Vittorio Reggianini

Vittorio Reggianini. La Lettera. Tecnica: Olio su tela
La Lettera (dettaglio). Tecnica: Olio su tela

Biografia

Vittorio Reggianini (Modena, 1858 – Roma, 1939) si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Modena al seguito del pittore Antonio Simonazzi (1824-1908). Ha come compagni di corso Gaetano Bellei (1857-1922) ed Eugenio Zampighi (1859-1944).

Proprio come i suoi amici, compie le prime prove pittoriche in seno alla pittura di storia di stampo morelliano, ma ben presto sceglie di occuparsi prevalentemente di pittura di genere. Questo passaggio avviene con il suo trasferimento a Firenze nel 1885.

L’importanza del mercante Pisani

Nella città toscana, Vittorio Reggianini si dedica ad una pittura di genere in costume che ricalca i modi virtuosistici di Jean-Louis-Ernest Meissonier (1815-1891), ma anche la vivacità cromatica e la luminosità di Mariano Fortuny (1838-1874).

Interni settecenteschi

La sua pittura risulta spensierata, disimpegnata, ambientata in sontuosi interni settecenteschi in cui le protagoniste sono dame dell’alta società, occupate in conversazioni, in concertini, in frivoli pettegolezzi. Stoffe, vestiti, arredi vengono trattati con la massima attenzione al dettaglio reale, soprattutto nella resa dei guizzi di luce.

Questa pittura così leggera attira subito l’attenzione del mercante fiorentino Luigi Pisani che introduce i dipinti di Vittorio Reggianini nel fiorente mercato europeo ed americano. Il successo, per il pittore, giunge immediato.

Il mercato accoglie subito i dipinti in costume settecentesco, ma anche le tele ambientate in umili interni di campagna, sulla scia di Gaetano Chierici (1838-1920) e, non da ultimi, i soggetti in stile pompeiano. Il pittore non manca di dedicarsi anche al filone boudoir, in cui donne con vistosi abiti di raso luminosissimo sono impegnate nella toeletta mattutina.

Si trovano poi nel repertorio di Vittorio Reggianini ritratti di donne, sempre caratterizzati da una leggiadra vaporosità, e dipinti sacri. Il successo di mercato del pittore modenese si spinge fino agli anni Venti del Novecento, ma l’ultima esposizione importante cui partecipa a Genova risale al 1907.

Negli anni Trenta, si trasferisce da Firenze a Roma e trascorre gli ultimi anni dedicandosi soprattutto al ritratto. Muore a Roma nel 1939, a ottantuno anni.

Vittorio Reggianini: una virtuosistica pittura di genere

Come premesso, Vittorio Reggianini inizia la sua carriera nel solco della pittura di storia di stampo morelliano. Nel 1884 espone infatti a Modena Sassolo de’ Sassoli svela al padre la congiura per sottrarre Modena agli Estensi, grazie a cui ottiene il secondo premio del concorso.

Subito dopo, però, si rivolge alla pittura di genere in costume. Ciò che lo contraddistingue dagli amici Bellei e Zampighi è una costante attenzione alla trattazione virtuosistica del raso dei vestiti delle donne rappresentate. Con abilità tecnica, infatti, descrive alla perfezione la luce che bagna la stoffa preziosa, donando ai dipinti una peculiare luminosità che li contraddistingue.

Trasferitosi a Firenze, nel 1891 vi espone lo spensierato dipinto Le note flebili, mentre l’anno successivo a Genova presenta Risposta imbarazzante. Egli si batte compare a Firenze nel 1897, Illusioni nel 1898, Sitio, sitio nel 1899.

Nel frattempo, il successo internazionale giunge immediato per il pittore modenese, con dipinti quali La lettera, La recita, Corteggiatore e Interno romano con figura femminile. Nel 1900, Vittorio Reggianini partecipa al concorso Alinari con la tela sacra Tristis Matris nati presaga finis.

Mentre tra i ritratti si annoverano Signora Vitali, Anziano signore col berretto, Primavera e Ritratto di un anziano signore. La sua ultima esposizione risale al 1907, quando a Genova espone Cuore in lotta.

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