Sommario
Biografia
Virgilio Ripari (Asola, 1843 – Milano, 1902) nasce in provincia di Mantova da una modesta famiglia di contadini. Ottenuta una borsa di studio, si trasferisce a Milano per studiare all’Accademia di Brera, dove segue i corsi di Raffaele Casnedi (1822-1892) e Giuseppe Bertini (1825-1898). In Accademia, nel corso degli anni Sessanta, ottiene numerosi riconoscimenti, grazie soprattutto alla sua sensibilità cromatica.
Molto presto emerge la forte propensione del pittore verso il genere del ritratto, che coltiva avvicinandosi al linguaggio scapigliato di Tranquillo Cremona (1837-1878) e ai modi di Mosè Bianchi (1840-1904).
Una vita breve ma ricca di esposizioni
Nel 1866 combatte come volontario garibaldino nella Terza guerra d’indipendenza in Trentino e al suo rientro inizia ad esporre alle mostre milanesi. Nella sua pur breve vita, espone regolarmente anche a Torino, Genova, Venezia e Verona, oltre che a Milano, fino all’inizio del Novecento.
Nella sua produzione si annoverano eleganti ritratti, ma anche prove di paesaggio dal tocco veloce e compendiario e dai toni luminosi e variegati. Non mancano poi le composizioni di fiori, che Virgilio Ripari concentra soprattutto nella sua ultima parte di carriera.
Spesso, i ritratti, ma anche le nature morte sono permeati da un’atmosfera evocativa e simbolica, accompagnata sicuramente da una pennellata impercettibile e diafana, molto legata ai modi scapigliati. Continua a dipingere fino all’inizio del Novecento, sempre sensibilissimo agli effetti di luce e a sperimentazioni cromatiche. Muore nel 1902 a Milano, a soli cinquantanove anni per una broncopolmonite.
Virgilio Ripari: ritratti e nature morte di gusto scapigliato
Il pittore lombardo esordisce all’Esposizione di Belle Arti di Milano del 1872 con Ritratto, Le rose e Passeggio nel giardino. Si tratta di tre prove che già evidenziano l’indirizzo tematico di Virgilio Ripari, che per lunga parte della sua carriera si occuperà di ritratti, di nature morte e di dipinti di figura spesso immersi in una natura fiorente e dall’accezione simbolica.
La sua pittura risulta subito caratterizzata da una pennellata priva di contorni certi, in cui le figure sembrano mescolarsi spiritualmente con l’ambiente circostante. Forti guizzi di luce attraversano le tele realizzate con una tavolozza variegata e seducente.
A Torino, nel 1878, Virgilio Ripari espone Il ritorno dal mercato (Canobbio, Lago Maggiore), nel 1883 I fiori per la festa e Al fonte. L’anno successivo ricompare sempre all’Esposizione di Torino con tre dipinti di ispirazione decisamente sentimentale, che vedono Virgilio Ripari sperimentare anche il paesaggio: La prima neve, Romanza senza parole e Peccato e preghiera.
Il guado e Fiori per il padrone vengono esposti alla Promotrice di Genova del 1885. Nel 1887 prende parte all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Venezia con Prima della scuola, Furto innocente e Fiori per tutti. La sua ultima apparizione pubblica prima della morte risale all’Esposizione di Verona del 1900, in cui la sua pittura ormai evanescente e cremoniana, emerge dalla tela Tentazioni.
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