Vincenzo Morani

Vincenzo Morani. Incoronazione di Ester (dettaglio), 1840. Tecnica: Olio su tela
Incoronazione di Ester (dettaglio), 1840. Tecnica: Olio su tela

Biografia

Vincenzo Morani (Polistena, 1809 – Roma, 1870) si approccia molto presto all’arte, grazie al padre Fortunato, architetto, pittore e scultore. Nel 1828, all’età di diciannove anni, si trasferisce a Napoli per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove studia al seguito di Camillo Guerra (1797-1874) e Costanzo Angelini (1760-1853).

Ben presto, si specializza nei soggetti storici e si reca costantemente a Cava dei Tirreni per le commissioni che riceve da parte dei Benedettini della Santissima Trinità della Cava. Nel 1832, proprio a Cava, incontra lo scrittore e inventore del romanzo storico, lo scozzese Walter Scott.

Ne esegue il ritratto, ma soprattutto si lega a lui grazie alla comune passione per la narrazione storica. Attraverso le immagini, Vincenzo Morani, racconta fatti realmente accaduti o verosimili, proprio come Scott fa con le parole. Per molti anni ancora, poi, lavorerà per i Benedettini di Cava, sempre per la realizzazione di dipinti e affreschi di carattere biblico o storico.

Il pensionato a Roma e gli incarichi ufficiali

Proprio con un soggetto di storia, nel 1834, ottiene il pensionato a Roma. Continua comunque ad esporre a Napoli, ottenendo anche l’approvazione e l’acquisto da parte del re di Napoli Ferdinando II. Con il pensionato romano, il pittore si avvicina nettamente al Purismo e, in particolare, a Tommaso Minardi (1787-1871), attenuando quel serio accademismo dei primordi.

Alla fine del pensionato, decide di rimanere a Roma, anche se riceve una lunga serie di incarichi che lo portano a decorare diverse chiese del territorio campano e, più in generale, del Regno delle Due Sicilie.

Ma le importanti commissioni non giungono soltanto da Napoli. Anche e soprattutto da Roma, arrivano incarichi di grande rilievo, come quello della realizzazione degli affreschi in Palazzo Torlonia e a Palazzo Venezia, nel 1842.

Proprio per queste continue committenze, Vincenzo Morani ottiene un grandioso successo a Roma, ammirato e richiesto dalle più importanti famiglie del tempo: il suo studio si trova in via Sant’Andrea delle Fratte.

Il suo successo si registra anche con la partecipazione alle Mostre Borboniche e all’Esposizione di Londra del 1862. Ancora nel pieno dell’attività, muore a Roma nel 1870.

Vincenzo Morani: i soggetti biblici e storici nel segno del Purismo

Vincenzo Morani esordisce alla Mostra Borbonica nel 1830 con la tempera Veduta di un tempio. Nello stesso anno, già abilissimo agli occhi dell’Accademia, riceve l’incarico, da parte dei Benedettini della Santissima Trinità della Cava, di affrescare una parte del Monastero.

Il soggetto sarà Urbano II mentre si reca alla Cava, accompagnato da Ruggero principe di Salerno, scende da cavallo e scalzandosi chiede a tutti di fare come lui per venerare il luogo abitato dai Santi, il cui bozzetto viene presentato alla Mostra Borbonica del 1833.

L’anno successivo, con l’Archimede, ottiene il pensionato a Roma, dove poi si stabilisce per il resto della vita, pur continuando a lavorare in area napoletana. Alla Biennale borbonica del 1835 invia La morte di Archimede e Ritratto del signor Pasquale Borrelli al naturale. A quella del 1837 David ritorna vittorioso con la testa di Golia in mano e la copia della Creazione di Adamo della Cappella Sistina.

Nel frattempo gli vengono commissionate opere a soggetto biblico e letterario, che esegue con grande perizia tecnica, allontanandosi sempre di più dal rigido accademismo per adottare un purismo delicato e rispettoso dell’antico. Ne sono esempio le tele Angelica e Medoro e Ester davanti ad Assuero.

Nel 1837, Vincenzo Morani presenta una Sacra famiglia alla Mostra Borbonica, commissionata da Ferdinando II. Mentre per il principe Francesco Gerace realizza La visione di Dante nel Paradiso e per il Duomo di Capua esegue i Dieci Santi nella metà degli anni Cinquanta.

Ma sono soprattutto le committenze romane che più portano il pittore al successo. Per il Duca Marino Torlonia realizza gli affreschi della cappella del palazzo cittadino con Il Padre Eterno, Gli angeli musicanti, I quattro Profeti maggiori e le Storie di Mosè.

Vista la bellezza di questi lavori, il principe Alessandro Torlonia chiama Vincenzo Morani ed eseguire la tela con Apollo che riceve doni e omaggi dalle Muse per Palazzo Venezia. All’inizio degli anni Sessanta, risale, invece, l’affresco in San Paolo fuori le Mura di Paolo e Sila nella città di Filippi.

È di pochi anni prima il secondo lavoro a Cava dei Tirreni, dove, nella stessa abbazia esegue l’affresco dei Dottori dell’Ordine benedettino. A coronamento della sua carriera, nel 1862 partecipa all’Esposizione di Londra con Dante e Beatrice incontrano Piccarda e la Regina Costanza e con l’aneddotico dipinto di genere Costumi dei contorni di Roma.

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