Adriana Bisi Fabbri. L’intelligenza non ha sesso

Adriana Bisi Fabbri. Principessa Mananà Pignatelli, 1917 (dettaglio). Tecnica: Olio su tela riportata su cartone.
Principessa Mananà Pignatelli, 1917 (dettaglio). Tecnica: Olio su tela riportata su cartone, 56 x 44,5 cm, Verbania, Museo del Paesaggio

Museo del Novecento, Milano

Fino all’8 marzo 2020

Adriana Bisi Fabbri (Ferrara, 1881 – Travedona, 1918) è una delle poche pittrici italiane famose a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Cugina di Umberto Boccioni (1882-1916) e moglie del giornalista Giannetto Bisi, non frequenta alcuna accademia, ma si forma da autodidatta.

Conosciuta soprattutto per le sue opere illustrative e decorative ma anche per le numerose caricature, Adriana Bisi Fabbri ha praticato anche la pittura, dimostrandosi molto sensibile alle tendenze Liberty del tempo. Negli anni Dieci del Novecento, partecipa a diverse esposizioni, tra cui quella di Verona del 1906 e la Quadriennale di Torino del 1908.

Nel 1911, l’artista tiene la sua prima personale al Lyceum di Roma mentre negli anni successivi, si dedica principalmente all’attività caricaturale e all’illustrazione, ottenendo un notevole successo di critica e di pubblico. Dal 1911 al 1913 partecipa alle esposizioni della Secessione di Ca’ Pesaro a Venezia ed è presente più volte all’Esposizione Internazionale di caricatura e umorismo, a Torino.

Tra le mostre più importanti, è da segnalare anche la Secessione romana del 1914. Purtroppo, nel 1918, a soli trentasette anni, muore di febbre spagnola a Travedona, vicino Varese.

Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti

Il Museo del Novecento di Milano ha dedicato una mostra alla pittrice ferrarese, per sottolineare il ruolo femminile nell’arte del primo Novecento, e soprattutto la particolarità del gesto culturale ed artistico di Adriana Bisi Fabbri.

L’esposizione, a cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon, è stata allestita negli Archivi del Novecento ed è incentrata soprattutto sul collegamento tra le vicende personali ed artistiche della pittrice, mettendo in evidenza la sua assoluta curiosità nella sperimentazione delle tecniche più disparate, dal disegno all’olio.

 

L’idea della mostra proviene da uno studio approfondito del Fondo Bisi Crotti, del Museo del Novecento, che ha riportato alla luce la personalità dell’artista, in relazione ai suoi tempi e ai suoi legami affettivi e professionali.

Il percorso è diviso in tre sezioni principali: la parte relativa alla biografia di Adriana Bisi Fabbri, la l’intenso ed unico rapporto con il marito Giannetto Bisi ed infine le estese relazioni che i coniugi intrattenevano con i maggiori rappresentanti della cultura del tempo, tra Bergamo, Modena e Milano, le tre città in cui hanno vissuto.

Dipinti, illustrazioni grafiche, fotografie d’epoca, disegni e un cospicuo materiale documentario costituiscono il nucleo centrale della mostra milanese, che mostra i fitti rimandi e intrecci che l’artista ferrarese intratteneva con i maggiori rappresentati della cultura e dell’arte di inizio Novecento, come Cesare Laurenti (1854-1936).

Tutto questo, in un fermento secessionista e liberty che si nota soprattutto da dipinti quali il ritratto della Principessa Mananà Pignatelli, del 1917. La Principessa, simbolo di un decadentismo simbolista di ascendenza dannunziana, viene presentata nelle sue consuete vesti nere e il viso pallidissimo, da Pierrette.

ORARI:

lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30

BIGLIETTI:

intero 5 euro; ridotto 3 euro: Dipendenti dell’Amministrazione comunale, studenti universitari e di Accademie di Belle Arti, adulti che abbiano compiuto i 65 anni di età, cittadini comunitari e non (a condizione di reciprocità) di età compresa tra i 18 e i 25 anni

gratuito: giovani fino a 18 anni, insegnanti accompagnatori di scolaresche, guide turistiche, portatori di handicap e accompagnatore, giornalisti e studiosi accreditati con permesso della Direzione del Museo, funzionari delle Soprintendenze Statali e organi periferici del Ministero, membri ICOM, possessori di Abbonamento Regione Lombardia e ticket Esselunga

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