Mostra di Achille Funi a Palazzo dei Diamanti a Ferrara

Achille Funi, Maternità, olio su tela, 1921. Opera dell’artista ferrarese Achille Funi iscrivibile al periodo di adesione al Realismo magico, presenta un purismo ricercato, e il soggetto, che riprende la tradizione cinquecentesca della Madonna con il bambino, è immerso in un’atmosfera irreale e sospesa. Collezione privata, courtesy Galleria Berman, Torino

La città di Ferrara rende omaggio ad Achille Funi, uno dei suoi talenti più rappresentativi con la più vasta retrospettiva realizzata negli ultimi cinquanta anni. La mostra di Achille Funi dal titolo Un maestro del Novecento tra storia e mito, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, ripercorre il cammino artistico di uno dei pittori più indicativi del Novecento, attraverso più di centotrenta opere tra dipinti ad olio, acquerelli, disegni a carboncini o sanguigna, e cartoni preparatori per affreschi e mosaici, che ricostruiscono la sua evoluzione.

Una produzione eterogenea: dal Futurismo al Realismo magico

Achille Funi nasce a Ferrara nel 1890 ed è proprio qui che inizia la sua formazione. Poi frequenta l’Accademia di Brera a Milano dove entra in contatto con l’ambiente futurista pur mantenendo una solida plasticità nella figura, estranea agli altri interpreti del movimento. Nel dopoguerra si allontana dal linguaggio futurista per aderire al fascino delle tematiche del Ritorno all’ordine, intraprendendo una ricerca sugli antichi maestri, in particolare del primo Rinascimento. Il pittore sarà infatti uno degli esponenti dei “Sette di Novecento” e di “Novecento italiano”, gruppo guidato da Margherita Sarfatti. Nella rassegna ferrarese si ha la possibilità di scoprire e leggere l’evoluzione della sua poetica, toccando tutte le tappe del suo pensiero.

Achille Funi tra le sale di Palazzo dei Diamanti 

Nelle sale espositive della mostra di Achille Funi si parte infatti dalle prime prove accademiche del giovane artista, per poi giungere ai capolavori futuristi che suscitarono la stima di Umberto Boccioni come Il motociclista e Uomo che scende le scale degli anni Dieci del Novecento.

Passando per le commoventi testimonianze della Prima guerra mondiale; nel primo dopoguerra l’artista si avvicina alla pittura di Cézanne, agli immaginari metafisici e alla poetica leonardesca; arrivando alla stagione più significativa di Achille Funi, quella carica delle suggestioni del Ritorno all’ordine e alla ripresa di una solenne e mitica classicità. Segue infatti la sezione dedicata ai suoi capolavori nati nel segno del Realismo Magico che rievocano la cultura figurativa cinquecentesca come La terra, L’acqua e Maternità.

Durante gli anni Trenta e Quaranta il pittore continua la sua indagine dei maestri antichi, rileggendoli in una chiave moderna, ma carica di nostalgia, soprattutto imbevuta della cultura artistica ferrarese di maestri come Cosmè Tura ed Ercole de Roberti.

La pittura murale

L’ultima parte della mostra è dedicata invece alla pittura murale, di cui Achille Funi è uno dei maggiori interpreti insieme a Mario Sironi con cui firma il Manifesto della pittura murale. L’artista riveste le sue composizioni murali di una valenza sociale e all’interno della mostra si possono ammirare i cartoni preparatori per degli affreschi realizzati a Milano, Roma e Trieste, e riscoprire Il Mito di Ferrara, una maestosa impresa decorativa che ha eseguito per la Sala dell’Arengo del Palazzo Municipale della città estense.

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

Dal 28 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024

 

ORARI:

tutti i giorni, dalle 9.30 alle 19.30

La Sala dell’Arengo visitabile dal lunedì al venerdì (esclusi i festivi), dalle 9.00 alle 10.00 e dalle 14.00 alle 15.00

 

COSTI:

Intero 13€;
Ridotto per under 18, over 65, studenti universitari 11€;
Speciale giovani under 26 ogni lunedì 9€.

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