Nello Voltolina

Nello Voltolina. Poeta che Declama, 1931 (dettaglio). Tecnica: Olio su Tavola, 52 x 50,5 cm
Poeta che Declama, 1931. Tecnica: Olio su Tavola

Biografia

Nello Voltolina (Donada, 1908 – Padova, 1944) nasce nella provincia di Rovigo, vicino al delta del Po, in una zona prettamente rurale. La sua famiglia, proprietaria di terreni e valli da pesca, vorrebbe naturalmente che il giovane Nello intraprenda la stessa strada, ma il suo carattere ribelle lo porta ad essere protagonista di tutt’altro destino.

Diplomatosi presso l’istituto tecnico-commerciale, deve dividere questi studi a cui viene spinto dai genitori, con la sua passione innata per il disegno, di cui si trovano le prime testimonianze sin dagli anni Venti, appena adolescente.

Le prime prove grafiche di Nello Voltolina risentono sicuramente della pittura naturalista, ma sin dalla fine degli anni Venti, si avvicina al gruppo dei futuristi padovani, grazie alla spinta dell’amico Carlo Maria Dormàl (1909-1938). Quest’ultimo lo sprona ad esporre le sue prime opere futuriste, nella mostra “7 futuristi padovani” del 1931, con la presentazione di Filippo Tommaso Marinetti.

“Novo”

Il linguaggio del giovane pittore si ispira soprattutto agli esponenti del secondo futurismo come Enrico Prampolini (1894-1956), ma anche a personalità della prima, gloriosa fase futurista, come Luigi Russolo (1885-1947).

Linee curve e spezzate, colori che si compenetrano, repentini movimenti e sensazioni sonore caratterizzano i dipinti di Nello Voltolina, che, negli anni Trenta, è protagonista di una ricchissima attività espositiva.

Proprio questo è il momento in cui inizia a firmarsi “Novo”, proprio per sottolineare l’idea di novità, di ribellione, di cambiamento rispetto al mondo cui appartiene, attraverso l’utilizzo di due sillabe prese dal suo nome e cognome.

Sempre nel 1931, partecipa alla mostra triestina “Pittura e aeropittura futurista – arazzi, architettura e giocattoli” e alla Mostra di Aeropittura presso la Galleria Pesaro di Milano. Mentre l’anno successivo è presente all’importante Mostra Triveneta dell’Arte Futurista a Padova, dove si presenta definitivamente come aeropittore.

Un pittore instancabile

Tra Padova, Roma, Genova, Milano, Rovigo e Firenze, partecipa incessantemente ad una lunga serie di mostre futuriste. La sua leggerezza disegnativa emerge con chiarezza dalle aeropitture costruite attraverso l’intersezione luminosa, ariosa e vibrante di colori, linee e forme, spesso umane.

Nel frattempo, intorno al 1932, Nello Voltolina viene colpito da una grave malattia che gli impedisce di dipingere per un breve periodo. Ma la ripresa è quasi immediata, come si confà al suo carattere guizzante ed instancabile: si laurea in Economia nel 1936 e l’anno successivo viene assunto da un’azienda aeronautica a Roma, la Savoia Marchetti.

Nonostante il lavoro e il trasferimento a Roma, continua a partecipare con costanza alle esposizioni. Ad esempio, nel 1933 tiene una personale presso la Mostra Nazionale d’Arte Futurista a Roma e nel 1934 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, come unico rappresentante del Futurismo padovano, per poi tornarvi nel 1936, nel 1938 e nel 1940.

Tra Quadriennali romane e mostre futuriste si svolgono i primi anni Quaranta, nel momento in cui Nello Voltolina firma anche il Manifesto della plastica murale futurista, durante una mostra ai Mercati Traianei. Rientrato a Padova all’inizio della guerra, muore a soli trentasei anni, nel 1944, colpito dal bombardamento della chiesa degli Eremitani, dove si era rifugiato.

Nello Voltolina: il Futurismo a Padova

Dopo i primi approcci con il disegno negli anni Dieci, Nello Voltolina si avvicina al futurismo. Alla fase naturalista si sostituisce quindi, sin da subito, un astrattismo di matrice aeropittorica, in cui il colore è il protagonista fondamentale.

Le compenetrazioni cromatiche si riscontrano sin dalle prime opere elaborate in seno al gruppo futurista padovano, che uniscono mirabilmente gli elementi rurali della sua estrazione sociale a linee veloci e dinamiche e a colori accesi.

Alla Mostra dei “7 futuristi padovani” del 1931 espone Brezza primaverile, Tram, Trebbiatrice, 2 novembre, Seminatore, Circo e Sott’acqua. La conversione dell’eretico aleardino compare alla Mostra Internazionale d’Arte Sacra Moderna Cristiana di Padova.

Sempre nel 1931, anno cruciale per Nello Voltolina, espone alla I Mostra Internazionale d’Arte Coloniale a Roma, uno dei suoi dipinti più significativi, Atmosfera colonialeVolo Aeropittura, invece, vengono esposti alla Mostra futurista di aeropittura, presso la Galleria Pesaro.

Composizioni aeree e vertiginose fatte di forme e colori che si intersecano con sapienza e ritmo incessante caratterizzano tutti gli anni Trenta. Presso le Mostre di Arte Triveneta del 1932 presenta le opere che identificano maggiormente la sua fase prettamente aeropittorica: Poeta che declama, Palude, Acquazzone, Spiaggia, Pesca.

Con Glorificazione della terra partecipa alla sua prima Biennale veneziana del 1934, l’anno successivo è alla Quadriennale romana con Aeropittura: palude da 1000 metri e di nuovo nel 1936 e nel 1938 espone Sbadigli e poi Aeropittura futurista alla Biennale.

Il valore spirituale del volo è la principale sensazione che emerge dalle sue ultime opere, aerodinamiche e aggraziate, in cui il colore non è mai eccessivo ma sempre calibrato e lirico, come le forme che si fondono elegantemente in una danza.

Il suo rientro in Veneto all’inizio della guerra lo riporta in parte alle composizioni paesaggistiche veriste della prima fase, in una sorta di intimo ritorno alle origini.

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