e negli interni del Ministero della Grazia e Giustizia; e nella seda Ina di Roma.
Umberto Bellotto: artista poliedrico e geniale
Lo stile che caratterizza le sue opere segue gli stilemi tardo liberty, utilizzando forme ardite, ma recuperando immagini ornamentali del passato e decorazioni vegetali. Umberto Bellotto è un artista poliedrico che sperimenta l’uso di vari materiali, come l’utilizzo della ceramica, vetro, cuoio, tessuti e maiolica e la tecnica della fusione a cera persa per i lavori in bronzo. Le forme che Umberto Bellotto dona alle sue creazioni sono forme stravaganti e molto particolari, impreziosite da colori brillanti a contrasto con la gradazione più scura del ferro battuto. Umberto Bellotto ha la capacità di dare l’illusione della leggerezza del ferro, facendolo così assomigliare al vetro.
Nel 1995 gli starà dedicato un omaggio alla Biennale di Venezia, con l’esposizione di sue cinque opere, quarantacinque anni dopo la sua morte avvenuta a Venezia nel 1940.
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