Gino Severini. “Solo” a Firenze

Museo del Novecento, Firenze

Fino al 10 ottobre 2019

Il Museo del Novecento a Firenze dal maggio del 2018 ha iniziato un programma di mostre dedicate ad artisti significativi del Novecento italiano. Con il titolo di SOLO, il ciclo di esposizioni, ha avuto inizio con Emilio Vedova (1919-2006) e poi è continuato con Piero Manzoni (1933-1963), Medardo Rosso (1858-1928) e Vincenzo Agnetti (1826-1981).

Questa volta è il turno della retrospettiva dedicata a Gino Severini (1883-1966), artista nato a Cortona e poi vissuto a Roma e Parigi. Al centro della mostra vi è la produzione degli anni Venti e Trenta dell’artista, nel grandissimo fermento di quell’epoca d’oro per la pittura italiana.

Gino Severini, un italiano a Parigi

Arrivato a Roma nel 1899, Gino Severini conosce subito Umberto Boccioni (1882-1916) e Giacomo Balla (1871-1958), che lo introducono al Divisionismo. Nel 1906 giunge invece a Parigi, dove viene completamente catturato dal clima artistico della città. Approfondisce il cubismo, si interessa alla cultura filosofica e frequenta l’avanguardia artistica.

Nel 1910 firma il Manifesto della pittura futurista, ma rimane sempre molto legato all’ambiente artistico francese, unendo in una felice e geniale commistione Futurismo e Cubismo. Gli interessano la filosofia pitagorica e platonica e cerca le connessioni che intercorrono fra pittura e matematica.

Negli anni Venti, legato al ritorno all’ordine di Novecento, continua comunque a dipingere attori, saltimbanchi, circensi e zingari e approfondisce i personaggi della commedia dell’arte.

Il ritorno all’ordine di Gino Severini è primitivo, ancestrale ma anche regolato da proporzioni auree e matematiche, sempre derivanti dai suoi studi sulla matematica classica. Si può far precisamente risalire alla realizzazione, nel 1916, della sua Maternità, che riscopre i valori classici, attraverso l’elaborazione plastica e poetica delle figure.

Fase importante di questa produzione sono le decorazioni ad affresco del Castello di Montegufoni in Toscana, proprietà di Sir Sitwell. In esse, Gino Severini rielabora l’equilibrio del Rinascimento toscano, in una chiave moderna e rarefatta e sempre strettamente legata alla Commedia dell’arte italiana.

Gino Severini: dagli anni Venti agli anni Trenta

La mostra fiorentina intende proprio concentrare l’attenzione su questo periodo specifico di Gino Severini. Quello che va dagli anni Venti agli anni Trenta, in cui l’artista unisce la rielaborazione del Rinascimento alla cultura della maschera attoriale, in un’atmosfera chiaramente novecentista. L’esposizione presenta, per la prima volta in Italia, una serie di gouaches preparatorie della Sala delle Maschere al Castello di Montegufoni.

Inoltre, vi sono quattro pannelli di un’altra importante decorazione di Gino Severini, quella della casa di Léonce Rosenberg a Parigi, in cui i paesaggi, ricchi di rovine antiche, sono animati ancora una volta da personaggi in maschera, come Pulcinella o Arlecchino.

Arricchiscono l’esposizione documenti scritti e studi effettuati dal pittore riguardo le leggi aritmetiche e matematiche che, secondo la sua visione, potevano ordinare tanto il mondo quanto l’arte. Importante traguardo è stato infatti per Gino Severini lo scritto teorico Du Cubisme au Classicisme, del 1921, che racchiude gran parte della sua idea artistica e filosofica.

A cura Lino Mannocci e Sergio Risaliti, la mostra, che propone opere del Monte dei Paschi di Siena, indaga un’importante nucleo della produzione dell’artista, quello della riscoperta del classicismo, ricco di riferimenti geometrici, aurei, ma anche di profonda introspezione dell’animo umano.

ORARI:

Lun – Mar – Mer – Sab – Dom 11:00 – 20:00

Giovedì 11:00 – 14:00

Venerdì 11:00 – 23:00

BIGLIETTI:

Intero € 9,50; Ridotto € 4,50

Gratuito fino a 18 anni e studenti universitari dal 18 ai 25 anni

© Copyright Berardi Galleria d'Arte S.r.l.