Aubrey Beardsley alla Tate Britain

Aubrey Beardsley. Ho baciato la tua Bocca Iokanaan. Disegno per Salomè di Oscar Wilde, 1893-94 (dettaglio).
Ho baciato la tua Bocca Iokanaan. Disegno per Salomè di Oscar Wilde, 1893-94 (dettaglio). Tecnica: Inchiostro su carta

Tate Britain, Londra

Fino al 25 maggio 2020

Aubrey Beardsley (Brighton, 21 agosto 1872 – Mentone, 16 marzo 1898) è stato uno degli illustratori più in voga dell’Inghilterra vittoriana. La sua vita e la sua opera sono strettamente legate alla figura di Oscar Wilde, per cui illustra la Salomè, nel 1894, con immagini di grande eleganza formale, uno dei manifesti del Modern Style inglese.

In qualche modo, l’attività di Aubrey Beardsley porta a compimento il lavoro già iniziato dall’Arts and Crafts di William Morris (1834-1896). Nella sua brevissima vita, stroncata a soli ventisei anni dalla tisi, il giovane artista ha realizzato un solo dipinto ad olio, ma anche e soprattutto una lunga serie di illustrazioni.

Tra linee sinuose e immagini simboliste

Nel 1893, appena compiuti i ventuno anni, si dedica alle illustrazioni per La morte di re Artù di Thomas Malory, in cui già si nota la sua profonda reinterpretazione del linguaggio preraffaellita. Attraverso un intreccio di motivi vegetali crea meravigliose cornici alle immagini in bianco e nero del testo quattrocentesco di Malory, coniugando linee spezzate e sinuose, cariche di valenza simbolista.

Successivamente, collabora a diverse riviste, tra cui “The Studio” e “The Yellow Book”. Ma il vero successo giunge appunto con l’illustrazione della Salomè di Oscar Wilde, lavoro che riesce ad interpretare alla perfezione quel senso di edonismo e decadenza che fa parte della poetica dello scrittore irlandese.

Poco dopo, si dedica all’illustrazione della Lisistrata di Aristofane, in cui mette in splendida luce i punti di raccordo tra la cultura greca e quella di fine Ottocento. Prima di morire, il giovanissimo Aubrey Beardsley scrive il testo ed esegue le immagini di Ai piedi della collina, opera rimasta incompiuta e pubblicata postuma nel 1903.

La linea sinuosa e decorativa dell’artista inglese, combinata ad una essenziale bidimensionalità fornita anche dall’esclusivo utilizzo del bianco e nero identifica l’intera produzione dell’artista, cui oggi è dedicata un’importante mostra alla Tate Britain di Londra.

Tate Britain: la più grande mostra di Aubrey Beardsley da cinquant’anni

Gli eleganti e finissimi tratti disegnativi di Aubrey Beardsley, tra la sensualità e il grottesco, l’erotismo e la decadenza sono oggi esposti in una imperdibile mostra alla Tate Britain di Londra. Si tratta di un’esposizione che raccoglie la maggior parte dei sui disegni ed illustrazioni e che mette al centro non solo la sua opera, ma anche la sua personalità.

Famoso per essere un elegante dandy, proprio come Oscar Wilde, ha dato vita ad un’espressione veramente esplicativa, che ci fa capire quanto il suo carisma fosse enigmatico ma allo stesso tempo affascinante e suadente: gli anni Novanta dell’Ottocento, vengono spesso chiamati “The Beardsley Period”, tanta è stata la sua influenza artistica e il suo ascendente sui conoscenti.

È dal 1923 che la Tate non dedica una mostra a questo artista, anche se nel 1966, un’importante tappa nella rievocazione di Aubrey Beardsley si è tenuta al Victorian & Albert Museum. La mostra della Tate sottolinea le influenze percepite dall’artista, come quella preraffaellita, ma anche quella dell’arte rinascimentale.

Inoltre, mette in evidenza il carattere estremamente edonistico del giovane: un tempo si pensava che la tubercolosi, chiamata in inglese “consumption”, portasse le persone affette ad avere una strana attrazione per l’erotismo. Molte volte, in effetti, le illustrazioni dell’artista sono state considerate eccessive, per la severa opinione pubblica vittoriana.

Ma si tratta di un semplice fraintendimento, Aubrey Beardsley era solo un giovane e geniale artista ribelle nell’era di quel magico Decadentismo che lo ha accompagnato nella sua dimensione edonistica, sensuale, onirica e grottesca, fino alla precocissima morte.

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